Ho studiato questo tema usando il libro Psicologia del ciclo di vita. Modelli teorici e strategie d’intervento di Leonie Sugarman.
E’ un libro disorganico che inizia con una lunga premessa di 34 pagine che vorrebbe dare una visione d’insieme del ciclo di vita ma finisce per descrivere in modo sommario autori e temi che poi descrive di nuovo nei capitoli successivi in modo ugualmente sommario. Il risultato è che si fa fatica a comprendere le posizioni dei diversi autori. Superficiali i capitoli dedicati alla raccolta di dati sulla vita delle persone (relativo alla ricerca in ambito sociale in generale) e alle strategie di intervento (riferito agli interventi psicologici in generale e non nella prospettiva del ciclo di vita). A causa di questi limiti ho modificato la presentazione degli argomenti e integrato i diversi temi con fonti esterne. Ho scritto queste note con un dettatore, perciò ci sono degli errori. Siccome si tratta di appunti di lavoro, non mi sono preoccupato di sistemare ortografia e punteggiatura. La numerazione si riferisce alle pagine del libro di Sugarman.
Caratteri e autori della psicologia del ciclo di vita
La psicologia del ciclo di vita cerca di individuare esperienze e risposte individuali alle esperienze di vita che siano statisticamente comuni alla maggioranza delle persone in una certa fascia di età. Un problema è identificare gli stadi. 13.
Il termine sviluppo ha una connotazione valoriale, che presuppone che vi sia un modo adeguato di crescere. Questa affermazione può essere vera nelle prime fasi della vita in cui l’individuo deve sviluppare capacità motorie, relazionali, cognitive. Se parliamo invece di persone adulte il terreno diventa scivoloso 5 Rogers, ad esempio, parla di persona pienamente funzionante intendendo con questo termine apertura alle esperienze e fiducia in se stessi 8.
Una ulteriore difficoltà è che si tende ad ancorare le fasi di vita all’età anagrafica. In realtà persone diverse vivono le stesse esperienze a età diverse e alla stessa età possono vivere situazioni diverse, vedi ad esempio l’età soggettiva, l’età sociale riferita ai compiti assunti nella vita, l’età funzionale relativa alle capacità personali, l’età biologica relativa allo stato di salute 10.
Un rischio è quello dell’ageism, L’ageism (in italiano, “ageismo” o “discriminazione basata sull’età”) è un termine che si riferisce a stereotipi, pregiudizi e discriminazioni nei confronti delle persone a causa della loro età. Può manifestarsi in vari contesti sociali, culturali e professionali e può riguardare sia le persone anziane sia quelle giovani. 10 L’ageism può anche essere interiorizzato 12.
In precedenza, si parlava di psicologia dello sviluppo, che studiava lo sviluppo da neonato ad adolescente. E’ solo a partire dagli anni ’40 del secolo scorso che troviamo autori che ampliano l’analisi a tutto il ciclo di vita, come risultato, la disciplina prende il nome di psicologia del ciclo di vita (life-span development)). Questi autori innovatori sono in particolare:
- Robert Havighurst è noto per la teoria dei compiti evolutivi (developmental tasks). La sua prima opera è “Developmental Tasks and Education” (1948) cui presenta la sua teoria dei compiti evolutivi. Secondo lui, ogni fase della vita presenta compiti specifici che l’individuo deve affrontare per crescere in modo sano e adattarsi alla società.
- Erik Erikson che nella sua opera La “Childhood and Society” (Infanzia e società, 1950) presenta per la prima volta la sua teoria degli 8 stadi di sviluppo psicosociale. L’opera esplora il rapporto tra sviluppo individuale e contesto sociale e culturale, sottolineando come l’identità personale si formi attraverso il superamento di crisi in diverse fasi della vita.
- Paul B. Baltes in una serie di volumi dal titolo “Life-Span Development and Behavior” (Volumi pubblicati tra il 1979 e il 2006) affronta temi come la plasticità, il cambiamento e la stabilità delle funzioni cognitive e il modello selettivo, ottimizzante e compensativo (SOC: Selection, Optimization, and Compensation).
- Daniel Levinson, psicologo e ricercatore nel campo dello sviluppo adulto, descrive quattro stagioni della vita nel suo modello di sviluppo, presentato nel libro The Seasons of a Man’s Life (1978).
La psicologia del ciclo di vita comprende molti autori che si sono preoccupati soprattutto di DESCRIVERE l’esperienza dello sviluppo e dell’invecchiamento. Una minoranza di autori ha cercato invece di MIGLIORARE l’esperienza dell’invecchiamento (Baltes e Baltes).
