A fine dicembre il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato il decreto che approva le Linee guida per l’orientamento, riforma prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Gli obiettivi sono: rafforzare il raccordo tra primo e secondo ciclo di istruzione e formazione, per consentire una scelta consapevole e ponderata a studentesse e studenti che valorizzi i loro talenti e le loro potenzialità; contrastare la dispersione scolastica; favorire l’accesso all’istruzione terziaria. Il nuovo orientamento deve garantire un processo di apprendimento e formazione permanente, destinato ad accompagnare un intero progetto di vita.
La riforma è stata approvata entro il termine previsto dal PNRR, fissato al 31 dicembre 2022, dopo aver consultato le Organizzazioni sindacali e avendo recepito la quasi totalità delle osservazioni formulate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI).
Questi i punti principali delle Linee guida:
I moduli curriculari di orientamento nella Scuola secondaria
Dall’a.s. 2023/2024 vengono introdotte per le Scuole secondarie di I grado e per il primo biennio delle Secondarie di II grado, per ogni anno scolastico 30 ore di orientamento, anche extra curriculari; per l’ultimo triennio delle Secondarie di II grado, 30 ore curriculari per ogni anno scolastico. In questo modo viene ulteriormente ampliata la riforma prevista dal PNRR, che stabiliva, invece, 30 ore curriculari solo per le classi quarte e quinte delle Secondarie di II grado.
Le 30 ore possono essere gestite in modo flessibile nel rispetto dell’autonomia scolastica e non devono essere necessariamente ripartite in ore settimanali prestabilite.
E-Portfolio
Ogni modulo di orientamento di almeno 30 ore prevede apprendimenti personalizzati che vengono registrati in un portfolio digitale – E-Portfolio – che integra il percorso scolastico in un quadro unitario, accompagna ragazzi e famiglie nella riflessione e nell’individuazione dei maggiori punti di forza dello studente all’interno del cammino formativo, ne evidenzia le competenze digitali e le conoscenze e le esperienze acquisite.
Docente tutor
Ogni istituzione scolastica e formativa individua i docenti di classe delle Scuole secondarie di I e II grado, chiamati a svolgere la funzione “tutor” di gruppi di studenti, in un dialogo costante con lo studente, la sua famiglia e i colleghi, svolgendo due attività:
aiutare ogni studente a rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono ogni E-Portfolio personale;
costituirsi “consigliere” delle famiglie, nei momenti di scelta dei percorsi formativi e/o delle prospettive professionali.
La formazione dei docenti
Nei prossimi anni scolastici l’orientamento sarà una priorità strategica della formazione dei docenti di tutti i gradi d’istruzione, nell’anno di prova e in servizio. Per i docenti tutor delle Secondarie di I e II grado sono previste iniziative formative specifiche, anche coordinate da Nuclei di supporto istituiti presso ciascun Ufficio Scolastico Regionale.
Campus formativi
In via sperimentale, saranno attivati “campus formativi”, attraverso reti di coordinamento tra istituzioni scolastiche e formative, che offrano una panoramica completa di tutti i percorsi secondari, per ottimizzare l’accompagnamento personalizzato e i passaggi orizzontali fra percorsi diversi.
Piattaforma digitale unica per l’orientamento
Studenti e famiglie avranno a disposizione una piattaforma digitale contenente: informazioni e dati per una scelta consapevole nel passaggio dal primo al secondo ciclo d’istruzione, sulla base delle competenze chiave e degli interessi prevalenti dello studente; documentazione territoriale e nazionale sull’offerta formativa terziaria (corsi di laurea, ITS Academy, Istituzioni AFAM, ecc.); dati utili per la transizione scuola-lavoro, in relazione alle esigenze dei diversi territori; funzioni per l’utilizzo di E-Portfolio.
Job placement anche per la scuola
In tale contesto viene prevista anche una figura nell’ambito del quadro organizzativo di ogni istituzione scolastica che, sulla base dei dati sulle prospettive occupazionali trasmesse dal MIM, dialoghi con famiglie e studenti nell’ottica di agevolare la prosecuzione del percorso di studi o l’ingresso nel mondo del lavoro, al fine di favorire l’incontro tra le competenze degli studenti e la domanda di lavoro.
Le Risorse
Le scuole possono utilizzare le risorse offerte da piani e programmi nazionali ed europei a titolarità del MIM e da iniziative locali e nazionali promosse da regioni, atenei, enti locali, centri per l’impiego, associazioni datoriali, enti e organizzazioni territoriali.
Inoltre, il PNRR consente l’attivazione di molti percorsi e interventi per promuovere l’orientamento nell’ambito di diverse linee di investimento di titolarità del Ministero quali: Nuove competenze e nuovi linguaggi, Interventi per la riduzione dei divari e della dispersione scolastica, Didattica digitale integrata,Sviluppo del sistema di formazione terziaria degli ITS Academy.
Monitoraggio
Viene previsto apposito monitoraggio sull’attuazione delle Linee guida nonché la valutazione del loro impatto. In esito a tali processi si potrà procedere al loro aggiornamento per rafforzarne l’efficacia.
Questa guida è interamente dedicata alla scelta delle superiori, così da sistemizzare i vari contenuti che arrivano mano mano (e da diverse fonti) durante l’anno. Dalle istruzioni ministeriali, alle tabelle di Eduscopio sulle migliori scuole per esiti occupazionali e carriera universitaria, alle “voci di dentro” dei dirigenti scolastici dell’Associazione nazionale presidi che per il terzo anno consecutivo collaborano a questo prodotto. Perché nessuno conosce meglio le scuole italiane di chi le mastica, le vive, la gestisce quotidianamento. Sempre nell’ottica di sostenere e informare gli
studenti e le studentesse che poi dovranno frequentarle.
è stata diffusa in questi giorni la circolare per le iscrizioni dell’anno scolastico 2023/2024. Le domande potranno essere presentate dal 9 al 30 gennaio 2023. Desidero perciò condividere con Voi alcune riflessioni per accompagnare la prossima scelta degli studi, da parte delle Vostre figlie e dei Vostri figli, dopo la scuola secondaria di primo grado.
Sono infatti convinto che sia fondamentale, tutti insieme, sostenere le nostre ragazze e i nostri ragazzi in questa decisione, consapevoli dell’impatto del percorso scolastico e formativo sul loro progetto di vita personale e professionale. In tal senso, occorre prima di tutto riconoscere e valorizzare le loro passioni, le loro predisposizioni e i loro desideri, sicuri che ogni giovane porti in sé abilità e attitudini.
Il dovere allo stesso tempo più delicato e importante della scuola e della famiglia è proprio questo: ascoltare con pazienza, intelligenza e profondità i ragazzi per scoprire i loro talenti; aiutarli a decidere non sulla base di semplici emozioni, del sentito dire di amici e adulti, bensì sulla base di conoscenze concrete raffrontate con la matura consapevolezza delle proprie abilità e potenzialità.
Il nostro compito è star loro vicini, rispondendo, chiarendo, informando e, soprattutto, facendo loro toccare con competenza critica i vantaggi e gli svantaggi che provengono da qualsiasi scelta.
Allo stesso modo, la scuola, attraverso i docenti, ha la responsabilità di accompagnare la decisione di ciascuno al fine di realizzare al meglio i talenti di ognuno.
