La formazione orientativa nella scuola

La formazione orientativa
La formazione orientativa

Cos’è la formazione orientativa, in sintesi

La formazione orientativa è una didattica che sviluppa, a seconda degli autori,

  1. la metacognizione, cioè la capacità di riflettere sulle propri pensieri e sulle proprie strategie mentali, con riferimento, qui, all’apprendimento
  2. la capacità di prendere decisioni in ogni ambito di vita
  3. le capacità necessarie per affrontare i compiti propri della propria fascia di età in ogni ambito di vita, ad esempio: organizzare il tempo libero; organizzare il proprio piano sanitario; organizzare le vacanze; personalizzare gli ambienti di vita e di studio; ecc  Queste attività richiedono non solo generiche capacità decisionali, ma anche una serie di conoscenze specifiche che, in mancanza di altri attori, devono essere fornite dalla scuola.

Sinonimi di formazione orientativa sono le espressioni orientamento formativo, didattica orientativa, valenza orientativa delle discipline scolastiche.

Fonti per la definizione di formazione orientativa nella scuola

In questo articolo approfondiamo il significato dell’espressione formazione orientativa. Prendo a riferimento le definizioni contenute nei materiali prodotti dal Progetto Orientamento D.M. 31.10.1996, coordinato dal dipartimento di pedagogia dell’Università di Roma.

Il Progetto Orientamento D.M. 31.10.1996 è stato il primo progetto nazionale promosso per diffondere nella scuola italiana la didattica orientativa, come previsto dalla Direttiva n. 487 del 6 agosto 1997.

Il Progetto Orientamento D.M. 31.10.1996 ha prodotto tre volumi, che è possibile scaricare dalla mia pagina Materiali gratuiti per orientatori.

Nei tre volumi relativi al progetto ricorrono tre termini: formazione orientativa, orientamento formativo, valenza orientativa delle discipline scolastiche, manca però un glossario che ne spieghi il significato. Il termine competenze orientative, che avrà molta fortuna negli anni successivi, non compare mai.

Possiamo risalire al significato di formazione orientativa e degli altri termini cercando nei saggi che compaiono nei tre volumi.

Significati di formazione orientativa in ambito scolastico

UNO. L’orientamento (ora inteso come formazione orientativa, per lo stretto intrecciarsi delle dimensioni formative e orientative in un curricolo di apprendimento che dura l’intero arco della vita) viene per lo più definito come un complesso di attività (da quelle puramente informative a quelle più specifiche di formazione) volte a mettere un individuo in grado di scegliere o comunque di prendere decisioni, nei vari momenti della sua vita, sia in relazione alla sua carriera scolastica e professionale, sia nello sviluppo della sua esistenza. Ciò lascerebbe intendere che la pratica di orientamento può espletarsi non solo nel periodo formativo tradizionale della persona, né soltanto nel momento della scelta professionale, ma anche nei momenti della vita caratterizzati da cambiamenti (carriera scolastica, riconversione professionale, cambiamento del posto di lavoro, cambiamento di ciclo di studi, orientamenti e riorientamenti durante il percorso scolastico, trasferimenti in diverse aree territoriali, cambiamenti di/nei nuclei familiari, ecc.). Vol 1:23.

In questa definizione orientamento e formazione orientativa vengono indicati come sinonimi. Vedi la frase: L’orientamento (ora inteso come formazione orientativa). In particolare l’obiettivo di orientamento / formazione orientativa è mettere in grado un individuo di prendere decisioni su tutti gli ambiti di vita. Vedi il riferimento a lo sviluppo della sua esistenza e cambiamenti di/nei nuclei familiari.