Possiamo distinguere fra teorie che vedono lo sviluppo come un processo universale e lineare e teorie che invece lo considerano variabile e contestuale. Universale e lineare vedi:
- Freud (4 fasi, si ferma all’adolescenza)
- Piaget (4 fasi, si ferma all’adolescenza)
- Bowlby e Ainsworth (si ferma all’infanzia)
- Erikson (8 fasi)
- Havighurst (6 fasi)
- Levinson (4 stagioni)
- Gould
- Kohlberg (3 fasi), Gillian (3 fasi)
- Cumming, Super (5 stadi), Kolb (3 ere), Maslow e Rogers
- McAdams (3 fasi, con riferimento a come la capacità di costruire narrative autobiografiche varia in relazione all’età)
Negli studi che considerano il ciclo di vita come un processo universale e lineare è possibile prendere in considerazione tutti gli aspetti di un individuo in un certo momento della sua vita (approccio basato sugli stadi di vita). Oppure è possibile considerare un aspetto particolare dello sviluppo attraverso l’intero corso della vita (approccio tematico) 61 Il primo approccio da una descrizione più completa della persona in una determinata fase della sua vita, il secondo approccio spiega meglio l’evoluzione delle persone relativamente a certi temi. Un problema delle impostazioni basata sugli stadi di vita è concordare quali sono questi stadi. L’autrice suggerisce i seguenti 62
Variabile e contestuale vedi:
- Baltes
- Bronfenbrenner
Costa e McGrae e Atchley si concentrano invece sulla stabilità della personalità durate il percorso di vita.
Gli eventi e le transazioni della vita
La classificazione degli eventi
Gli eventi della vita sono dei punti di riferimento 153. Baltes distingue fra:
- Eventi normativi legati alla storia. Riguardano intere generazioni o gruppi di persone esposti agli stessi eventi storici e culturali. Es: Grandi guerre (es. Prima e Seconda Guerra Mondiale). Innovazioni tecnologiche (es. avvento di Internet). Crisi economiche o pandemie (es. crisi del 2008 o COVID-19).
- Eventi normativi legati all’età: Inizio della scuola (6-7 anni). Pubertà (11-14 anni). Matrimonio o formazione di una famiglia (20-35 anni in molte culture). Pensionamento (intorno ai 60-65 anni).
- Eventi non normativi. Gli eventi non normativi sono esperienze individuali e imprevedibili che influenzano il corso della vita di una persona in modo unico. Es: Perdita prematura di un genitore o di una persona cara. Vincita di una lotteria. Diagnosi di una malattia grave. Trasferimento in un altro Paese per lavoro o studio.
Una tassonomia degli eventi della vita è stata proposta anche da Reese e Smyer. Sulla base dei tre elementi:
- la probabilità che un evento abbia luogo,
- la correlazione dell’evento con l’età cronologica,
- il numero di persone potenzialmente interessata.
Ad esempio, il matrimonio è molto correlato con l’età, ha un’alta probabilità che si verifichi, ed è sperimentato da molti. Al contrario avere un incidente sul lavoro ha una relazione debole con l’età, è sperimentato da pochi, e ha una bassa probabilità che si verifichi 158.
E’ possibile, inoltre, classificare gli eventi di vita a seconda degli ambiti di vita in cui si verificano, per esempio famiglia, salute, relazioni sociali, lavoro. Oppure ancora in relazione al grado di stress, ad esempio, morte del coniuge divorzio prigionia sono eventi che provocano lo stress maggiore 161.
Le reazioni delle persone agli eventi
Un’altra linea di ricerca studia le reazioni delle persone agli eventi. Il ciclo di transizione Comprende 7 stadi.
- la paralisi in cui ci si sente sopraffatti e raggelati.
- la reazione che può essere di esaltazione, disperazione e poi minimizzazione
- il dubbio su se stessi
- l’accettazione della realtà e lasciarsi dietro le spalle l’esperienza lasciare andare 166
- tentativi di cambiamenti
- la ricerca di significato di quanto c’è accaduto
- l’integrazione vale a dire la nuova tranquillità
Far fronte alle transazioni secondo Schlossberg
La capacità individuale di affrontare le transazioni è influenzata da una serie di fattori, alcuni relativi alle caratteristiche oggettive della transazione, altri a variabili individuali 168 Secondo Schlossberg le variabili sono
- l’evento scatenante
- il significato che viene attribuito dalla persona 69
- il momento in cui avviene l’evento,
- il grado di controllo che ha l’individuo sull’evento,
- l’eventuale cambiamento di ruolo implicato dalla transazione,
- la natura temporanea o permanente della transizione 171,
- la somiglianza con esperienze già vissute lo stress associato 171
- la valutazione dell’evento 172.
Ci sono poi una serie di variabili relative alle caratteristiche personali, demografiche e psicologiche della persona. Fra le risorse personali e demografiche troviamo
- lo stato socioeconomico,
- il sesso,
- il gruppo etnico,
- l’età e la fase della vita,
- lo stato di salute.
Tra le risorse psicologiche troviamo
- la maturità psicologica,
- la personalità,
- i valori 173 ad esempio successo in campo lavorativo, buone relazioni personali, aspetti filosofici e religiosi, 174
- autostima ed efficacia
- flessibilità 174
Toffler evidenzia l’importanza delle reti sociali di cui l’individuo far parte 175 che definisce zone di stabilità che aiutano durante le transizioni. Possono essere zone di stabilità la famiglia se funziona, gli amici di lunga data, i colleghi, alcune idee per esempio il credo religioso, determinati luoghi come per esempio la propria abitazione, alcuni oggetti in proprietà, alcune organizzazioni in cui si appartiene ad esempio club o associazioni professionali 178.