Il Ministero con la sua “Scuola in chiaro” (https://cercalatuascuola.istruzione.it) mette già a vostra disposizione dati che possono essere utili per una scelta consapevole. Stiamo lavorando, inoltre, anche a una specifica Piattaforma per l’orientamento che sarà riservata a questo compito strategico. Per adesso, senza alcuna pretesa di esaustività, mi permetto di allegare alcune statistiche relative alle prospettive occupazionali dei diplomati, ovvero al rapporto tra percorsi formativi e occupabilità, e alle principali tendenze del mercato del lavoro.
Sono certo che, come sempre, saprete accompagnare nella decisione le Vostre figlie e i Vostri figli, favorendo la loro crescita personale, civile, culturale e professionale.
Nello spirito di una “grande alleanza” auguro perciò a tutte le studentesse e a tutti gli studenti, con l’aiuto di Voi genitori e il supporto dei docenti che li hanno seguiti in questi anni, di fare le scelte più conformi ai loro sogni, ai loro talenti e ai loro progetti di vita.
Seguono poi una serie di pagine con dati statistici sulle professioni più richieste in Italia. Quoto:
A dare infine un quadro orientativo sui fabbisogni del mercato del lavoro in termini di competenze professionali è l’Osservatorio DataLab di Assolavoro che, nell’ultimo rapporto (del 2022), indica quali sono i 30 profili più richiesti dalle aziende, sull’intero territorio italiano. Profili che sono i seguenti:
analisti di dati, sviluppatori software, esperti di intelligenza artificiale, tecnici energetici, tecnici dell’edilizia e geometri di cantiere, architetti e ingegneri, addetti e responsabili contabili, creatori di contenuti per social media, tecnici elettromeccanici e meccatronici, progettisti di impianti elettrici, addetti al controllo qualità, agenti commerciali e immobiliari, esperti di commercio elettronico, addetti all’assistenza clienti, addetti di call center e receptionist, elettricisti industriali e civili, operai specializzati in macchine a controllo numerico, saldatori, operatori taglio laser, manutentori termoidraulici, montatori meccanici, operai edili specializzati, operai addetti al confezionamento, responsabili magazzino, carrellisti con patentino.
In definitiva, c’è una grande richiesta di figure con competenze tecniche: alcune provenienti da un istituto professionale (per esempio, manutentori termoidraulici), altre da un istituto tecnico (per esempio, tecnici meccatronici, geometri di cantiere), altre ancora con formazione universitaria (architetti, ingegneri), compresi i diplomati degli Istituti Tecnici Superiori (ITS). Sono molto richieste le nuove professioni dell’ambito digitale e informatico, ma è ancora alta la domanda di tecnici, progettisti, geometri, come anche molto richiesti sono tuttora gli operai specializzati.
Continuano le segnalazioni di mancanza di personale e di inadeguatezza dell’orientamento scolastico da parte di organizzazioni di datori di lavoro.
Sul Il Corriere della Sera di oggi Giovanni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria con delega al capitale umano racconta i risultati dell’indagine svolta dalla sua associazione tra le aziende associate.
Nei prossimi 5 anni saranno circa 280.000 i «super tecnici» che le imprese non riusciranno a trovare sul mercato. «Ed è una cifra circoscritta solo a cinque settori produttivi -i cinque settori cardine per l’Italia, vale a dire la meccanica, l’agroalimentare, la chimica, la moda e l’ICT- e riferita solo ai prossimi cinque anni: se allargassimo l’orizzonte ci accorgeremmo che quella soglia è destinata a crescere». la cifra è stata calcolata confrontando i fabbisogni aziendali stimati, i pensionamenti previsti e il numero dei diplomati negli istituti tecnici.
«In questi anni la fabbrica è cambiata radicalmente ma non siamo riusciti a comunicare questa rivoluzione. Parliamo di ambienti che ormai assomigliano più a una sala operatoria. Sono titolare di una tessitura dove la trame e l’ordito, il colore del prodotto e tante altre operazioni si governano con un touch screen».
Secondo Brugnoli è necessario «Un grande lavoro di orientamento scolastico, sulle famiglie e sui ragazzi facendo capire loro dove lo studio si può maggiormente concretizzare in uno sbocco di lavoro e quali sono le opportunità offerte dal territorio in cui vivono. Da qui può mettersi in modo un percorso virtuoso che magari comincia con l’alternanza scuola-lavoro, con la conoscenza delle opportunità offerte. Si comincia così impegnandosi, faticando ma aggiungendo al proprio curriculum cose fatte anziché semplici sogni».
Anche Confindustria Trento interviene nel dibattito sull’orientamento alle medie superiori. In una intervista a Il Corriere della Sera il vicepresidente Enrico Zobele inrterviene dicendo che:
“Abbiamo richiamato spesso la necessità di una più solida alleanza tra il mondo della formazione e il mondo del lavoro, per una maggiore corrispondenza tra i percorsi di studio e i fabbisogni del mercato. Le nostre imprese cercano risorse senza trovarle, soprattutto sul territorio. È un grosso problema per le aziende, per alcuni associati addirittura il primo dei problemi, ma è anche un fatto inaccettabile a livello sociale, in una fase in cui la disoccupazione giovanile resta tra le principali emergenze. Troviamo fuori luogo le critiche mosse all’iniziativa di Confindustria Cuneo, che ha soltanto ritenuto di condividere con i giovani e le loro famiglie dati di realtà che spesso vengono ignorati dalle analisi e dal dibattito mediatico.”
Nel dibattito interviene anche una dirigente di ENAIP Trentino, Maria Cristina Bridi:
“La lettera di Cuneo è stata un’iniziativa informativa lodevole e utile, un bel bagno di realtà: i numeri sono quelli, le figure professionali che mancano sono quelle; se avessi il triplo di manutentori industriali da offrire farei felici le aziende del territorio continuamente alla loro ricerca (industrie, caseifici, cantine sociali, cartiere…). C’è una forbice aperta tra necessità e offerta: il lavoro c’è, eccome, è la manodopera che manca. Forse servirebbero più scuole professionali nel territorio e maggior mobilità interregionale, oltre a un orientamento mirato e oggettivo per i ragazzi che stanno per terminare le scuole medie: a quell’età sono ancora piccoli, alcuni hanno bisogno di essere avviati, sulla base anche di prospettive future concrete, alle scuole professionali, nelle quali possono valorizzarsi e trovare soddisfazione, piuttosto che essere indirizzati a percorsi da cui usciranno sconfitti già al primo anno. Ricostruire una carriera scolastica poi è dura, perché subentrano demotivazione, disistima e rabbia.”
Tra qualche settimana molti studenti cominceranno l’università. I loro genitori che si sono laureati circa trent’anni fa potevano permettersi di sbagliare facoltà, errore concesso in un’economia in crescita. Oggi è molto, molto più pericoloso fare errori. Purtroppo migliaia e migliaia di ragazzi in autunno si iscriveranno a Lettere, Scienze politiche, Filosofia, Storia dell’arte. È giusto […]
approvato il 13 novembre 2014 dalla Conferenza Unificata Stato Regioni
Il documento Standard minimi dei servizi e delle competenze degli operatori di orientamento (d’ora in avanti Documento) è stato realizzato da un gruppo di lavoro che include rappresentanti dei più importanti soggetti pubblici che si occupano di orientamento in Italia (Ministeri del lavoro, dell’istruzione, dell’economia, coordinamento delle Regioni, Associazione dei comuni e Unione delle province, con la consulenza tecnica di ISFOL e di Università di Genova) discusso con le parti sociali e poi approvato nella seduta del 13 novembre 2014 dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni. Il Documento classifica le principali attività di orientamento (ad esempio colloquio di consulenza, incontro informativo, auto-consultazione, etc.) e per alcune di esse definisce gli standard minimi, vale a dire la dotazione strumentale e logistica necessaria, la durata, le modalità di erogazione, i prodotti, le attività principali (aree di competenza), le conoscenze richieste agli operatori che le erogano. E’ un documento molto importante perché è verosimile che tutte le normative regionali sui servizi di orientamento si adegueranno in futuro ai contenuti del Documento. Qui di seguito un commento.