DUE. La formulazione del consiglio orientativo, tradizionalmente eseguito dal Consiglio di classe della III media in funzione dell’iscrizione alle scuole superiori, in questa sede è proposta come compito di realtà dell’allievo medesimo. Difatti il consiglio orientativo può risultare momento fondamentale di un processo di “costruzione della propria identità”, cui tutta l’azione orientativa deve concorrere, nell’arco del triennio di scuola media. Si parla di una azione orientativa in cui l’allievo sia reso partecipe e protagonista di tale costruzione della propria identità: attraverso una graduale percezione di sé e un sistematico coinvolgimento nella valutazione delle conoscenze e abilità man mano acquisite; realizzando quindi una progressiva autovalutazione e un vero e proprio processo di metacognizione, secondo le finalità della formazione orientativa. Vol. 2:112.

Secondo questa definizione, l’obiettivo dell’orientamento, nel triennio della scuola media, è aiutare gli studenti a costruire la propria identità. L’obiettivo della formazione orientativa, per arrivare a questo risultato, è sviluppare l’autovalutazione e la metacognizione. Non è chiaro se lo sviluppo di autovalutazione e metacognizione siano gli unici obiettivi della formazione orientativa o ce ne siano altri.

TRE. La “formazione orientativa”, è una formazione cioè che si realizzi in modo da indurre e sostenere quelle abilità e conoscenze del soggetto che lo faranno diventare soggetto “orientato”. Più specificamente possiamo distinguere nella prospettiva dell’orientamento tre diversi tipi di attività che sono:

a) le attività di orientamento vere e proprie come gli stages in azienda e le situazioni di trasmissione/acquisizione di informazioni relative al mercato del lavoro e ai servizi ad esso collegati sul territorio;

b) le attività parallele e di orientamento che riguardano tutte quelle funzioni di coordinamento e sostegno per progetti sperimentali, di tutorship per alunni e studenti;

c) le attività didattiche che hanno come fondamento i presupposti di una formazione orientativa, vale a dire un apprendimento attivo e la richiesta agli studenti di abilità di elaborazione e metacognizione. Vol 3:146

Secondo questa definizione le attività didattiche fondate sulla formazione orientativa sono basate sull’apprendimento attivo e sullo sviluppo della metacognizione. Sulla metacognizione nell’apprendimento e su come promuoverla in ambito scolastico vedi il mio articolo Come imparare a imparare.

Corso Orientamento scolastico
Corso Orientatore scolastico

Un commento ai diversi riferimenti alla formazione orientativa

Vediamo intanto una differenza fra la definizione 1 e la 3. Nella 3 la formazione orientativa è una delle tre attività principali dell’orientamento. Nella definizione 1 l’orientamento consiste (e corrisponde) solo alla formazione orientativa.

Nella definizione 1 l’obiettivo della formazione orientativa è mettere in grado un individuo di prendere decisioni su tutti gli ambiti di vita. Nelle definizioni 2 e 3 l’obiettivo della formazione orientativa è sviluppare la metacognizione. Nella definizione 2 anche la conoscenza di sé.

Cos’è la metacognizione in ambito scolastico

La metacognizione si riferisce alla consapevolezza e alla comprensione dei propri processi cognitivi. È la capacità di riflettere sui propri pensieri, sulla propria conoscenza e sulle proprie strategie di apprendimento. In sostanza, la metacognizione è la capacità di pensare e di sapere cosa si sta pensando.

La metacognizione coinvolge due componenti principali:

  1. Consapevolezza di sé: comprendere i propri processi cognitivi, come le proprie abilità, le conoscenze e i limiti personali. In ambito scolastico questo coinvolge la conoscenza di come si impara meglio, quali strategie di studio sono più efficaci, quali sono i punti di forza e le debolezze individuali.
  2. Controllo cognitivo: utilizzare la conoscenza di sé per regolare e controllare il proprio apprendimento. In ambito scolastico questo può includere la pianificazione degli obiettivi di apprendimento, la scelta delle strategie di studio adeguate, il monitoraggio dell’avanzamento e l’autovalutazione delle prestazioni.

La metacognizione è essenziale per il successo nell’apprendimento e nella risoluzione dei problemi. Gli individui che sono in grado di sviluppare una buona metacognizione sono in grado di regolare la propria attività mentale in modo più efficace, identificare le strategie di apprendimento adeguate per una determinata situazione e monitorare il proprio progresso. La metacognizione consente agli individui di diventare persone autonome e consapevoli.

