Una sintesi di Scuola e società di John Dewey

Il libro sembra raccogliere una serie di conferenze o lezioni, e ripete sempre gli stessi concetti con accenti diversi.

Nel libro si sono due temi diversi:

  1. Cosa mettiamo nel curriculo
  2. Come lo facciamo imparare.

Il problema è che Dewey aveva ben in mente il curriculo della scuola che critica, mentre noi no; perciò, la nostra comprensione di quello che dice è parziale.

NB: Ho scritto le note qui sotto senza preoccuparmi di evidenziare le citazioni, i riferimenti a pagine, le mie sintesi, etc. In più è scritto dettando, perciò sono possibili errori. Non ho curato la formattazione più di tanto.

In sintesi

Education must be tied to experience, not abstract thought, and must be built upon the interests and developmental needs of the child. He argued for a student-centred, not subject-centred, curriculum and stressed the teaching of critical thought over rote memorization. Later, in Experience and Education (1938), he criticized those of his followers who took his theories too far by disregarding organized subject matter in favour of vocational training or mere activity for their students. (Encyclopedia Britannica)

Scuola e società si presenta come una delle opere più importanti nel panorama dell’attivismo pedagogico. Nell’opera viene espresso il pensiero secondo cui la scuola debba integrarsi nella società e nella vita quotidiana delle persone, diventando una scuola-comunità. A tal proposito Dewey parla di atelier, un luogo in cui i ragazzi svolgono attività di tipo pratico. Tali attività sono fortemente connesse ai bisogni dell’alunno, soprattutto al gioco e alla scoperta, che per il pedagogista americano devono essere il centro del curricolo scolastico. L’esplorazione del vissuto deve partire dai problemi concreti e reali: solamente in un secondo momento si studierà sul libro. In questo modo il bambino parteciperà alla vita scolastica in un sistema del tutto simile a quello della vita adulta, ma senza finalità economiche, bensì formative in vista del suo futuro da cittadino. (Wikipedia)

Prefazione di Ernesto Codignola

Importanza ella socialità / l’istruzione va collegata alla vita pratica / lo sviluppo del bambino avviene per stadi

1.

Secondo Codignola lo spirito individuale è una funzione della vita sociale, incapace di operare di svilupparsi da solo, bisognoso di stimoli continui da parte di fattori sociali.

Un essere umano non può direttamente influire su un altro, se non fa appello, come un intermediario, all’ambiente fisico. L’ambiente a sua volta fu al massimo fornire gli stimoli che richiamano le risposte. Queste risposte provengono da tendenze già in possesso dell’individuo. VIII  IX

Primo compito della scuola è quello di presentarci un ambiente deliberatamente regolato con riferimento alla sua efficacia educativa.

2.

Secondo Dewey la scuola trascura l’emozione e l’impulso. Occorre invece collegare l’addestramento sensoriale o le operazioni logiche CON I PROBLEMI E CON GLI INTERESSI DELLA VITA PRATICA. X

3.

Il ragazzo non è un piccolo uomo ma IL SUO SVILUPPO PRESENTA FASI DISTINTE di capacità e di interesse pertanto non è possibile proporgli le materie di studio dell’adulto, sia pure in forma più elementare. Al contrario il bambino deve essere messo in grado di applicare le sue capacità. per questo motivo ha necessità di un ambiente apposito, diverso da quello per gli adulti. Lo scopo dell’istruzione non è colmare una lacuna.

Critiche a Dewey

Nella scuola di Dewey MANCA L’ANCORAGGIO A STORIA E ALLA SPIRITUALITÀ.

4.

Rimane tuttora insoluto il quesito centrale circa il modo di ricostruire la scuola conforme alle nuove esigenze che Dewey ha messo così acutamente in luce. Il curricolo non può essere elaborato né dalla psicologia, né dalla sociologia, né da altre scienze, che operano nel mondo rarefatto dell’astrazione, nonostante il loro persistente appello alla sodezza dei fatti; ci è offerto, ed è stato sempre offerto, dall’unica esperienza virgola in cui l’uomo ritrova se stesso, l’esperienza storica. XIII

La polemica dei pionieri delle scuole nuove è efficacissima sino a che si limita a dimostrare l’inadeguatezza dei metodi tradizionali a raggiungere questo scopo. Si aggira in un vano regno di illusioni quando pretende di suggerire un curricolo elaborato allo svolgimento scientifico dell’alunno punto si possono moltiplicare all’infinito le esperienze: esse non conducono a nulla di conclusivo, se manca il pensiero che le dirige e le organizza.

5.

Codignola è perplesso rispetto all’enfasi di Dewey sulla socialità. L’atmosfera della scuola di Dewey è troppo rarefatta, troppo deserta di interiorità. Si direbbe che le siano estranee le forze primordiali che alimentano dal profondo la vita spirituale dell’infanzia l’amore la fede. Manca in questa educazione il cemento della maternità spirituale.