A. A cosa servono gli standard dei servizi e delle competenze degli operatori
Abbiamo bisogno di una classificazione delle principali attività di orientamento per spiegare a noi stessi e agli altri quello che facciamo, e per definire quale debba essere la professionalità degli operatori. Deve essere una classificazione facilmente comprensibile dove le attività sono raggruppate secondo criteri logici e in maniera univoca. La classificazione deve inoltre permettere di correlare logicamente ogni gruppo di attività a ambiti di professionalità specifici.
Ho messo a punto un sistema di questo tipo nei miei 10 anni di attività di formatore grazie al confronto con gli oltre 3000 operatori che hanno partecipato ai miei seminari. La mia classificazione delle attività di orientamento prevede tre grandi tipologie:
orientamento informativo: erogazione di informazioni su formazione e/o lavoro senza approfondire la situazione dell’utente. Si tratta di attività individuali o con grandi e piccoli gruppi, quali ad esempio colloquio informativo, seminari e incontri informativi, erogazione di informazioni a distanza tramite telefono, email, siti web.
consulenza orientativa: attività a supporto della progettazione e messa in atto di progetti professionali e formativi che richiedono una analisi approfondita della situazione dell’utente. Si tratta di attività individuali, quali ad esempio colloquio di orientamento specialistico (se condotto utilizzando le abilità di counseling diventa counseling orientativo), bilancio di competenze per fattori individuale, accompagnamento durante la messa in atto del piano d’azione tramite una serie di incontri.
orientamento formativo: attività per favorire l’acquisizione di capacità di azione autonoma relative ai percorsi formativi e professionali. Si tratta in genere di attività con piccoli gruppi, ad esempio corso su tecniche ricerca attiva di lavoro e corso su scelta dell’obiettivo professionale. Le attività di consulenza condotte con un approccio non diagnostico ma educativo contribuiscono ugualmente a sviluppare, come effetto collaterale, capacità di azione autonoma, anche se la loro funzione principale rimane consulenziale.
La cosiddetta didattica orientativa (cioè l’insegnamento delle discipline scolastiche non solo e non tanto a trasmettere conoscenze, ma in modo da ‘fornire gli strumenti per leggere la realtà, comprendere i diversi fenomeni, intervenire con spirito di iniziativa e spirito di cooperazione’) non è considerata in questo schema perché fornire gli strumenti per leggere e intervenire nella realtà è da sempre compito della didattica, vedi i miei due articoli Socrate operatore di orientamento? e L’orientamento come educazione alla vita e l’orientamento formativo.
Le attività accessorie all’erogazione dei servizi di orientamento (ad esempio la progettazione dei servizi di orientamento, il coordinamento dei servizi di orientamento, la formazione di operatori di orientamento, eccetera) non sono considerate perché la mia attività di formatore è focalizzata sulle attività di erogazione diretta all’utente che sono fra loro assai più omogenee e hanno un impatto più pervasivo sulla qualità del servizio.
La mia classificazione si lega facilmente alle caratteristiche richieste agli operatori. In particolare per tutte le attività è necessario padroneggiare le informazioni orientative (offerta relativa a percorsi scolastici, universitari e formativi, profili professionali, tecniche ricerca di lavoro compreso modalità di selezione del personale, normative del lavoro, andamento e caratteristiche del mercato del lavoro e del contesto locale).
Oltre alla conoscenza delle informazioni orientative, lo svolgimento di attività di orientamento informativo richiede di saper
analizzare la domanda dell’utente
rinviarlo altri servizi interni o esterni
erogare informazioni orientative a singoli gruppi
organizzare e tenere aggiornato lo spazio di autoconsultazione e gli altri mezzi di diffusione delle informazioni utilizzati
Oltre alla conoscenza delle informazioni orientative, lo svolgimento di attività di consulenza di orientamento richiede di saper
aiutare le persone a: A. scegliere un obiettivo professionale o un percorso di studi, B. migliorare la propria impiegabilità C. fare una ricerca di lavoro efficace
gestire colloqui individuali
Oltre alla conoscenza delle informazioni orientative, lo svolgimento di attività di orientamento formativo richiede di saper
aiutare le persone a: A. scegliere un obiettivo professionale o un percorso di studi, B. migliorare la propria impiegabilità C. fare una ricerca di lavoro efficace
aiutare le persone a sviluppare competenze orientative
gestire piccoli gruppi
Per un dettaglio vedi gli articoli sul progetto IMPROVE elencati nella pagina indice.
B. La classificazione delle attività e delle prestazioni
A questo punto passo ad analizzare le caratteristiche del Documento. Sono individuate 5 tipologie (nel Documento sono chiamate ‘funzioni’) (pag.5):
Informativa: riguarda le attività volte a sviluppare la capacità di attivazione della persona e di ampliamento, acquisizione e rielaborazione di conoscenze utili al raggiungimento di un obiettivo formativo/professionale specifico
Consulenza orientativa: concerne le attività di sostegno alla progettualità personale nei momenti concreti di snodo della storia formativa e lavorativa e di promozione all’elaborazione di obiettivi all’interno di una prospettiva temporale allargata e in coerenza con aspetti salienti dell’identità personale e sociale
Educativa: indica le attività per lo sviluppo di risorse/competenze e condizioni favorevoli al processo di auto-orientamento della persona per favorirne il benessere, l’adattabilità ai contesti, il successo formativo e la piena occupabilità
Accompagnamento a specifiche esperienze di transizione: indica le attività di sostegno allo sviluppo da parte della persona di competenze e capacità di decisione e di controllo attivo sull’esperienza formativa e lavorativa in essere, al fine di prevenire rischi di insuccesso
Sistema: le funzioni e le attività dell’orientamento necessitano, inoltre, di essere supportate da funzioni di sistema, quali “assistenza tecnica”, “formazione operatori”, “promozione della qualità” e “ricerca e sviluppo” al fine di assicurare l’efficacia degli interventi
Colpisce innanzitutto la forma contorta delle definizioni, che costringe a rileggerle più volte per capirne il significato e distinguere le une dalle altre. Possiamo comunque identificare le funzioni principali:
raccolta e diffusione di informazioni
consulenza alle scelte
sviluppo delle competenze orientative (orientamento formativo)
accompagnamento durante la messa in atto del proprio piano d’azione
attività accessorie all’erogazione.
Inoltre le definizioni sono tali da sovrapporre alcune tipologie. In particolare lo sviluppo delle competenze orientative compare non solo nella tipologia 3, ma anche nella 1 e nella 4. Le tipologie 1, 3, 4 indicano infatti nel proprio specifico attività per lo sviluppo di:
– capacità di attivazione della persona (tipologia 1)
– risorse/competenze (…) favorevoli al processo di auto-orientamento (tipologia 3)
– competenze e capacità di decisione e di controllo attivo sull’esperienza formativa e lavorativa in essere (tipologia 4)
L’attivazione personale (tipologia 1) fa parte delle risorse/competenze (…) favorevoli al processo di auto-orientamento (tipologia 2). Le competenze e capacità di decisione e di controllo attivo sull’esperienza formativa e lavorativa in essere fanno ugualmente parte delle risorse/competenze (…) favorevoli al processo di auto-orientamento (tipologia 2); non si capisce quale sia il vantaggio di differenziare fra lo sviluppo tout court e lo sviluppo durante la messa in atto del piano d’azione.