La metacognizione è molto importante in un contesto scolastico perché migliora e rende più rapido l’apprendimento. Per questo motivo lo sviluppo della metacognizione può essere un obiettivo dell’insegnamento. In genere la metacognizione si sviluppa svolgendo i compiti richiesti dalla scuola e dall’università, ma certamente l’insegnante, con esercizi specifici, può accelerare questo processo. Lo sviluppo della metacognizione viene anche richiamato dalla competenza imparare ad imparare e come tale è una delle otto competenze chiave europee.

Significati di orientamento formativo in ambito scolastico

Nei materiali prodotti dal Progetto Orientamento D.M. 31.10.1996 compare anche l’espressione orientamento formativo. L’espressione però compare solo poche volte, ad esempio non compare mai nel volume 1, solo due volte nel volume 2 e 6 volte nel volume 3. Al contrario l’espressione formazione orientativa compare nei tre volumi almeno 50 volte.

Nel vol. 1 il termine compare solo il nome del progetto. Nel vol. 2 solo due volte, senza spiegazione. Troviamo una definizione significativa solo nel vol.3.

Nella scuola media ORIENTAMENTO FORMATIVO significa essenzialmente:

  • formare abilità e capacità funzionali al “saper scegliere” nelle situazioni del quotidiano come nelle situazioni a maggior grado di complessità,
  • promuovere capacità di impostazione e di soluzione dei problemi;
  • individuare nel soggetto prime manifestazioni attitudinali e interessi per specifiche esperienze disciplinari;
  • riconoscere le competenze di base acquisite e motivare a ulteriori approfondimenti;
  • fornire adeguate conoscenze ed esperienze per una lettura analitica e di interpretazione del contesto locale socio-economico e culturale, nella prospettiva della mondializzazione;
  • migliorare, ristrutturare e integrare i curricoli disciplinari accentuando l’attenzione agli ambiti di contenuti funzionali alle conoscenze strategiche delle discipline e alle loro applicazioni in materia di lavoro, impresa, professione anche nell’ottica dello sviluppo sostenibile. Vol 3:174.

La definizione fa riferimento alla presa di decisioni (vedi la definizione 1 sopra) e al miglioramento della conoscenza di sé (vedi la definizione 2). In aggiunta, troviamo qui, fra i compiti dell’orientamento formativo, migliorare la conoscenza del contesto locale e accentuare nei curricoli disciplinari (nelle materie) i contenuti relativi al contesto economico.

Alla luce del riferimento ai curricoli disciplinari, possiamo dire che l’espressione orientamento formativo è un sinonimo di formazione orientativa.

Significato di didattica orientativa

L’espressione didattica orientativa compare poche volte nei tre volumi. Non compare mai nel volumi 1 e 2, compare 3 volte nel volume 3. Le modalità di utilizzo fanno pensare che sia un sinonimo di formazione orientativa.

Significato di valenza orientativa delle discipline scolastiche

Riporto qui alcuni periodi che utilizzano il termine valenza orientativa (sottinteso) delle discipline scolastiche.

QUATTRO. La valenza orientativa nell’attività ordinaria (nella quotidianità) [DELLA SCUOLA], si sostiene investendo in varie operazioni metodologiche quali, ad esempio, problematizzare, procedere per obiettivi/risultati, registrare, fare ipotesi, cercare-selezionare informazioni, valutare. Si tratta di operazioni cognitive che, se portate alla necessaria consapevolezza dagli allievi, sviluppano capacità strategiche fondanti la dimensione orientativa di ciascuno, perché consentono di imparare ad imparare che, in un contesto in rapida evoluzione come quello attuale, costituisce una competenza irrinunciabile. Si può trarre dunque una conclusione affermando che la scuola è orientativa non solo per quello che propone di apprendere, ma anche per come lo propone e per come lo fa apprendere. Vol.1:40.