In Dewey la polemica sacrosanta contro l’imparaticcio libresco degenera troppo spesso in polemica contro la cultura trasmessa dai libri, a tutto beneficio dei procedimenti sperimentali. Ma l’esperienza umana infinitamente più complessa e più ricca dei laboratori delle officine sperimentali.

La pedagogia di Dewey manca di salde radici in una vigorosa tradizione spirituale.

Capitolo 1. La scuola e il progresso sociale

  1. Nella scuola è importante non solo il rapporto fra maestro e alunno. La scuola va considerata una prospettiva sociale, per i benefici che può portare alla società.
  2. La formazione a contatto con la natura e la vita nella famiglia tradizionale sviluppano capacità di osservazione, ingegno, disciplina, destrezza, responsabilità personale. Il nuovo sistema produttivo, originato dal progresso scientifico e industriale e il corrispondente declino delle attività manuali svolte in famiglia (filare la lana, tessere, cucire, cucinare, effettuare riparazioni, allevare gli animali, etc.) non favorisce più lo sviluppo di queste caratteristiche. Per questo motivo deve pensarci la scuola grazie all’inserimento di una serie di attività manuali (LABORATORI CENTRATI AD ESEMPIO SU CUCINA, TESSITURA E CUCITO), che hanno lo scopo sia di promuovere la socializzazione e la collaborazione fra gli studenti che di sviluppare le capacità personali indicate sopra.
  3. La scuola deve essere strutturata come una COMUNITÀ IN MINIATURA, BASATA SULL’AUTOGOVERNO.
Master in Orientamento degli adulti
Master in Orientamento degli adulti

Capitolo 2. La scuola e la vita del fanciullo

La strutturazione tradizionale dello spazio scolastico promuove LA PASSIVITÀ E L’INDIVIDUALISMO. Inoltre i programmi e il metodo sono STANDARDIZZATI, uguali per tutti.

I ragazzi invece sono molto attivi, il problema è COME DOMINARE LE LORO ATTIVITÀ PER INDIRIZZARLE. Le nozioni devono essere acquisite attraverso attività pratiche l’esame dei fatti, dei materiali e delle condizioni fra le quali operare.

Voi i ragazzi hanno quattro tipi di impulsi:

  • impulsi alla comunicazione
  • impulso alla scoperta
  • impulso a fare, costruire
  • impulso all’espressione artistica

Gli studenti devono imparare facendo degli ESPERIMENTI DI LABORATORIO. E inoltre partire DAI LORO INTERESSI E DALLE LORO ESPERIENZE DI VITA.

Capitolo 3 Sperperi nell’educazione

In sintesi:

  • Dewey vuole risolvere il problema del collegamento fra i vari tipi di scuola ancorandole tutte alla vita
  • spiegare il curriculo a partire da LABORATORI E ESPERIMENTI, INTEGRANDO TUTTE LE MATERIE

Il primo sperpero è quello della vita umana degli studenti per colpa di una preparazione inadeguata e innaturale. La scuola è incapace di utilizzare le esperienze che il ragazzo porta con sé dal di fuori e si è procurato in una forma piena e libera; d’altra parte egli non è in grado di applicare nella vita quotidiana quel che apprende a scuola.

A questo punto Dewey fa una rapida ricostruzione dello sviluppo dell’istruzione dal medioevo tre giorni nostri. Dewey rileva che il grande problema nell’educazione dal lato amministrativo è di assicurare l’unità del tutto, in luogo di una serie di parti prive, più o meno, di collegamenti, e di ridurre lo spreco che deriva dall’attrito, dai doppioni e dai collegamenti arbitrari fra i vari tipi di scuola. L’unica via per congiungere le parti del sistema è unire ognuno di esse con la vita.

Nella falegnameria e nei laboratori di tessuti ci sono molti legami col mondo esterno. Essi mettono in relazione con la campagna, come sorgente dei loro materiali, con la fisica, come scienza dell’applicazione dell’energia, col commercio e con la distribuzione, con l’arte nello svolgimento delle architetture e della decorazione. 54

A questo punto Dewey disegna la struttura fisica di una scuola ideale: al centro la biblioteca e ai quattro angoli della biblioteca troviamo officine, industrie tessili, cucina, sala da pranzo 51 Nel piano superiore troviamo al centro un museo e agli angoli laboratori di fisica e chimica, laboratori di biologia, musica, arte 55

C’è differenza fra il far nascere e il mettere alla prova una nuova verità o un nuovo metodo e l’applicazione su vasta scala rendendolo accessibile alla massa degli uomini, rendendolo commerciabile. Ma la prima cosa è scoprire la verità; noi non attendiamo che altre scuole imitino alla lettera quello che facciamo, non è una cosa che possa essere copiata. La nostra scuola deve dimostrare che sono realizzabili il principio e i metodi. 61