Un altro elemento di studio sono voi le strategie che le persone adottano davanti alle transizioni 178. Ad esempio, è possibile negoziare un cambiamento nella propria situazione, oppure la fuga o l’evitamento (strategie focalizzate sulla situazione) oppure posso modificare la mia percezione e valutazione della situazione e/o frequentare i corsi di rilassamento (strategie basate sulla persona) 180
Una proposta di periodizzazione
L’autrice propone una sua periodizzazione costruita mettendo assieme Piaget e Bronfenbrenner e altri.
Prima infanzia 0-2
L’interazione con l’ambiente avviene già all’interno dell’utero. La prima infanzia caratterizzata da uno sviluppo estremamente rapido in particolare di una serie di abilità motorie e sensoriali 63. L’esplorazione dell’ambiente avviene attraverso azioni sensoriali, e i neonati imparano la persistenza dell’oggetto (gli oggetti continuano a esistere anche quando sono fuori dal loro raggio visivo) e che un oggetto può essere la rappresentazione di un altro 64 i neonati inoltre iniziano a sviluppare il linguaggio e sviluppano un forte attaccamento alle persone che si prendono di cura di loro. Già in questa fase si manifesta il temperamento di ogni individuo.
- Il microsistema del neonato è caratterizzato principalmente da chi si occupa cura di lui.
- Il mesosistema è costituito dalla connessione fra le diverse reti di cui il piccolo fa parte quali la casa, la famiglia estesa, l’ospedale, comunità 64.
- Nell’esosistema troviamo le strutture sanitarie
- Nel macrosistema troviamo I valori culturali e le tradizioni 64 e il sistema economico
Il periodo prescolastico 2-6
In questa fase il bambino raffina notevolmente le sue abilità motorie imparando a correre, saltare, andare in bicicletta, usare le forbici, scrivere delle lettere. Il bambino inoltre impara a classificare gli oggetti in base a criteri diversi, a formulare frasi articolate seguendo regole grammaticali, a costruire immagini mentali che rappresentano oggetti eventi 65 Il microsistema del bambino si allarga ai pari, la scuola materna e poi alla scuola elementare
L’infanzia, 6 -12
Questa fase è caratterizzata da un grande sviluppo cognitivo. I bambini iniziano a comprendere le leggi della conservazione della quantità, migliora la capacità di empatia e di descrivere stati interiori e motivazioni 66 il tempo passato coi pari aumenta in particolare con quelli dello stesso sesso. Possono comparire altri microsistemi, ad esempio, i gruppi scout le squadre di calcio le attività svolte nel tempo libero 66
L’adolescenza, 12 – 18
In questa fase o negli anni immediatamente precedenti inizia la maturazione sessuale, i rapporti familiari vengono rinegoziati perché gli adolescenti cercano autonomia e prediligono i rapporti coi loro pari fra cui entrano anche quelli di sesso opposto. Si sviluppano relazioni di natura affettiva e sessuale. In questa fase i giovani sviluppano il pensiero logico e astratto per la soluzione dei problemi e grazie a questo sviluppano concetti di sé più astratti relativi al valori fondamentali 67
La prima età adulta, 18 – 40
Da un punto di vista fisico questa è la fase di massima forza, resistenza, capacità di reazione, vigore sessuale. Eventuale matrimonio, figli, lavoro 68
L’età adulta media: 40 – 60
Prime perdite di capacità cognitive (la memoria) e alcuni primi segni di invecchiamento: vista, udito, capelli radi o grigi, rughe, menopausa 69. Gestione dei figli, attenzione verso il mondo interiore, solo una minoranza sperimenta la cosiddetta crisi di mezza età 70
L’età adulta e avanzata: 60 – 75
Declino fisico e cognitivo, pensionamento, eventuale cura dei nipoti o volontariato, rinegoziazione del tempo libero col partner 71.
La tarda età adulta: oltre 75
Declino fisico e cognitivo accelerati, reti sociali e amicali si riducono 72
Gli Stati dello sviluppo psicosessuale secondo Freud
Secondo Freud il comportamento umano è governato da forze inconsce e irrazionali interne all’individuo. La mente è costituita
- dall’ES cioè la parte completamente inconscia composta dagli istinti come la libido presenti dalla nascita.
- L’IO è la struttura razionale, intellettuale e conscia che aspira a soddisfare i bisogni dell’es mediando con i limiti imposti dalla realtà esterna.
- Il SUPER-IO comprende le norme culturali ed è in conflitto con gli altri due 92.
Le tre strutture si sviluppano in sequenza l’es è presente fin dalla nascita, l’io inizia a svilupparsi fra i 2 e i 4 anni, il superior si sviluppa poco prima dell’età scolare 92. Questi tre livelli si sviluppano grazie a 5 stadi fissi dello sviluppo psicosessuale, ognuno dei quali è caratterizzato da una zona del corpo in cui la libido è investita in quel periodo specifico 92
- la fase ORALE arriva fino ai 18 mesi ed è divisa nella fase della suzione e in quella sadico orale in cui il bambino morde.