In questa definizione le discipline scolastiche sono orientative nella misura in cui sviluppano la capacità di imparare a imparare. Siamo nell’ambito della metacognizione di cui alle definizioni 2 e 3. Valenza significa aspetto, dimensione, essenza. Possiamo dire che la formazione orientativa è resa possibile da un insegnamento delle discipline scolastiche che privilegia la loro dimensione orientativa. Valenza orientativa può essere tradotta con dimensione orientativa, approccio orientativo, che sono più comprensibili.

CINQUE. Perché un curricolo di scuola media abbia valenza orientativa, ossia sia in grado di accogliere le istanze della persona, della società e del mondo del lavoro, occorre far riferimento alle operazioni che seguono:

  1. Nella dinamica dell’apprendimento a scuola bisogna lavorare sui significati dell’esperienza individuale e sociale di ogni ragazzo per farli riemergere e consentire di svilupparne altri, legati a nuovi apprendimenti (costruzione di reti significative).
  2. Fare in modo che gli allievi sappiano quali informazioni servono per raggiungere un obiettivo, come si trovano e si consultano le fonti di informazione (testi, documenti, riviste, giornali ecc.), come stabilire confronti e relazioni tra i dati, come selezionarli per renderli rappresentativi.
  3. Far sperimentare situazioni di apprendimento multidisciplinare (con compiti di realtà) nelle quali i ragazzi lavorino tra di loro e sperimentino il gusto, ma anche la difficoltà, di arrivare ad un prodotto finale per destinatari reali attraverso l’utilizzo di strumenti disciplinari.
  4. Far acquisire abilità progettuali e decisionali per un inserimento consapevole nei processi di scelta sociali e individuali. Le didattiche delle singole discipline devono confrontarsi con le istanze culturali e sociali fin qui delineate e saper trovare delle risposte adeguate in situazioni organizzative rinnovate. Vol.1:11-12.

In questa definizione troviamo attenzione alla soggettività (punto 1), sviluppo di alcune capacità relative all’apprendimento (2), promozione delle capacità di scelta in generale (4). Troviamo inoltre lo svolgimento di compiti di realtà multidisciplinari (3).

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L’orientamento per formare il cittadino

Nel volume 1 un capitolo si intitola Un cittadino per il mondo che cambia (pp. 43-62) ed elenca le competenze che il cittadino deve possedere nei diversi ambiti di vita: salute, microeconomia, istituzioni, formazione e lavoro, cultura e tempo libero, responsabilità sociali e del cui sviluppo deve occuparsi l’orientamento.

Questo orientamento alle vicende di vita viene chiamato, di passaggio, orientamento esistenziale (vol1:32):

(…) l’instabilità dagli scenari, la crescita esponenziale dei saperi, l’abbattimento delle distinzioni fra orientamento scolastico, professionale ed esistenziale…

Ma quali competenze del cittadino vanno sviluppate dalla scuola?

Nell’ipotesi del progetto della Direzione Generale Istruzione Secondaria di I grado l’orientamento si configura come un panorama educativo finalizzato a far raggiungere al giovane le competenze del cittadino preadolescente, immerso nella sua realtà urbana, nazionale ed europea oltre che di genere. Le competenze da raggiungere sono opportunamente riferite all’età, alle situazioni sociali, famigliari e culturali e ai compiti ad esse collegati, come si è detto in altra parte.Vol.2:67.

E ancora:

La scuola che orienta individuerà allora nella mappa della professione cittadino quei nuclei operativi (cioè le incombenze tipiche di tale professione) che risultano più utili e praticabili nella scuola e nella vita extrascolastica per gli studenti di un dato “livello scolare”. Ad esempio, nell’area delle cure alla persona, o del benessere, alcuni nuclei assumono un forte valore formativo e quindi orientativo: organizzare il tempo libero; organizzare il proprio piano sanitario; organizzare le vacanze; personalizzare gli ambienti di vita e di studio; ecc. Ogni nucleo operativo si concretizza in compiti che di quel nucleo realizzano le varie possibili articolazioni. Vol.1:50

Qui vediamo che alla metacognizione e a generiche capacità decisionali viene aggiunto un compito ulteriore: sviluppare le capacità necessarie per affrontare i compiti propri della propria fascia di età in ogni ambito di vita.