La sovrapposizione fra tipologie è pericolosa prima di tutto perché viene meno l’obiettivo degli standard, che è di raggruppare e definire in maniera univoca le diverse attività dell’orientamento. Inoltre a ogni tipologia corrisponde una serie di competenze specifiche che devono essere possedute dall’operatore; se le tipologie sono sovrapposte, le competenze richieste non sono chiare.
Per ogni tipologia il Documento indica inoltre le attività che le compongono (chiamate ‘prestazioni’). Vediamo in dettaglio (i miei commenti sono riportati fra parentesi quadre):
Prestazioni comprese nell’ambito della funzione informativa (pag.21)
In ambito extra scolastico:
primo filtro e rinvio ad altre strutture della rete in grado di rispondere ad obiettivi specifici e/o presa in carico dell’utente
informazione sul sistema dei servizi offerti dalla rete territoriale per il lavoro e per l’offerta di formazione e relative moda/ita di accesso (es. saloni, seminari e/o incontri orientativi collettivi)
informazioni sulla struttura de/le professioni e sugli sbocchi professionali (ad esempio i seminari di sensibilizzazione, gli eventi culturali, le visite guidate, gli incontri con testimoni significativi, ecc.)
consultazione/consultazione guidata delle offerte di lavoro, dell’offerta formativa esistente, di tirocini e stage, di opportunità di mobilita e di informazioni (banche dati, cataloghi, ecc.) anche a livello europeo.
In ambito scolastico:
accoglienza nel contesto scolastico all’inizio di ciascun ciclo (e segmento di ciclo) a gruppi/classi (per facilitare l’ingresso nel contesto vengono date informazioni sulle regale e le prassi, i servizi, le opportunità, il POF e vengono raccolti bisogni e richieste di aiuto)
erogazione di informazioni a singoli o a gruppi a seconda dei bisogni – in itinere [non è chiaro quali possano essere questi bisogni]
realizzazione di incontri informativi sui percorsi formativi e sul mondo del lavoro – in itinere
visite d’istruzione ad alcuni contesti significativi (luoghi di produzione, luoghi di scambio, luoghi di fruizione ecc), previa valorizzazione delle esperienze pregresse – in itinere
esperienze di stage, tirocini, alternanza, apprendistato (scuola secondaria di 2′ grado) [stage, tirocini, alternanza, apprendistato –d’ora in poi attività di alternanza- vanno considerati attività di natura educativa e/o formativa, perché migliorano innanzitutto conoscenze e capacità curriculari. Poiché si svolgono all’esterno della scuola o del centro di formazione, e all’interno di strutture produttive, tali attività non possono essere comprese fra le prestazioni orientative erogate da scuole o centri di formazione. E’ inoltre necessario specificare il ruolo dell’operatore: se ci riferiamo all’attivazione delle esperienze di alternanza allora il ruolo dell’operatore è di natura soprattutto amministrativa –predisposizione e firma della convenzione, etc. Se l’operatore conduce seminari che facilitano l’inserimento dello studente nel contesto organizzativo aziendale o di valutazione dell’esperienza, in itinere e al termine, allora abbiamo attività di orientamento formativo. In ogni caso, la collocazione delle attività di alternanza all’interno della funzione informativa mi sembra inappropriata].
Prestazioni comprese nell’ambito della funzione consulenza orientativa (pag.37)
percorsi di consulenza orientativa (articolati in colloqui individuali e laboratori di gruppo) [non sono indicati i temi su cui si svolge la consulenza. Inoltre nell’orientamento la consulenza (cioè l’attività in cui professionista dà un parere o, in un’ottica educativa, aiuta l’utente a definire un obiettivo e/o un piano d’azione su una questione specifica) è per definizione attività individuale, perché con piccoli gruppi non si riesce a seguire ogni partecipante in maniera approfondita. Con piccoli gruppi di utenti si svolgono bene attività di orientamento formativo]
bilanci di competenze [per alcuni anni non è stato chiaro a molti studiosi il rapporto fra bilancio di competenze orientativo e consulenza di orientamento; qui finalmente si riconosce che il bilancio di competenze orientativo fa parte della consulenza orientativa, anche se tale incertezza rimane evidente in vari punti del Documento. Ad esempio a pag. 38: l’analisi della domanda ‘ (…) evidenzia la necessita di un’azione specialistica di orientamento di secondo livello e/o bilancio di competenze’ E’ un errore, perché il bilancio di competenze è un’azione specialistica di secondo livello. E ugualmente, sempre a pag. 38, nel titolo progettazione di percorsi/azioni di consulenza e/o Bilancio di Competenze. Tuttavia la definizione della consulenza orientativa adottata nel Documento rende illogica la collocazione all’interno di questa funzione, infatti il bilancio di competenze prevede di seguire l’utente nel tempo, con incontri periodici, durante la messa in atto del suo piano d’azione. Perciò o si chiarisce che tali incontri non fanno parte del bilancio (posizione un po’ azzardata da un punto di vista teorico) oppure si deve riconoscere che il bilancio, che prevede sia consulenza alla scelta che accompagnamento, non rientra in nessuna delle tipologie prescelte.
Prestazioni comprese nell’ambito della funzione educativa (pag.17)
attività di conoscenza di sé e di sviluppo della identità di ciascuno;
attività per l’acquisizione di senso di responsabilità, decisione, consapevolezza, autonomia, di problem solving;
laboratori di orientamento di gruppo sulle professioni e sulla cultura del lavoro [se si tratta di laboratori informativi, allora la loro collocazione qui è sbagliata, vanno nella tipologia 1]
colloqui individuali a supporto della scelta [questo è un errore grave. Il supporto alla scelta è stato in precedenza definito afferente alla consulenza orientativa]
attività/laboratori per l’acquisizione di Career Management Skills [i career management skills comprendono già attività di conoscenza di sé e senso di responsabilità, decisione, consapevolezza, autonomia, di problem solving, perciò le prestazioni 1 e 2 sono ridondanti]
organizzazione di visite e incontri con testimoni del mondo del lavoro [gli incontri con testimoni significativi sono già elencati in tipologia 1. prestazione 3. e, poiché hanno un contenuto soprattutto informativo, rientrano nella tipologia 1]
attività di alternanza scuola – lavoro con finalità orientativa [vedi quanto già detto con riferimento alla tipologia 1.prestazione 9.]