- Alla fine del primo anno di vita la gratificazione sessuale si sposta verso la regione ANALE, il bambino prova piacere dai movimenti intestinali e dal controllo e al loro controllo 92.
- Nella terza fase quella FALLICA si va dai tre ai sei anni la soddisfazione è ottenuta mediante la stimolazione dell’organo sessuale. In questa fase si sviluppa il complesso di Edipo oppure di Elettra. I due complessi si sviluppano perché il bambino o la bambina cominciano a identificarsi, cioè, a voler assomigliare al genitore. in questo periodo si sviluppa anche il super io 93 che porta una perdita di interesse per la gratificazione sessuale, cosiddetta fase della latenza
- Nella pubertà si sviluppa la fase genitale
Freud non è interessato ai momenti successivi della vita. Secondo Jung invece l’età anziana vede l’emersione dell’inconscio in particolare riguardo ai simboli religiosi 94
Gli stadi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget
La teoria di Piaget dello sviluppo del pensiero prevede quattro stadi fondamentali, che tutti gli individui attraversano in ordine invariato e indipendentemente dall’ambiente sociale culturale a cui appartengono 99.
- 0-2 anno stadio SENSO MOTORIO in cui le interazioni con l’ambiente sono dominate da azioni sensorie e motorie. Nel sesto sottostato dello stadio senso motorio il bambino inizia a manipolare le rappresentazioni interne dell’oggetto 95
- 3-7 stadio PREOPERATORIO, in cui il bambino sviluppa la capacità di usare simboli creando immagini mentali degli oggetti e apprende il linguaggio che altro non è che una rappresentazione verbale degli oggetti e degli eventi. in questa fase, inoltre, il bambino impara a concentrarsi 95 e a classificare gli oggetti in base a una singola dimensione quali forma colore o dimensione.
- 6-12 OPERAZIONI CONCRETE.Il bambino sviluppa la capacità di ragionamento astratto distinguendo la forma di un problema dal suo contenuto specifico. Si fa riferimento a operazioni concrete perché il bambino è in grado di eseguire una serie di compiti solo quando gli oggetti possono essere visti e manipolati. In questo stadio il bambino è in grado di concentrarsi su più di una caratteristica dell’oggetto nello stesso tempo e questo permette di classificare gli oggetti in maniera gerarchica sulla base di varie caratteristica 96
- Dai 13 Il pensiero POST FORMALE inizia a svilupparsi dagli 11 anni. Qui il ragazzo impara a utilizzare il ragionamento astratto e logico per la soluzione dei problemi ed è in grado di applicare concetti a situazioni diverse 96 Il ragionamento formale continua a svilupparsi anche durante l’età adulta ma Piaget non identifica un vero e proprio quinto stadio dello sviluppo cognitivo 96. Altri studiosi invece hanno postulato l’esistenza di altri stadi. Rigel afferma che si sviluppa la capacità di pensiero intuitivo 97 Secondo altri studiosi le persone adulte sviluppano capacità di pensiero dialettico, vale a dire flessibile e saggio 98
La Teoria dell’Attaccamento e la Costruzione di una Base Sicura
La Teoria dell’Attaccamento, sviluppata da John Bowlby negli anni ’50 e ampliata da Mary Ainsworth, spiega come le prime relazioni con i caregiver (genitori o figure di riferimento) influenzino lo sviluppo emotivo, sociale e relazionale dell’individuo. Un concetto centrale in questa teoria è quello di base sicura, che rappresenta il fondamento per un’esplorazione autonoma e sicura del mondo.
- La Teoria dell’Attaccamento: Fondamenti
- a) Il Bisogno Innato di Attaccamento
- Gli esseri umani nascono con un bisogno biologico di stabilire legami affettivi con le figure di accudimento.
- Questo legame garantisce protezione e sicurezza, favorendo la sopravvivenza e il benessere psicologico.
- b) L’Attaccamento come Regolatore Emotivo
- La qualità dell’attaccamento influenza la capacità di gestire emozioni, relazioni e stress.
- Un bambino che riceve cure sensibili e coerenti sviluppa una percezione positiva del mondo e di sé stesso.
- La Base Sicura: Il Cuore della Teoria
Il concetto di base sicura è stato introdotto da Bowlby e approfondito da Ainsworth.
Cos’è la Base Sicura?
- È il senso di fiducia e sicurezza che il bambino prova quando il caregiver è affidabile e disponibile.
- Permette al bambino di esplorare l’ambiente senza paura, sapendo che può sempre tornare alla figura di riferimento in caso di bisogno.
- È il fondamento per lo sviluppo di autonomia e fiducia in sé stessi.
Caratteristiche di una Base Sicura
- Sensibilità del caregiver → Rispondere ai bisogni del bambino in modo coerente e affettuoso.
- Prevedibilità e coerenza → La figura di attaccamento deve essere affidabile e presente nel tempo.
- Supporto emotivo → Offrire conforto nei momenti di stress e incoraggiare l’esplorazione indipendente.