L’Autore elenca, a titolo esemplificativo: organizzare il tempo libero; organizzare il proprio piano sanitario; organizzare le vacanze; personalizzare gli ambienti di vita e di studio, ma i settori di intervento, nella fascia di età fino a 18 anni, sono innumerevoli: evitare comportamenti a rischio, controllare l’impulsività, sviluppare una rete amicale, costruire rapporti non conflittuali coi propri genitori, sviluppare la propria sessualità, sviluppare la propria identità di genere, educazione stradale, alimentazione consapevole, partecipazione alla vita sociale nel proprio territorio, …….

Per mettere gli studenti in condizione di affrontare questi innumerevoli compiti di vita l’aiuto a sviluppare generiche capacità decisionali non è sufficiente, è necessario fornire anche informazioni specifiche. Se ad esempio voglio favorire lo sviluppo di una sessualità appagante dovrò fornire anche informazioni sugli organi genitali, sulle tecniche sessuali, sulla risposta fisiologia e mentale al piacere, sulla contraccezione, sulle principali malattie sessualmente trasmissibili, sui consultori, sulle norme di legge che regolano il consenso nei rapporti sessuali, etc.

E’ evidente che si tratta di informazioni specialistiche che la gran parte degli insegnanti non ha. Inoltre interventi di questo tipo contrastano con l’obiettivo principale della didattica orientativa che è sviluppare competenze attraverso lo svolgimento dell’ordinaria attività didattica curricolare.  Un intervento sulla sessualità richiede un monte ore che va tolto alle ore della didattica disciplinare.

Se davvero la scuola volesse formare il cittadino, le ore dedicate alle discipline curricolari andrebbero drasticamente ridimensionate. Inoltre sarebbe necessario formare gli insegnanti o utilizzare un gran numero di esperti esterni. Si tratta chiaramente di un obiettivo impossibile.

Questo approccio ha però permesso negli anni alle singole scuole di organizzare iniziative sui temi più svariati, a seconda delle mode e della sensibilità del singolo docente. Ad esempio al Liceo Virgilio di Empoli, la mia città, una insegnante di educazione fisica ha organizzato una iniziativa sulla parità di genere con sfilate e balli di gruppo invertendo i ruoli maschili e femminili, abiti compresi.

Gli esempi di didattica orientativa

Il terzo volume, intitolato Le valenze orientative delle discipline, riporta una serie di esempi di didattica orientativa riferiti alle diverse discipline. Ne vediamo brevemente alcuni.

Le valenze orientative dell’italiano

Il capitolo riporta una lunga introduzione (pp.15-22) dove l’autore discute i possibili obiettivi dell’educazione linguistica, il valore della lingua parlata, il rapporto fra lingua parlata e lingua scritta, l’insegnamento dell’italiano. Al termine propone un esempio di unità didattica che ha l’obiettivo di migliorare le capacità di analisi testuale dei discenti. Si tratta di leggere un testo di Cechov, di individuare i nuclei informativi principali e quelli secondari (cioè le informazioni accessorie o insignificanti) e di rimontare il testo senza i nuclei secondari.

Le valenze orientative della matematica (e delle scienze)

Anche in questo caso abbiamo una lunga premessa che discute la funzione della matematica nella conoscenza umana, la sua possibile natura orientante, il processo di apprendimento della matematica, la matematica come mezzo di comunicazione, l’utilità di insegnare anche la storia della matematica (pp.29-36). Al termine vengono proposte tre esempi di unità didattiche.

Nella prima si pongono dei problemi di vita reale (qual è il peso massimo di uno zaino che non arrechi danni alla salute?) che vanno risolti con calcoli matematici.

Nella seconda si propone di organizzare uno spettacolo teatrale su Galileo Galilei.

Nella terza si studiano le oscillazioni del pendolo col metodo sperimentale.