Prestazioni comprese nell’ambito della funzione accompagnamento (pag. 29)
tirocini formativi e di orientamento [il fatto che si svolgono durante un percorso in itinere non ne cambia la natura. La collocazione qui è illogica. Vedi anche quanto già detto con riferimento alla tipologia 1.prestazione 9.]
stage aziendali [il fatto che si svolgono durante un percorso in itinere non ne cambia la natura. La collocazione qui è illogica. Vedi anche quanto già detto con riferimento alla tipologia 1.prestazione 9.]
percorsi/laboratori di educazione alla scelta [si tratta di un’attività tipica di orientamento formativo, la collocazione qui è illogica]
percorsi/laboratori sul metodo di studio; [si tratta di una attività non orientativa, ma di natura didattica, l’inclusione nel Documento è inappropriata]
colloqui di orientamento di gruppo/ focus-group [non sono chiariti i temi. Se si tratta di attività per sviluppare le competenze orientative vanno nella tipologia 3]
supporto per l’integrazione alla didattica [non è chiaro di che si tratta]
percorsi/laboratori per la prevenzione e/o il recupero della dispersione scolastica/Universitaria; [non sono chiari i contenuti. Se le attività sono legate al potenziamento delle capacità di studio si tratta di un’attività non orientativa, ma di natura didattica; se si tratta di attività di miglioramento delle capacità di fronteggiamento delle difficoltà scolastiche vanno semmai nella tipologia 3 orientamento formativo]
accompagnamento all’inserimento e reinserimento lavorativo (ad esempio attività di tutoring, intervista periodica ex D. Lgs. 297/2002, attività di integrazione per soggetti disabili o con disagio sociale, ecc.) [non è chiaro cosa si intende per attività di integrazione per soggetti disabili o con disagio sociale]
laboratori per il sostegno alla ricerca del lavoro [i laboratori di questo tipo rientrano nell’orientamento formativo]
outplacement / ricollocamento [tutte le attività di outplacement e ricollocamento richiedono consulenza per la scelta dell’obiettivo e la stesura del piano d’azione e durante la messa in atto del piano d’azione, perciò la loro collocazione qui è inappropriata]
Job placement [la facilitazione dell’incontro fra domanda e offerta di lavoro è un’attività esterna all’orientamento; la collocazione di questa prestazione all’interno del Documento è inappropriata]
Prestazioni erogate nell’ambito della funzione di sistema (pag.45)
Nessuna. La funzione di sistema non eroga prestazioni al pubblico.
In sintesi nel Documento:
Le tipologie non sono ben delimitate; in particolare la funzione 3 (educativa) si sovrappone in parte alle funzioni 1 informativa e 4 accompagnamento.
La funzione 4 accompagnamento comprende tutte le prestazioni erogate durante un processo di transizione, ma il momento dell’erogazione riferito al percorso formativo e professionale dell’utente non è sufficiente a cambiarne o caratterizzarne la natura. Una attività di informazione orientativa, orientamento formativo e consulenza rimane sempre tale, sia che sia svolta con un utente in fase di transizione professionale che con un utente non in fase di transizione professionale. Pertanto la funzione 4 non ha una propria ragion d’essere come categoria autonoma (peraltro la stragrande maggioranza degli utenti sono sempre in fase di transizione professionale: i disoccupati sono in cerca di lavoro così da passare dallo stato di disoccupato allo stato di fatto).
Alcune delle prestazioni incluse nel Documento sono esterne all’orientamento, quali ad esempio quelle relative alla didattica e all’incontro domanda offerta; altre prestazioni sono descritte in maniera non chiara; altre ancora sono collocate sotto più di una tipologia, altre ancora sono a cavallo di tipologie diverse. Con riferimento alla funzione educativa, che comprende la cosiddetta didattica orientativa, il Documento rinuncia a definire gli standard di prestazione perché “la tipicità della didattica orientativa merita un’attenzione a se stante.” (pag. 20). Sono d’accordo, e questo conferma quanto detto in apertura sulla natura della didattica orientativa. Sarebbe stato curioso se un gruppo di esperti di orientamento avesse definito gli standard dell’attività di insegnamento.
Gli standard di prestazione della funzione di sistema non sono stati elaborati, con la motivazione (45) che l’attività di coordinamento vanno normata sulla base delle caratteristiche geografiche, demografiche e socio economiche del territorio di competenza. In realtà il gruppo di lavoro ha rinunciato anche a normare altre attività indicate come appartenenti a questa funzione, quali (45) quali “assistenza tecnica”, “formazione operatori”, “promozione della qualità” e “ricerca e sviluppo”. Si tratta di attività importanti ma diverse da quelle di erogazione delle prestazioni di orientamento che costituiscono il nucleo delle attività di orientamento. Anche su questo punto vedi quanto detto in apertura.
C. Le caratteristiche dei servizi
Nell’esperienza mia e della stragrande maggioranza degli operatori di orientamento, il colloquio di informazione orientativa (orientamento di1’ livello) dura da 15 a 30 minuti, mentre il colloquio di consulenza di orientamento dura 60 minuti e per circa il 90% degli utenti che hanno bisogno di consulenza è sufficiente un solo colloquio. I bilanci di competenze individuali vengono inoltre svolti solitamente in un numero di incontri che va da 4 a 6, in un numero di ore corrispondente.
Nei centri per l’impiego le attività di informazione orientativa vengono svolte in genere da personale dipendente, indipendentemente dal titolo di studio. Le attività di consulenza vengono invece svolte da personale esterno laureato, spesso con lauree in discipline affini all’orientamento e specializzazioni ulteriori. Gli esterni sono incaricati direttamente dall’amministrazione pubblica o da agenzie private che hanno vinto bandi per l’erogazione dei servizi di consulenza.
Le indicazioni del Documento relative alla durata dei servizi sono completamente diverse e possono modificare profondamente la situazione attuale.
In particolare la durata del colloquio di primo livello (chiamato colloquio di analisi della domanda, vedi pagina 25) viene stabilita in “fino a 60 minuti con una certa flessibilità in più o in meno”.
Riguardo al colloquio di consulenza, il Documento (vedi pagina 42) afferma che “la durata minima per poter parlare di servizio di consulenza è di almeno 6 ore, e dovrebbe prevedere almeno due incontri individuali.” I termini la durata, minima e 6 ore nel Documento sono indicati in neretto.
Con queste formulazioni il tipo di prestazione erogata non dipende più dal contenuto, ma dalla durata. I parametri fissati, che non hanno alcuna base teorica né erano mai comparsi finora in studi e ricerche sull’orientamento, hanno il risultato di classificare come attività di informazione la stragrande maggioranza delle attività di consulenza svolte al momento all’interno degli sportelli di orientamento. Poiché la definizione del tipo di prestazione è strettamente collegata alle competenze del personale che le eroga, i limiti temporali contenuti nel Documento permettono di assegnare al personale interno dei servizi pubblici per l’impiego la stragrande maggioranza delle attività finora classificate come consulenziali, senza peraltro stabilire alcun requisito per le competenze di tale personale (su questo punto vedi dopo).
Gli standard fissati nel Documento trasformano così con un artificio la quasi totalità delle attività attualmente classificate come di consulenza, e svolte da personale qualificato esterno, in attività di informazione svolta da personale interno che ha in massima parte una preparazione generica, con la verosimile estromissione del personale che attualmente svolge attività di consulenza.
Un’altra notazione è relativa all’enorme durata del bilancio di competenze: se è svolto solo a livello individuale è impossibile far durare un bilancio di competenze così a lungo. Per raggiungere 24/30 ore è necessario integrare i colloqui individuali con attività di orientamento formativo. Se non altro in questo caso abbiamo un’indicazione solo di massima ma non di minima, anche se verosimilmente anche per i bilanci di competenze individuali sarà richiesto dalle singole Regioni il raggiungimento di un monte ore molto elevato e questo crea un vincolo ingiustificato alle modalità di erogazione del servizio di bilancio di competenze.
D. Le caratteristiche degli operatori
Relativamente alle caratteristiche degli operatori il Documento afferma che (pag. 5)
Alle cinque funzioni non corrispondono necessariamente, e secondo un rapporto di reciprocità, servizi nel senso di “strutture dedicate” e/o “profili” professionali, nel senso di figure professionali specificamente o esclusivamente dedicate. E possibile, infatti, che in alcuni servizi siano erogate solo alcune funzioni e, quindi, siano presenti solo alcune figure professionali come del resto è possibile che in alcuni contesti organizzativi una stessa figura professionale possa svolgere più di una funzione.