- Tipologie di Attaccamento e Base Sicura (Ainsworth, Strange Situation, 1978)
Mary Ainsworth ha identificato quattro stili di attaccamento, ognuno con implicazioni diverse sulla costruzione della base sicura:
- a) Attaccamento Sicuro (Base Sicura Presente)
- Il bambino esplora liberamente l’ambiente, ma cerca il caregiver in caso di stress.
- Alla separazione mostra disagio, ma si calma facilmente al ritorno del genitore.
- Da adulto, sviluppa relazioni sane, fiducia negli altri e buona autostima.
- b) Attaccamento Insicuro-Evitante (Base Sicura Debole)
- Il bambino evita il contatto con il caregiver, mostrando indipendenza forzata.
- Alla separazione non sembra turbato, e al ritorno del caregiver non cerca conforto.
- Da adulto, può avere difficoltà nell’intimità e nella gestione delle emozioni.
- c) Attaccamento Insicuro-Ambivalente (Base Sicura Incostante)
- Il bambino è molto ansioso e dipendente dal caregiver.
- Alla separazione è molto angosciato e fatica a calmarsi al ritorno del genitore.
- Da adulto, può sviluppare relazioni instabili, paura dell’abbandono e bisogno eccessivo di conferme.
- d) Attaccamento Disorganizzato (Base Sicura Assente)
- Il bambino mostra comportamenti contraddittori (cerca conforto ma lo evita).
- Associato a esperienze traumatiche o maltrattamenti.
- Da adulto, può sviluppare difficoltà relazionali, ansia e disregolazione emotiva.
- La Base Sicura nell’Età Adulta
L’attaccamento non si limita all’infanzia, ma influenza anche la vita adulta:
- a) Relazioni Affettive e Base Sicura
- Gli adulti con un attaccamento sicuro tendono a creare relazioni stabili e basate sulla fiducia.
- Un partner può diventare una “base sicura” in una relazione sana.
- b) Autostima e Regolazione Emotiva
- Chi ha sperimentato una base sicura nell’infanzia sviluppa maggior fiducia in sé stesso e capacità di affrontare lo stress.
- c) Genitorialità e Trasmissione Intergenerazionale
- I modelli di attaccamento si trasmettono da una generazione all’altra.
- Un genitore con un attaccamento sicuro è più propenso a offrire una base sicura ai propri figli.
- Implicazioni per la Psicologia e l’Educazione
- In terapia → Lavorare sulla rielaborazione dei modelli di attaccamento può aiutare a migliorare la regolazione emotiva e le relazioni.
- Nell’educazione → Gli insegnanti possono fungere da figure di supporto, creando ambienti scolastici sicuri per favorire l’apprendimento.
- Nella crescita personale → Essere consapevoli del proprio stile di attaccamento permette di migliorare le relazioni e il benessere emotivo.
- Conclusione
La base sicura è un concetto chiave della Teoria dell’Attaccamento, fondamentale per lo sviluppo di un senso di sicurezza, fiducia e autonomia. Un attaccamento sicuro nell’infanzia favorisce il benessere emotivo, le relazioni sane e la resilienza nella vita adulta. Tuttavia, anche chi ha avuto esperienze di attaccamento insicuro può modificare i propri schemi attraverso esperienze positive e supporto psicologico.
La teoria degli stadi di Eric Erikson
Via via che l’individuo cresce la società lo sottopone a nuove richieste a cui l’individuo deve adattarsi. le richieste provocano crisi emotive, soluzioni positive e queste crisi portano nuova forza vitale 100
Erikson individua 8 crisi o se preferiamo 8 compiti psicosociali. Tutti compiti continuano a esistere per tutta la vita ma in un dato periodo di vita c’è un compito predominante. Se il compito non viene affrontato positivamente lo sviluppo dell’io si arresta 105.
Differenze con Freud:
- Freud si concentra sugli istinti inconsci, mentre Erikson sul sé conscio.
- Freud pensa che la fase adulta della vita viene impostata nella prima infanzia mentre invece Erikson ritiene che la personalità si evolva durante tutto il corso della vita.
- Freud enfatizza componenti “biologici” dello sviluppo psicosessuale, mentre invece Erikson si interessa e fattori sociali culturali e storici.
- Freud opera in una società e aveva bisogno di liberazione dalla repressione sessuale, mentre Erikson ha operato nell’America del nord il cui problema fondamentale era quello dell’identità chi sono e chi diventerò 112.
La Teoria dei Compiti Evolutivi di Robert Havighurst nella Psicologia del Ciclo di Vita
Robert Havighurst, psicologo e docente statunitense, è noto per il suo contributo fondamentale alla comprensione dello sviluppo umano attraverso la formulazione della teoria dei compiti evolutivi. La sua teoria, sviluppata a partire dagli anni ’40, rappresenta una pietra miliare nella psicologia dello sviluppo, fornendo una struttura utile per comprendere come gli individui crescono, maturano e affrontano le sfide della vita in diverse fasi. Havighurst ha identificato una serie di compiti evolutivi che le persone devono affrontare in vari momenti della loro esistenza, sostenendo che il successo o il fallimento nell’affrontare questi compiti influenzi significativamente il benessere e lo sviluppo personale.
