Cos’è e come strutturare un Job Club

Cos’è un job club

Il Job Club è una modalità di accompagnamento a persone in cerca di lavoro.

Un piccolo gruppo di disoccupati si incontra sotto la supervisione di un consulente di orientamento presso lo sportello a intervalli in genere settimanali.  

In ogni incontro viene condivisa e analizzata la ricerca di lavoro condotta nel periodo precedente, viene svolta attività di ricerca utilizzando le attrezzature dello sportello e viene programmata l’attività per il periodo successivo. La metodologia del Job Club è stata inizialmente sviluppata dallo psicologo americano Nathan Azrin negli anni ’70. 

Differenze fra un job club e un corso sulle tecniche di ricerca attiva di lavoro

Lo scopo dei corsi sulle tecniche di ricerca di lavoro è innanzitutto insegnare le tecniche di ricerca, far mettere a punto gli strumenti di ricerca (CV, messaggio di autocandidatura, profilo LinkedIn, etc.) e progettare la ricerca.

Nei corsi sulle tecniche di ricerca attiva di lavoro gli incontri si  tengono in genere in giornate consecutive (ad esempio dal lunedì al venerdì) e poi il corso finisce. I partecipanti sono sempre gli stessi per tutta la durata del corso.

L’obiettivo del job club è invece assistere le persone impegnate nella ricerca di lavoro. Gli incontri si tengono perciò a cadenza settimanale e continuamente nuove persone entrano ed escono dal gruppo.

E’ utile unire le due cose: prima fare un corso sulle tecniche di ricerca di lavoro e poi lanciare un job club per l’accompagnamento.

Cosa si fa in un job club

In maggior dettaglio il Job Club può avere le seguenti funzioni:

0. Apprendere le tecniche di ricerca attiva di lavoro

1. Dare una continuità alla ricerca di lavoro. L’appuntamento periodico facilita la conduzione delle azioni di ricerca fra un incontro e un altro: se so che ogni settimana mi incontro con altre persone per raccontare quello che sto facendo è più facile che lo faccia.

2. Verificare che la ricerca sia svolta nel migliore dei modi e correggere il tiro se emergono degli errori o se mancano dei risultati. Ad esempio durante il Job Club è possibile esaminare come si sono svolte eventuali colloqui di selezione o telefonate di autocandidatura cercando di individuare errori e possibilità di miglioramento.

3. Condividere con gli altri partecipanti i propri stati d’animo (in genere negativi, la ricerca di lavoro come sappiamo è un’attività che demoralizza a causa delle continue risposte negative) e in questo modo sentirsi meglio e riprendere motivazione a condurre la ricerca di lavoro.

4. Aumentare il numero e l’efficacia delle azioni di ricerca di lavoro svolgendone un certo numero durante il Job Club. Durante ogni incontro, se ci sono attrezzature disponibili, i partecipanti possono cercare online indirizzi di aziende, inviare autocandidature, rispondere e mettere annunci, etc.

Il numero delle azioni di ricerca aumenta sia perché alcune attrezzature per condurre la ricerca (pc con word) possono mancare a casa dei partecipanti sia perché trovandosi in aula le persone sono invogliate a svolgerle, mentre da soli a casa la motivazione è minore.

L’efficacia delle azioni di ricerca invece aumenta perché il consulente che facilita il Job Club può intervenire direttamente nelle attività di ricerca dei partecipanti che ne hanno bisogno: ad esempio il consulente può aiutare a interpretare una inserzione, a scrivere una risposta efficace a una inserzione, a scrivere una autocandidatura adattata a una determinata azienda, etc.

5. messa a punto e monitoraggio di piani per il miglioramento della propria occupabilità.

Il punto 0 viene in genere svolto con un corso breve prima di lanciare il Job Club. Ad esempio posso tenere un corso di 10 ore sulle tecniche di ricerca attiva di lavoro e poi lanciare il Job Club, oppure posso spiegare le tecniche di ricerca attiva nei primi incontri del Job Club. Quello che è importante è che tutti i partecipanti abbiano le stesse conoscenze, altrimenti il gruppo è troppo disomogeneo per lavorare bene.