Relativamente al problema della certificazione delle competenze degli orientatori:
In relazione a chi già opera nel settore è necessario prevedere un dispositivo di riconoscimento delle funzioni/certificazione delle competenze che tenga canto sia dell’esperienza lavorativa pregressa sia di specifici percorsi formativi dedicati. Per i nuovi ingressi sarà analogamente riconosciuta la competenza professionale, sempre attraverso dispositivi di certificazione ma sarà necessario prevedere due percorsi diversi.
Dunque il Documento, con una scelta condivisibile, prevede che i requisiti richiesti agli operatori per poter erogare le diverse prestazioni siano definiti non in relazione a specifiche figure professionali (quali ad esempio psicologo, consulente di orientamento, educatore, eccetera) ma alle competenze effettivamente possedute. È previsto che tali competenze siano misurate e riconosciute attraverso procedure specifiche, una per chi già lavora nel settore e un’altra per i nuovi entranti, ma non è chiarito chi e quando svilupperà tale procedura, né le sue altre caratteristiche. Probabilmente questo punto è stato lasciato in sospeso perché il gruppo di lavoro che ha elaborato gli standard non ha raggiunto un accordo. Nel Documento manca così uno dei punti fondamentali.
E. Le conoscenze degli operatori
Per le funzioni 1 informativa, 2 consulenza orientativa, 4 accompagnamento sono indicate le conoscenze (e anche qualche capacità) che devono essere possedute dagli operatori che erogano i servizi appartenenti a ciascuna funzione. Le riportiamo qui di seguito:
1. Funzione informazione orientativa
Tecniche di ascolto attivo, di comunicazione e relazione con l’utenza
Metodologie per la conduzione di colloqui individuali e di gruppo
Selezione e raccolta delle informazioni più utili secondo il target di utenza;
Fornire informazioni sulle tipologie d’intervento possibili, sulle azioni orientative offerte dalla struttura in cui opera e nelle altre strutture territoriali;
Raccolta e organizzazione delle informazioni necessarie alla soluzione del problema presentato; capacita di organizzare e personalizzare la risposta informativa;
Raccolta di dati sulle strutture per l’orientamento presenti sul territorio, sulle strutture e gli indirizzi scolastici, sulle offerte formative professionali, sull’apprendistato, sulle possibilità di inserimento lavorativo nel territorio, sul contesto socio-economico, sugli aspetti normativi e giuridici relativi agli interventi di orientamento e alle politiche del lavoro;
Gestione di un sistema informative di supporto orientativo (banche dati, documentazione cartacea, informazioni sugli eventi);
Saper creare un rapporto di fiducia e di collaborazione con l’utente
Caratteristiche delle professioni e dei contesti lavorativi
Principi di organizzazione aziendale
Mercato del lavoro locale, trend produttivi ed occupazionali
Conoscenza del sistema e dell’offerta dell’istruzione secondaria e terziaria e della formazione professionale
Riferimenti normativi in materia di regolazione de! mercato del lavoro, istruzione, Università e formazione professionale
Nozioni di economia e sociologia del lavoro e delle principali tipologie di contratti lavorativi
Modalità per l’avvio e l’esercizio del lavoro autonomo-imprenditoriale
Gestione di reti sociali e istituzionali
Principali software applicativi e servizi web-based, utilizzo di strumenti informatici e creazione di nuovi supporti informatici per la gestione dei servizi di orientamento;
Lingua inglese
Principi comuni e aspetti applicativi della legislazione vigente in materia di sicurezza
2. Funzione consulenza orientativa
Metodologie per la conduzione di colloqui individuali e di gruppo con finalità orientative
Tecniche di ascolto attivo, di comunicazione e relazione con l’utenza
Tecniche di gestione del conflitto
Caratteristiche delle professioni e dei contesti lavorativi
Principi di organizzazione aziendale
Mercato del lavoro locale, trend produttivi ed occupazionali
Conoscenza del sistema e dell’offerta dell’istruzione secondaria e terziaria e della
formazione professionale
Riferimenti normativi in materia di regolazione del mercato del lavoro, istruzione, università e formazione professionale
Nozioni di economia e sociologia del lavoro e delle principali tipologie di contratti lavorativi
Modalità per l’avvio e l’esercizio del lavoro autonomo-imprenditoriale
Gestione di reti sociali e istituzionali
Principali software applicativi e servizi web-based per la gestione dei servizi di orientamento
lingua inglese
Principi comuni e aspetti applicativi della legislazione vigente in materia di sicurezza
4. Funzione di accompagnamento
Tecniche di ascolto attivo, di comunicazione e relazione con l’utenza
Tecniche di gestione del gruppo
Caratteristiche delle professioni e dei contesti lavorativi
Principi di organizzazione aziendale
Mercato del lavoro locale, trend produttivi ed occupazionali
Conoscenza del sistema e dell’offerta dell’istruzione secondaria e terziaria e della
formazione professionale
Riferimenti normativi in materia di regolazione del mercato del lavoro, istruzione, Università e formazione professionale
Nozioni di economia e sociologia del lavoro Principali tipologie di contratti lavorativi
Modalità per l’avvio e l’esercizio del lavoro autonomo-imprenditoriale
Gestione di reti sociali e istituzionali
Principali software applicativi e servizi web-based per la gestione dei servizi di orientamento
Principi comuni e aspetti applicativi della Legislazione vigente in materia di sicurezza
F. Le attività principali caratterizzanti ciascuna funzione
Per le funzioni 1 informativa, 2 consulenza orientativa, 4 accompagnamento sono indicate le attività principali (chiamate competenze professionali) propria di ogni funzione. Le indichiamo qui di seguito:
1. Funzione informazione orientativa
Accoglienza e assistenza nella ricerca e gestione delle informazioni
Promozione e allestimento di situazioni o iniziative per l’orientamento sia a livello stabile, in strutture o centri dedicati, sia in stand fieristici
Raccolta di informazioni e gestione di sistemi integrati di documentazione
Partecipazione attiva a reti di strutture dedicate
2. Funzione consulenza orientativa
Analisi dei fabbisogni e progettazione di percorsi/azioni di consulenza e/o Bilancio di Competenze
Consulenza per lo sviluppo delle progettualità e/o delle competenze
Gestione de/la relazione d’aiuto
Integrazione e lavoro in rete
4. Funzione di accompagnamento
Monitoraggio dei percorsi formativi e sostegno a docenti e formatori nel processo di ottimizzazione e integrazione de! percorso formativo
Realizzazione di iniziative finalizzate a/la prevenzione di situazioni di disagio nel fora percorso formativo e/o di inserimento lavorativo.
Svolgimento di azioni di tutoraggio nei percorsi di formazione, di interventi di stage e tirocini nonché di interventi di accompagnamento all’inserimento lavorativo
G. Il monitoraggio e la valutazione dei servizi di orientamento
Il Documento contiene anche una sezione dedicata al monitoraggio e alla valutazione dei servizi di orientamento. La sezione non mostra però un modello specifico di valutazione ma solo alcuni indicatori. Fra quelli di efficacia vengono indicati (pagina 52) l’andamento dell’occupazione giovanile (!) e il grado di assunzione (!). Su questo tema vedi il mio articolo Il Modello a Tre Variabili per l’assicurazione di qualità nei servizi di orientamento.