Principi Fondamentali della Teoria di Havighurst
La teoria dei compiti evolutivi si basa sull’idea che lo sviluppo umano sia un processo continuo e sequenziale che attraversa varie fasi della vita, dalla nascita alla vecchiaia. Ogni fase è caratterizzata da una serie di compiti specifici che l’individuo deve affrontare per adattarsi con successo al proprio ambiente e progredire verso la fase successiva.
Tre fonti principali dei compiti evolutivi secondo Havighurst:
- Maturazione fisica: Cambiamenti biologici che richiedono adattamenti, come l’apprendimento a camminare nei bambini o il confronto con i cambiamenti fisici della pubertà.
- Pressioni culturali e sociali: Aspettative della società o della cultura di appartenenza, come il completamento dell’istruzione, il trovare un lavoro, o il matrimonio.
- Valori e aspirazioni personali: Obiettivi interni e scelte personali che influenzano il percorso di vita di un individuo, come la decisione di intraprendere una carriera specifica o lo sviluppo di un hobby.
Havighurst sottolinea che il successo nell’affrontare questi compiti porta a una maggiore felicità e preparazione per le sfide future, mentre il fallimento può causare insoddisfazione personale, difficoltà di adattamento e problemi nello sviluppo successivo.
Le Sei Fasi del Ciclo di Vita Secondo Havighurst
Havighurst suddivide il ciclo di vita in sei fasi principali, ciascuna caratterizzata da compiti evolutivi specifici:
- Infanzia e Prima Fanciullezza (0-6 anni)
- Fanciullezza Media (6-12 anni)
- Adolescenza (13-18 anni)
- Giovinezza (19-30 anni)
- Età Adulta Media (30-60 anni)
- Età Avanzata (oltre 60 anni)
Vediamo ora, in dettaglio, i compiti evolutivi specifici di ciascuna fase.
- Infanzia e Prima Fanciullezza (0-6 anni)
Durante questa fase iniziale della vita, lo sviluppo è fortemente influenzato dalla maturazione fisica e dall’apprendimento di competenze di base che costituiranno le fondamenta per lo sviluppo futuro.
Compiti evolutivi principali:
- Apprendere a camminare e parlare: Questi sono i primi segni di autonomia fisica e comunicativa.
- Sviluppare il controllo degli sfinteri: Tappa fondamentale per l’autonomia personale.
- Formare concetti semplici di realtà fisica e sociale: I bambini iniziano a comprendere il mondo che li circonda attraverso l’interazione con i genitori e i caregiver.
- Sviluppare relazioni emotive con i genitori e i familiari: L’attaccamento sicuro con le figure di riferimento è cruciale per la futura salute emotiva.
- Distinguere il bene dal male e sviluppare una coscienza morale iniziale: Le prime nozioni di comportamento accettabile si sviluppano attraverso l’educazione e l’osservazione.
Il successo in questi compiti promuove una base di sicurezza emotiva e fiducia nel mondo.
- Fanciullezza Media (6-12 anni)
Questa fase coincide con l’ingresso nella scuola primaria e un ampliamento significativo dell’ambiente sociale e cognitivo del bambino.
Compiti evolutivi principali:
- Apprendere competenze accademiche fondamentali: Lettura, scrittura e matematica sono essenziali in questa fase.
- Sviluppare competenze sociali con i coetanei: L’amicizia diventa una parte fondamentale dell’esperienza quotidiana.
- Comprendere e interiorizzare le norme e i valori sociali: I bambini iniziano a identificarsi con le aspettative della società.
- Sviluppare una coscienza, moralità e senso di responsabilità: L’autodisciplina e il senso del dovere diventano più rilevanti.
- Sviluppare abilità fisiche necessarie per attività ludiche e sportive: Il gioco e lo sport favoriscono lo sviluppo fisico e sociale.
Questa fase è cruciale per la formazione dell’autostima, che deriva dal confronto con i coetanei e dai successi scolastici.
- Adolescenza (13-18 anni)
L’adolescenza rappresenta una fase di transizione fondamentale, caratterizzata da profondi cambiamenti fisici, emotivi e sociali. L’individuo cerca di sviluppare un’identità personale e sociale.
Compiti evolutivi principali:
- Raggiungere l’indipendenza emotiva dai genitori: La separazione emotiva è necessaria per lo sviluppo dell’autonomia.
- Costruire un’identità personale: L’adolescente esplora chi è e quale ruolo vuole assumere nella società.
- Accettare il proprio corpo e il proprio sesso: I cambiamenti fisici della pubertà richiedono un nuovo adattamento psicologico.
- Sviluppare relazioni mature con i coetanei di entrambi i sessi: Le relazioni sociali e sentimentali diventano centrali.
- Prepararsi per una carriera o un percorso educativo futuro: Le decisioni scolastiche e lavorative iniziano a prendere forma.
- Adottare un sistema di valori e una filosofia di vita: Gli adolescenti iniziano a formare opinioni personali su temi etici, religiosi e sociali.
Il successo in questa fase porta a una solida autostima e a una chiara visione del futuro.