Le valenze orientative delle lingue straniere

L’Autore propone di tradurre in lingua straniera una serie di unità didattiche, ciascuna relativa a una diversa disciplina.

Un commento al Progetto Orientamento D.M. 31.10.1996

Indeterminatezza e confusione terminologica

Dispiace vedere nel progetto una certa indeterminatezza e confusione terminologica. Manca un glossario e i vari autori utilizzano lo stesso termine con significati diversi. Addirittura formazione orientativa viene usata come sinonimo di orientamento formativo.

L’espressione valenza orientativa delle discipline scolastiche avrebbe potuto essere sostituita dalla più breve e più comprensibile didattica orientativa.

L’orientamento esistenziale

Al di fuori della scuola, l’orientamento si riferisce all’aiuto all’inserimento lavorativo, non alla vita in generale. L’orientamento degli adulti non si occupa ad esempio di educazione alla salute, all’affettività, dell’educazione finanziaria, dell’educazione civica, etc.

Il concetto di orientamento, allargato a comprendere l’aiuto per essere in grado di prendere decisioni in tutti gli ambiti di vita (vedi definizione 1, da uno degli autori chiamato orientamento esistenziale), e allo sviluppo della metacognizione, richiede conoscenze e tecniche di intervento diverse da quelle necessarie per l’orientamento classico.

Indicare obiettivi così diversi utilizzando lo stesso termine crea confusione sulla professionalità degli operatori che devono svolgere questo cosiddetto orientamento (che formazione dovrà avere l’orientatore allargato?) e una competizione nell’utilizzo dei finanziamenti e del poco tempo disponibile.

Per un approfondimento vedi il mio articolo L’orientamento come educazione alla vita.

Per evitare problemi, il termine orientamento / orientativo non andava utilizzato.

L’aiuto per lo sviluppo della metacognizione avrebbe potuto semplicemente chiamarsi buona didattica, o i documenti avrebbero potuto far riferimento alla capacità di imparare a imparare.

L’aiuto all’inserimento nella vita avrebbe ad esempio potuto  chiamarsi promozione della cittadinanza attiva o simili.

L’educazione del cittadino è irrealizzabile

L’educazione del cittadino, il terzo obiettivo della didattica orientativa come descritta nel Progetto Orientamento, contrasta con l’obiettivo primario della didattica orientativa  (sviluppare competenze attraverso l’insegnamento delle discipline curricolari), richiede un monte ore dedicato estremamente ampio e professionalità che gli insegnanti non possiedono. Di conseguenza appare irrealizzabile.

Non è chiaro in che modo le singole discipline possano essere sviluppate in dimensione orientativa

I contributi contenuti nel terzo volume mi sembra non forniscano un metodo per sviluppare le diverse discipline in dimensione orientativa. La parte introduttiva di ciascun contributo tratta semplicemente alcuni temi di dibattito presenti in ciascuna disciplina ma non come far sì che la disciplina sviluppi almeno uno dei tre aspetti che la formazione orientativa dovrebbe sviluppare: metacognizione, capacità di prendere decisioni in ogni ambito di vita o le capacità richieste al cittadino.

Le unità didattiche proposte forniscono alcuni spunti, le riassumo:

  • l’unità didattica per l’italiano mi sembra una ordinaria attività di comprensione del testo,
  • la prima unità didattica della matematica presenta dei compiti di realtà,
  • la seconda fa approfondire un personaggio storico e per questa via il dibattito scientifico dell’epoca e la geografia astronomica,
  • la terza fa utilizzare il metodo sperimentale
  • l’unità didattica della lingua straniera fa tradurre un testo, è innovativo è che i testi tradotti siano relativi ad altre discipline.

In sintesi, sembrano buone idee estemporanee che però non si appoggiano a un metodo preciso.

Alla domanda: Ma allora, come si fa a declinare una disciplina in modalità orientativa? mi sembra che i vari contributi non diano una risposta esauriente, si limitano solo a fare degli esempi. Un po’ poco per un progetto nazionale realizzato col supporto di una primaria università italiana.

 

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

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