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Standard minimi dei servizi e delle competenze degli operatori di orientamento
Nella seduta del 13 novembre 2014 la Conferenza Unificata Stato-regioni ha approvato il documento Standard minimi dei servizi e delle competenze degli operatori di orientamento. E’ un documento importante perché, con un processo condiviso con tutti i principali soggetti che si occupano di orientamento in Italia, sono state classificate le principali attività di orientamento (ad esempio colloquio di consulenza, incontro informativo, auto-consultazione, etc.) e per alcune di esse sono stati definiti gli standard minimi, vale a dire la dotazione strumentale e logistica, la durata, le modalità di erogazione, i prodotti, le attività principali (aree di competenza), le conoscenze richieste agli operatori che le erogano. E’ verosimile che tutte le normative regionali sui servizi di orientamento si adegueranno in futuro ai contenuti del documento. Riporto di seguito la parte iniziale del documento. Per un commento vedi questa pagina. Il documento segue le Linee guida del sistema nazionale sull’orientamento permanente pubblicate nel novembre 2013.
Premessa
II presente documento si pone l’obiettivo di presentare una proposta di standard minimi delle prestazioni di orientamento erogate da strutture pubbliche e private e delle competenze professionali degli operatori, di cui all’art. 4, comma 1, lettera b) dell’Accordo sull’Orientamento Permanente (20/12/2012 – rep. Atti n. 152/CU), d’ora in avanti Accordo.
Prima di entrare nel merito del documento, si e considerate fondamentale richiamare alcuni riferimenti e note metodologiche che ne hanno sorretto e sostenuto la stesura. In primis la definizione di orientamento, su cui si fonda l’articolazione del documento stesso, cosi come sancita nell’Accordo:
“processo a volto a facilitare la conoscenza di se, del contesto formativo, occupazionale, sociale, culturale ed economico di riferimento, delle strategie messe in atto per relazionarsi ed interagire con tali realtà, al fine di favorire lo maturazione e lo sviluppo de/le competenze necessarie per pater definire o ridefinire autonomamente obiettivi personali e professionali aderenti al contesto, elaborare o rielaborare un progetto di vita e di sostenere le scelte relative”
In seguito alla firma dell’Accordo, il 5/12/2013 è stato approvato dalla Conferenza Unificata il documento recante “Linee Guida del sistema nazionale sull’orientamento permanente”, a cura del Gruppo di Lavoro lnteristituzionale, di cui all’art. 4 dell’Accordo sopra richiamato. Le Linee Guida nazionali sull’orientamento fanno riferimento a cinque funzioni finalizzate alla realizzazione del diritto della persona all’orientamento lungo tutto ii corso della vita. Si riporta di seguito, in sintesi, la definizione delle cinque funzioni (per i dettagli si rimanda al documento ufficiale), sottolineando che tutte e cinque le funzioni rientrano nella responsabilità di ogni Soggetto/lstituzione competente:
Educativa: indica le attività per lo sviluppo di risorse/competenze e condizioni favorevoli al processo di auto-orientamento della persona per favorirne ii benessere, l’adattabilità ai contesti, ii successo formative e la piena occupabili
Informativa: riguarda le attività volte a sviluppare la capacita di attivazione della persona e di ampliamento, acquisizione e rielaborazione di conoscenze utili al raggiungimento di un obiettivo formativo/professionale specifico
Accompagnamento a specifiche esperienze di transizione: indica le attività di sostegno allo sviluppo da parte della persona di competenze e capacita di decisione e di controllo attivo sull’esperienza formativa e lavorativa in essere, al fine di prevenire rischi di insuccesso
Consulenza orientativa: concerne le attività di sostegno alla progettualità personale nei momenti concreti di snodo della storia formativa e lavorativa e di promozione all’elaborazione di obiettivi all’interno di una prospettiva temporale allargata e in coerenza con aspetti salienti dell’identita personale e sociale
Sistema: le funzioni e le attività dell’orientamento necessitano, inoltre, di essere supportate da funzioni di sistema, quali “assistenza tecnica”, “formazione operatori”, “promozione della qualità” e “ricerca e sviluppo” al fine di assicurare l’efficacia degli interventi
Le cinque funzioni si realizzano nell’ambito di una più ampia e trasversale macro-funzione orientativa a cui adempiono i sistemi, le strutture e le professionalità in essi operanti quando le loro attività concorrono allo sviluppo e al sostegno della progettualità degli individui con riferimento al proprio percorso scolastico, formative, socio-professionale. Alle cinque funzioni non corrispondono necessariamente, e secondo un rapporto di reciprocità, servizi nel senso di “strutture dedicate” e/o “profili” professionali, nel senso di figure professionali specificamente o esclusivamente dedicate. E possibile, infatti, che in alcuni servizi siano erogate solo alcune funzioni e, quindi, siano presenti solo alcune figure professionali come del resto è possibile che in alcuni contesti organizzativi una stessa figura professionale possa svolgere più di unafunzione.
Per rendere maggiormente chiari i contenuti nel prosieguo del documento, si fornisce di seguito una breve descrizione terminologica:
per funzione si intende un insieme di aree di attività (ADA) finalizzate ad uno scope omogeneo. In particolare, si definisce “funzione orientativa” (Pombeni,2003) la finalità cui adempie un sistema o una struttura quando le sue attività concorrono allo sviluppo ed al sostegno della progettualità degli individui con riferimento al proprio percorso scolastico, formative, socio-professionale. Le cinque funzioni declinate nelle Linee Guida sono attivabili da istituzioni/enti/strutture attraverso interventi e dispositivi di volta in volta maggiormente rispondenti ai bisogni delle persone;
per standard si intende la soglia accettabile della prestazione a cui si uniforma ii soggetto produttore o erogatore, sia pubblico che private accreditato. Gli standard delle prestazioni dei servizi di orientamento, possono riguardare dimensioni diverse, ad esempio:
il tipo di azione orientativa (specifico intervento) che viene garantito al cittadino/utente e quali strumenti si rendono disponibili (le dimensioni della funzione orientativa, le aree di attività, gli obiettivi ai quali e mirata)
le modalità di eroqozionedell’intervento di orientamento ovvero come viene realizzata l’azione stessa, descrivendo le attività che si devono attuare nel corso del processo di erogazione;
le competenze minime indispensabili in capo agli orientatori, per attuare gli interventi di orientamento;
per servizio si intende un insieme di macro-aree di attività come classificate dai sistemi regionali e nelle quali si articola la funzione generale di orientamento per ciò che attiene all’erogazione degli interventi. Esse si differenziano secondo le azioni erogate (e quindi, delle competenze necessarie per erogarle);
per azione si intende uno specifico tipo di intervento, nel caso dell’orientamento rivolto ad individui, gruppi o specifici target. Le azioni orientative si differenziano secondo i diversi contesti nei quali hanno luogo (es. Scuola, Università, Centri per l’impiego) e le diverse funzioni orientative generali.
Occorre inoltre sottolineare la necessita di raccordo de/ presente documento con J’esito della definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) di cui si sta discutendo a livello nazionale a seguito delle modifiche apportate dalla Legge Fornero al D.Lgs. 181/2000, che ha introdotto i LEP che devono essere erogati dai servizi per ii lavoro, nonché a seguito della legge delega su/ lavoro che considera i LEP come criteri per /’esercizio della delega nella riforma dei servizi per ii lavoro.