- Giovinezza (19-30 anni)
In questa fase, l’individuo è chiamato a stabilizzare la propria identità e ad assumere ruoli adulti nella società.
Compiti evolutivi principali:
- Scegliere un partner e costruire una relazione intima stabile: Le relazioni amorose diventano un punto centrale.
- Stabilire una carriera o un percorso lavorativo: La realizzazione professionale è un aspetto fondamentale.
- Assumersi la responsabilità civile e sociale: Partecipare attivamente alla vita della comunità.
- Costruire una famiglia e crescere i figli (se scelto): Questo compito varia in base alle scelte personali e culturali.
- Gestire una casa e le responsabilità connesse: L’autonomia abitativa è una tappa importante.
Il successo in questi compiti porta alla soddisfazione personale e alla costruzione di una vita adulta equilibrata.
- Età Adulta Media (30-60 anni)
Questa fase è caratterizzata dalla stabilità e dalla piena espressione delle capacità professionali e personali.
Compiti evolutivi principali:
- Raggiungere la stabilità professionale: Consolidare la carriera e raggiungere traguardi significativi.
- Sostenere la crescita e l’educazione dei figli: Se presenti, i figli richiedono attenzione e supporto.
- Sviluppare attività ricreative e interessi personali: Il tempo libero diventa uno spazio per la crescita personale.
- Mantenere la relazione con il partner e gestire i cambiamenti nella dinamica familiare: Il rapporto con il partner evolve, così come quello con i genitori anziani.
Il successo in questa fase porta a una sensazione di realizzazione e contributo alla società.
- Età Avanzata (oltre 60 anni)
L’età avanzata è una fase di riflessione e adattamento ai cambiamenti fisici, emotivi e sociali legati all’invecchiamento.
Compiti evolutivi principali:
- Accettare il proprio invecchiamento e i cambiamenti fisici: Gestire il declino fisico e mantenere una buona qualità della vita.
- Ritirarsi dal lavoro e adattarsi al pensionamento: Trovare nuove fonti di significato e attività.
- Mantenere relazioni sociali significative: Prevenire l’isolamento sociale.
- Confrontarsi con la perdita di persone care e prepararsi alla propria mortalità: Affrontare il lutto e trovare un senso nella propria vita.
Il successo nell’affrontare questi compiti porta a un invecchiamento sereno e a un senso di completezza.
Critiche e Sviluppi Successivi
Sebbene la teoria di Havighurst sia stata ampiamente influente, ha ricevuto alcune critiche. In particolare, la sua visione può essere considerata rigida e culturalmente specifica, non tenendo pienamente conto della diversità culturale, delle variazioni individuali e delle scelte di vita non convenzionali. Tuttavia, la sua struttura rimane un punto di riferimento importante nella psicologia dello sviluppo, ed è stata integrata e ampliata da teorie successive che pongono maggiore attenzione alla flessibilità del ciclo di vita.
Conclusione
La teoria dei compiti evolutivi di Robert Havighurst offre un quadro utile e dettagliato per comprendere come le persone si sviluppano attraverso le diverse fasi della vita. Affrontare con successo questi compiti contribuisce non solo al benessere individuale, ma anche a una società più equilibrata e funzionale. Sebbene sia stata integrata da teorie più moderne, la visione di Havighurst continua a rappresentare un’importante guida per educatori, psicologi, counselor e chiunque lavori nel campo dello sviluppo umano.
Con la stessa impostazione è utile ricordare anche Hopson e Scally, che identificano una serie di competenze che vanno sviluppate per affrontare con successo la vita: 243
- Necessarie per sopravvivere in generale: leggere e scrivere, gestire il tempo, prendere decisioni, individuare i miei punti forti e le mie aspirazioni, gestire le emozioni
- io e te. Costruire relazioni efficaci di coppia o comunque ravvicinate.
- io e gli altri. Relazioni efficaci con gli altri: assertivo, influenzare, collaborare
- io in situazioni specifiche: lavoro, famiglia, tempo libero, comunità
La Teoria delle Stagioni della Vita di Daniel Levinson
Daniel Levinson, psicologo e ricercatore statunitense, è noto per la sua teoria delle stagioni della vita (Seasons of a Man’s Life, 1978; The Seasons of a Woman’s Life, 1996), che rappresenta uno dei contributi più significativi nello studio della psicologia del ciclo di vita. La teoria di Levinson si inserisce nell’ambito della psicologia dello sviluppo adulto, un campo che, fino agli anni ’70, era relativamente poco esplorato rispetto allo sviluppo infantile e adolescenziale. Levinson ha proposto un modello complesso che descrive il ciclo di vita come una sequenza di stagioni o fasi, ciascuna caratterizzata da specifiche sfide, transizioni e opportunità di crescita. Levinson considera il corso della vita come una sequenza di fasi alternative cambiamento e di consolidamento, ognuna della durata di 7 anni (2 di transizione e 5 di consolidamento) 130
Le risultanti del lavoro dell’autore dipendono da interviste in profondità con un campione di 40 soggetti maschi dai 35 ai 45 anni nel 1969. Sono perciò totalmente non significativi e viene da chiedersi per quale motivo Sugarman gli dedichi circa 10 pagine.