Capitolo 4. Psicologia dell’istruzione elementare

In questo capitolo Dewey spiega i principi della scuola che ha creato a Chicago, alla Columbia University. La scuola raccoglie studenti in età 4-13 anni. Fa riferimento alla psicologia moderna (quella del 1899). Fa riferimenti allo spirito, e sostiene che la struttura mentale e fisica dell’individuo è ereditata dalla razza. 64

Sostiene l’importanza delle EMOZIONI e del LEGARE LO STUDIO ALLA VITA SOCIALE, prendendo in considerazione I BISOGNI DEL FANCIULLO.

Lo sviluppo del fanciullo avviene per stadi. 67

  • il primo stadio 4-8 anni è caratterizzato dalla necessità del movimento per esprimersi, e gli vanno proposti giochi, racconti, disegni, attività produttive in miniatura 70
  • nel secondo stadio 8-12 le attività del fanciullo devono essere finalizzate a ottenere risultati. Gli va proposta la storia americana e per questa via gli si forniscono informazioni relative a storia, geografia, scienza, fisica. Leggere, scrivere, contare, vanno inserite in relazione a attività e concetti concreti. 76
  • dopo i 12 anni 77 può dedicarsi a arti e studi speciali (cioè discipline specialistiche?).

Capitolo 5. I principi educativi di Fröbel

Questo capitolo, poco comprensibile, spiega le differenze della scuola di Chicago con i kindergarten (giardini d’infanzia per ragazzi di 4-5 anni) ispirati alla pedagogia del pedagogista tedesco Friedrich Fröbel. In Italia asilo nido da 3 mesi a 3 anni, e scuola materna dai 4 ai 5 anni.

Fröbel divenne famoso per l’ideazione del Kindergarten, o giardino d’infanzia. La cosiddetta scuola-giardino è il luogo in cui l’infanzia, paragonata a una pianta, in cui egli può crescere liberamente, accudito da maestre-giardiniere opportunamente formate. Si tratta di un vero e proprio ambiente educativo che produce la serenità e funzionalità degli spazi domestici. Il Kindergarten è infatti il compimento dell’educazione di famiglia; le educatrici del tempo dovevano completare l’amore iniziato dalla madre sviluppando in maniera armonica le facoltà fisiche, morali e intellettuali del bambino. Essi erano costituiti da sale interne, il cortile per gli esercizi ginnici e un giardino, fondamentale per mettere il bambino a contatto con la natura. L’attività quotidiana prevedeva: canti religiosi, ginnastica, giochi, coltivazione del giardino, esercizi di lettura e scrittura, discorsi su geografie e scienze, tessitura, disegno. Tutto il materiale didattico che viene utilizzato nel campo dei giochi dal personale del Kindergarten è rinominato con il termine “doni”. I primi sei che vengono introdotti al bambino hanno la funzione di insegnare le proprietà generali dei corpi, in particolar modo delle forme geometriche: il primo è la palla ed è, secondo Fröbel, il punto di partenza di tutte le altre forme. Questo oggetto può essere utilizzato in molti giochi, sia guidati che liberi. Il secondo dono è composto da una sfera, un cilindro ed un cubo. Fröbel volle che questi oggetti fossero accompagnati da alcuni versi cantati, non solo per far sì che il bambino imparasse il linguaggio o sviluppasse l’udito, ma perché riuscisse a sviluppare idee chiare e distinte tra cui l’idea del calcolo. Il terzo dono, un cubo diviso in otto parti, dovrebbe far risvegliare nel bambino il senso dell’intero e della divisibilità dei corpi. Il quarto è un cubo diviso in otto mattoni mediante tre divisioni orizzontali e una verticale. Il quinto è invece, un cubo diviso obliquamente in ventisette cubi. In questo modo sarà facilitato l’insegnamento del calcolo. Infine, l’ultimo dono consiste in un cubo diviso in ventisette mattoni. Esso si ricollega al quarto dono ed è la progressione del quinto. Secondo Fröbel, grazie a tutti questi doni, il bambino dovrebbe acquisire l’idea dei solidi e le loro dimensioni (altezza, larghezza, lunghezza), esistono poi doni complementari che fanno procedere lo sviluppo intellettuale del bambino verso l’astratto. (Wikipedia)

Capitolo 6. Psicologia delle occupazioni

Le occupazioni sono attività laboratoriali che riproducono attività professionali. Queste attività devono coinvolgere la manualità ma anche l’intelletto, ad esempio nella scelta degli attrezzi, nella scelta delle tecniche di lavorazione, etc. Non devono diventare attività meccaniche.

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.