Ciò premesso ii documento è articolato in tre parti:
la prima parte, introduttiva, è dedicata al/a descrizione dei diversi contesti, identificati dalle Linee guida, legittimati ad offrire servizi di orientamento e che concorrono a determinare ii sistema nazionale;
la seconda parte, specifica per ognuna delle cinque funzioni identificate dalle Linee Guida, è dedicata alla descrizione degli standard di qualità delle prestazioni. Le cinque funzioni sono declinate in:
-una sezione in cui sono definiti tutti gli indicatori di processo (finalità, obiettivi, tipologià di prestazioni e declinazione in specifiche azioni, strumenti utilizzabili, destinatari e modalità di accesso al servizio, risultati per ii beneficiario). A tal proposito è indispensabile precisare che ii documento si propone di prevedere tutte le azioni possibili ma saranno poi gli organi competenti a scegliere quelle possibili, realizzabili e utili nello specifico contesto secondo i bisogni e le peculiarità locali
-una sezione, con riferimento alle funzioni “lnformativa”, “Accompagnamento a specifiche esperienze di transizione” e “Consulenza orientativa”, sintetizzata in tabella, in cui viene presentata una proposta di standard’ dei servizi relativamente alla dotazione strumentale e logistica, alla modalità di erogazione delle prestazioni, agli output possibili e alle competenze professionali degli operatori dedicati a tale funzione. A tale proposito c’è poi ii problema de/la certificazione de/le competenze degli orientatori. In relazione a chi già opera nel settore e necessario prevedere un dispositivo di riconoscimento delle funzioni/certificazione de/le competenze che tenga canto sia dell’esperienza lavorativa pregressa sia di specifici percorsi formativi dedicati. Per i nuovi ingressi sarà analogamente riconosciuta la competenza professionale, sempre attraverso dispositivi di certificazione ma sarà necessario prevedere due percorsi diversi.
II documento si chiude con un terzo capitolo, trasversale a/le diverse cinque funzioni identificate, sul/e attività di monitoraggio e valutazione dei servizi di orientamento.
Un diplomato su due «pentito» della scelta fatta a 14 anni
Scelte troppo precoci e strade segnate dai contesti familiari di provenienza. Sono queste le ombre che accompagnano il percorso degli studenti delle superiori, monitorati da AlmaDiploma – l’associazione nata da una costola di Almalaurea, (interconsorzio universitario a cui aderiscono 65 atenei) – per tracciare il «Profilo dei Diplomati 2014»: il nuovo strumento che analizza e valuta l’esperienza formativa delle scuole secondarie di secondo grado. I risultati – ricavati da performance di studio, valutazioni sull’esperienza scolastica e intenzioni di quasi 40mila diplomati di 300 scuole, che hanno superato l’esame di Maturità lo scorso luglio – vengono presentati oggi al Convegno sull’autovalutazione, che si svolge al Miur.
Futuro prossimo è una Guida allo svolgimento di attività di orientamento nelle scuole secondarie di 2’ grado (medie superiori). La Guida, di 127 pagine, è suddivisa in 14 moduli con 52 schede per la loro conduzione, per un totale di 50 ore di attività di orientamento da svolgersi nei 5 anni del percorso scolastico. Assieme alla Guida viene fornito un video e una serie di slides che illustrano i concetti principali dell’orientamento negli istituti superiori di 2’ grado e le caratteristiche di Futuro Prossimo. La Guida è stata realizzata da Donatella Allori.
I moduli sono i seguenti:
Primo anno – ACCOGLIENZA E MONITORAGGIO DELL’ESPERIENZA
MODULO
DURATA
SCHEDE l da utilizzare
1
1.1 ACCOGLIENZA – Conoscere la nuova realtà scolastica
10 ore
Caratteristiche dell’Istituto
Insegnanti della classe 1^ sez.
Presentiamoci
Studenti-tutor nella scuola
Compiti e responsabilità dentro la scuola
Le nostre regole
La nostra classe
Cartelloni
Le regole della classe 1^ sez. …
La nostra classe
1
1.2 FACCIAMO IL PUNTO (sui primi due mesi dell’anno scolastico..)
2 ore
Riflettiamo sui primi mesi di scuola
2.Troviamo soluzioni
Impegno con me stesso
Cartellone
Gli aspetti impegnativi della classe 1^ sez.
1
1.3 VERIFICA DELLA SCELTA EFFETTUATA
2 ore
Disegno la mia situazione
Autovalutazione del mio andamento scolastico
Ragazzi come noi
1
1.4 RI-ORIENTAMENTO (rivolto agli studenti che ne abbiano necessità, consulenza individuale)
1 o più ore
1.Scheda colloquio individuale
Secondo anno – RICONOSCERE INTERESSI E CAPACITA’
MODULO
DURATA
SCHEDE allegate
2
2.1 IMPARARE A RICONOSCERE CARATTERISTICHE SIGNIFICATIVE PER LA DEFINIZIONE DEI PROPRI OBIETTIVI FORMATIVI E PROFESSIONALI
4 ore
Interessi extrascolastici
Interessi scolastici
Le mie capacità scolastiche
Le mie capacità extrascolastiche
2
2.2. SCELTA DELL’INDIRIZZO POST BIENNIO (per i corsi di studio che hanno il biennio comune a più indirizzi triennali..)
3 ore
Quale indirizzo nel triennio? (1)
Discipline di indirizzo del triennio
Contenuti delle discipline del triennio
Alcune figure professionali
Di chi si tratta?
Quale indirizzo nel triennio?(2)
Terzo anno IL MONDO DELLE PROFESSIONI E LO STAGE
MODULO
DURATA
SCHEDE allegate
3
3.1 CONOSCERE IL MONDO DELLE PROFESSIONI
4 ore
Aree occupazionali
Figure professionali
Mi piace perché ….
Traccia per l’intervista ad una persona occupata
3
3.2 PREPARIAMOCI ALLO STAGE
3 ore + 2 ore
Aspettative e… timori
Promemoria per gli allievi stagisti
Abilità trasversali
Esempio di Relazione di stage
Quarto anno – PREPARASI ALLA SCELTA POST DIPLOMA
MODULO
DURATA
SCHEDE allegate
4
4.1 COME FUNZIONA IL MERCATO DEL LAVORO
2 ore
Autovalorizzarsi
Strategie di auto valorizzazione
4
4.2 OPPORTUNITA’ FORMATIVE POST DIPLOMA
3 ore
1.Una scelta difficile2.Traccia per la discussione del caso
4
4.3 L’UNIVERSITA’
3 ore
1.Come impostare la scelta del corso di laurea?
Internet per orientarsi
4
4.4 CONOSCERE LE STRUTTURE SUL TERRITORIO utili per informazioni su formazione e lavoro
1 o più ore
Per saperne di più. Traccia di intervista
Quinto anno – AFFRONTARE IL FUTURO
MODULO
DURATA
SCHEDE allegate
5
5.1 BILANCIO DI RISORSE E PROGETTO POST DIPLOMA
6 ore
Le aree di interesse professionale
Mi piace perché
I miei interessi disciplinari
Le mie attitudini
Un fatto …
Intraprendenza e cooperatività
I miei valori professionali
Io e lo studio
Sintesi di bilancio
Ipotesi di progetto
5
5.2 LA RICERCA DI LAVORO EFFICACE
4 ore
1.CV Europass per giovani diplomati
Modello risposta inserzione
Modello lettera autocandidatura
I materiali della Guida sono stati finora utilizzati con successo con migliaia di studenti. Il costo della Guida è di 90 € compresa IVA se dovuta. Scarica il modulo per l’acquisto della Guida.
Per acquistare la Guida è possibile utilizzare il nodulo qui in basso
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