Trovare lavoro è come imparare una lingua (o andare in palestra)

Come migliorare le tue possibilità di trovare lavoro

Trovare lavoro è un obiettivo che accomuna moltissime persone in momenti diversi della vita. Ma da cosa dipende realmente la possibilità di riuscirci? Chi si è trovato, o si trova, nel bel mezzo di una ricerca di lavoro spesso si fa questa domanda. Alcuni rispondono con un’alzata di spalle: “Dipende dalla fortuna”, “Dipende dalle raccomandazioni”, “Dipende dal momento”. Sono risposte comprensibili, e in parte vere. Ma sono anche risposte che rischiano di paralizzarci, perché si riferiscono a fattori su cui non abbiamo alcun potere.

In realtà, la ricerca di lavoro è influenzata da una molteplicità di variabili, alcune fuori dal nostro controllo (come la congiuntura economica o il rapporto fra domanda e offerta in un certo settore), altre invece sulle quali possiamo agire concretamente. E sono proprio queste ultime quelle su cui vale la pena concentrarsi.

Le due leve fondamentali: competenze e contatti

Al di là della fortuna e del contesto generale del mercato del lavoro, ci sono due variabili su cui ciascuno può lavorare direttamente:

  1. Il livello delle proprie competenze

  2. Il numero di datori di lavoro contattati

Sono queste le due leve decisive. Più le tue competenze sono migliori rispetto alla maggioranza delle persone che cercano lo stesso lavoro che cerchi tu, più aumentano le possibilità di essere selezionato. E più alto è il numero di aziende o enti a cui ti proponi (in modo mirato e professionale), più aumentano le probabilità che qualcuno abbia bisogno proprio di te.

Spesso però queste due dimensioni vengono trascurate o gestite in modo disorganico. Ci si concentra sul rifare il curriculum o sul rispondere a qualche annuncio, ma senza costanza, senza un metodo. Ed è qui che entra in gioco il paragone che voglio proporre.

Imparare una lingua: il mio insuccesso con il tedesco

Prendiamo ad esempio l’apprendimento di una lingua straniera. È una cosa che può sembrare diversa dalla ricerca di lavoro, ma che in realtà funziona in modo molto simile. Ti racconto la mia esperienza.

Ho iniziato a studiare il tedesco diversi anni fa, all’università, per sostenere un esame. Poi ho smesso. Dopo un po’ ho ripreso, per tradurre articoli di una rivista. Poi l’ho lasciato di nuovo. Anni dopo sono andato in Germania per alcuni soggiorni brevi, sempre con l’idea di “dare una spinta” alla lingua. Poi ho seguito un corso a Berlino prima del Covid. Dopo il Covid ho studiato da solo con alcune app. Più recentemente ho fatto un altro corso a distanza. Il risultato? Non sono mai andato oltre il livello A2, un livello base, che permette solo una comunicazione molto semplice.

E perché non sono andato oltre? Non certo per mancanza di motivazione. Il problema è stato la discontinuità. Studiare una lingua “a intermittenza” non funziona. Se la studi per tre mesi e poi la abbandoni per un anno, quando la riprendi sei ripartito da capo. Il cervello dimentica. I muscoli del linguaggio si atrofizzano. E non c’è nessuna app, nessun corso, che possa compensare la mancanza di costanza.

Anche cercare lavoro richiede continuità

Ecco allora il punto centrale: cercare lavoro è come imparare una lingua.
Non puoi pensarla come un’attività da fare “ogni tanto”, quando hai tempo, quando ti ricordi, quando sei ispirato. Se vuoi davvero trovare un lavoro, soprattutto se non hai competenze fortemente richieste dal mercato, devi impegnarti ogni giorno, con costanza, proprio come se stessi studiando il tedesco.

Studiare Excel per una settimana e poi non aprirlo più per sei mesi non serve a niente. Allo stesso modo, inviare 4 o 5 candidature al mese è troppo poco per fare la differenza. Non basta “essere disponibili” o “avere buona volontà”. Serve una strategia e una pratica continua.

Il secondo paragone: la palestra

Lo stesso concetto vale se vogliamo usare un altro paragone: la palestra.
Se vuoi dimagrire, migliorare la tua forma fisica, o magari avere una pancia scolpita, non ti basta andarci una volta ogni tanto, oppure tutti i giorni per una sola settimana. Per vedere risultati reali, devi andarci regolarmente, con impegno e pazienza.

Certo, può essere noioso. Può non dare risultati subito. Ma funziona. Lo stesso vale per la ricerca di lavoro: non esistono scorciatoie miracolose. Esiste solo la disciplina di chi ogni giorno dedica un po’ di tempo a:

  • aggiornare le proprie competenze,
  • cercare aziende da contattare,
  • mandare candidature personalizzate,
  • riflettere su cosa migliorare.

Competenze medie e mercato competitivo

C’è poi un aspetto da sottolineare. Se sei un saldatore, un camionista, un operatore sanitario, un cameriere, in molti casi le tue competenze sono molto richieste. Non serve neanche cercare tanto, spesso sono i datori di lavoro a cercare te.

Ma se stai cercando un lavoro più generico, ad esempio come receptionist, addetto alle vendite, impiegato amministrativo senza competenze specifiche come la contabilità, allora ti trovi in un segmento molto affollato del mercato.

E lì la concorrenza è forte.

A parità di competenze, vince chi si propone di più, meglio, con più costanza.

La regola delle due C: Competenze e Contatti

Quindi possiamo sintetizzare il tutto in una formula semplice:

Trovare lavoro = Competenze x Contatti

  • Le competenze si allenano, si costruiscono nel tempo, con studio, pratica, esperienze anche piccole ma significative.

  • I contatti (cioè il numero di aziende a cui ti proponi) si costruiscono anche loro nel tempo, cercando opportunità, creando relazioni, mandando candidature anche spontanee, non solo rispondendo agli annunci.

E come con una lingua o con l’attività fisica, l’effetto accumulo conta tantissimo. Ogni giorno in cui studi o ti proponi, metti un mattone. E ogni giorno in cui non fai nulla, perdi pezzi di quello che avevi costruito.

Conclusione

Non puoi cambiare il mercato del lavoro, né il livello della concorrenza. Non puoi controllare la fortuna. Ma puoi prendere in mano le due leve principali che sono nelle tue mani: competenze e contatti. E puoi scegliere di agire non una tantum, ma ogni giorno, anche solo per mezz’ora. Con costanza.

Proprio come imparare una lingua. Proprio come allenarsi in palestra.

È così che puoi arrivare, prima o poi, a ottenere il lavoro che cerchi.

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993 e di formazione dal 2004.  Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.