L’inserimento dei contenuti da 1 a 4 (ammettendo che le tecniche di ricerca attiva siano già conosciute) dipende dal tipo di utenza del Job Club.

Il job club con partecipanti di buona occupabilità

Con utenti con buona occupabilità, livello culturale e motivazione (ad esempio neolaureati in discipline scientifiche) il contenuto del Job Club si limita al punto 1 e in misura minore al punto 2.

In un gruppo di 10 persone solo 2-3 partecipanti hanno ogni volta necessità di chiedere chiarimenti approfonditi riguardo all’attività di ricerca di lavoro svolta nella settimana precedente.

I partecipanti con queste caratteristiche sono poco demoralizzati (punto 3) e grazie alla loro motivazione sono in grado di svolgere un buon numero di azioni di ricerca in maniera ottimale (punto 4).

Per questo motivo con partecipanti di questo tipo ogni incontro del Job Club può essere di 2 ore.

Il job club con partecipanti di bassa occupabilità

Con utenti di bassa occupabilità, livello culturale e motivazione non è possibile fermarsi all’attività 1:

  • Un numero maggiore di partecipanti ha necessità di una revisione approfondita di come ha svolto ricerca di lavoro nel periodo precedente all’incontro (punto 2).
  • La demoralizzazione dei partecipanti è maggiore (sanno che a causa della loro condizione hanno meno chance di trovare lavoro) perciò è necessario attivare momenti di condivisione degli stati d’animo (punto 3)
  • Per mancanza di attrezzature o scarsa motivazione, il numero delle azioni di ricerca è minore. E’ utile così attivare anche il punto 4.
  • E ugualmente sono utili attività di tipo 5 così da promuovere il miglioramento dell’impiegabilità.

Per questo motivo con utenti deboli è utile che ogni incontro del Job Club duri 4 o 5 ore e preveda tutte le attività possibili.

Quando gli utenti hanno bassa occupabilità, è utile assisterli nella ricerca di lavoro, ma innanzitutto devi aiutarli a migliorare la propria occupabilità. L’occupabilità può essere migliorata aumentando la propria flessibilità e seguendo dei percorsi formativi.

Se l’occupabilità è scarsa, e non ti preoccupi di farla migliorare, la ricerca di lavoro difficilmente darà dei risultati. Invitando le persone a seguire un job club li stai facendo impegnare nella direzione sbagliata.

Cosa devi saper fare per gestire un job club

Per gestire un job club devi essere in grado di:

  • svolgere attività di orientamento: i partecipanti cercano lavoro, perciò devi conoscere alla perfezione le tecniche di ricerca di lavoro ed essere in grado di dare suggerimenti personalizzati
  • saper presentare gli argomenti (in genere sono relativi alla ricerca di lavoro) con metodologie attive: simulazioni, analisi di casi, prove pratiche. etc.
  • gestire le interazioni in un gruppo di persone, promuovendo interazioni positive e creando un clima di supporto fra i partecipanti.

Come imparare a gestire un job club

Per imparare a gestire Job Club (dal modello americano ho sviluppato una versione adatta al contesto italiano che ho chiamato Job Club di Leonardo Evangelista®) puoi frequentare il mio Corso sulle tecniche di conduzione d’aula.

Per gestire un job club è utile disporre di un programma con tutti i temi da trattare, e le unità formative per ciascun tema. Per ogni unità formativa deve essere scritto: obiettivo, tempo, attività e inoltre devono essere disponibili i materiali da distribuire ai partecipanti.

Trovi tutto questo nel mio corso.

Bibliografia sul job club

Azrin, N.H., & Basalel, V.B. (1980). Job club counselor’s manual: A behavioral approach to vocational counseling. Austin, TX: PRO-ED

FORMAZIONE GRATUITA PER ORIENTATORI

 

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

 

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