I Fondamenti della Teoria di Levinson
La teoria di Levinson si basa sull’idea che lo sviluppo umano non si fermi con l’età adulta, ma continui per tutta la vita attraverso un processo di transizioni e stabilità. Secondo Levinson, la vita adulta è composta da cicli ricorrenti che includono periodi di stabilità e cambiamento. Questi cicli rappresentano le fasi di una crescita continua, in cui l’individuo affronta e risolve conflitti legati alla propria identità, alle relazioni e agli obiettivi di vita.
Il ciclo del cambiamento comprende 1 shock 2 reazione 3 minimizzazione 4 dubbio su di sé e poi 5 accettazione della realtà e 6 ricerca del significato 86
Elementi chiave della teoria:
- Struttura della vita (Life Structure): La combinazione di ruoli sociali, relazioni, lavoro e valori che definisce l’identità di un individuo in un determinato momento della vita.
- TRANSIZIONI: Periodi di cambiamento in cui la struttura della vita viene rivalutata, modificata o rinnovata.
- Periodi di stabilità: Fasi in cui l’individuo vive con una struttura relativamente definita e stabile, concentrandosi su crescita e consolidamento.
- Il concetto di “sogno” (Dream): L’insieme delle aspirazioni e degli obiettivi che una persona persegue durante la vita, che guida le sue scelte e il suo sviluppo.
Le Fasi del Ciclo di Vita Secondo Levinson
Levinson divide la vita adulta in quattro principali stagioni, ciascuna suddivisa in sottoperiodi di transizione e stabilità. Queste stagioni sono:
- Da 0 a adolescenza
- Prima Età Adulta (17-45 anni)
- Mezza Età (40-65 anni)
- Tarda Età Adulta (60 anni in poi)
Ognuna di queste stagioni include fasi di transizione che servono da ponte tra una fase stabile e l’altra.
- Prima Età Adulta (17-45 anni)
Questa fase è caratterizzata dall’ingresso nella vita adulta e dall’assunzione di ruoli significativi nella società. È un periodo in cui si costruiscono le fondamenta della carriera, delle relazioni e dell’identità personale.
Sottoperiodi della Prima Età Adulta:
- Transizione verso l’Età Adulta (17-22 anni): Questa fase rappresenta il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. L’individuo inizia a separarsi emotivamente dai genitori e ad assumere responsabilità autonome, come scegliere una carriera, trasferirsi da casa e costruire relazioni indipendenti.
Compiti principali:
- Definire una propria identità autonoma.
- Fare scelte educative e professionali.
- Iniziare a costruire relazioni intime indipendenti dalla famiglia d’origine.
- Entrata nella Vita Adulta (22-28 anni): In questa fase, l’individuo inizia a consolidare la propria struttura di vita. Si stabiliscono relazioni significative, si avvia una carriera e si affrontano le prime sfide della vita adulta.
Compiti principali:
- Stabilire una carriera lavorativa.
- Sviluppare relazioni intime stabili (amicizie, partner).
- Definire valori personali e obiettivi di vita.
- Transizione dei 30 anni (28-33 anni): Questo è un periodo di rivalutazione delle scelte fatte fino a quel momento. Molti individui riflettono su cosa funzioni e cosa no nella loro vita e possono prendere decisioni significative, come cambiare lavoro o relazioni.
Sfide comuni:
- Mettere in discussione le scelte di carriera e relazioni.
- Adattarsi a nuove responsabilità familiari e professionali.
- Confrontarsi con i primi limiti personali e professionali.
- Stabilizzazione nella Prima Età Adulta (33-40 anni): In questa fase, l’individuo cerca di consolidare i successi raggiunti e costruire una vita stabile. C’è una maggiore focalizzazione sulla carriera, sulla famiglia e sul contributo alla comunità.
Compiti principali:
- Rafforzare le relazioni familiari e professionali.
- Cercare la crescita nella carriera.
- Trovare un equilibrio tra vita personale e lavorativa.
- Mezza Età (40-65 anni)
La mezza età è una delle fasi più significative e complesse della teoria di Levinson, ed è spesso associata alla famosa crisi di mezza età. Questa fase rappresenta un momento di riflessione sulla vita passata e sulle realizzazioni raggiunte.
Sottoperiodi della Mezza Età:
- Transizione della Mezza Età (40-45 anni): Questo è un periodo critico in cui molte persone si confrontano con domande esistenziali sulla propria identità, sul significato della vita e sul senso delle proprie realizzazioni. La consapevolezza del passare del tempo può portare a una crisi o a un rinnovamento personale.
Sfide comuni:
- Rivalutare le priorità di vita.
- Affrontare il senso di insoddisfazione o incompiutezza.
- Confrontarsi con i limiti fisici e con l’invecchiamento.
- Stabilizzazione della Mezza Età (45-50 anni): Dopo la fase di transizione, l’individuo può trovare un nuovo equilibrio, riorganizzando la propria vita attorno a nuovi obiettivi e valori.
Compiti principali:
- Rinnovare l’impegno nella carriera o esplorare nuove passioni.
- Rinforzare o ridefinire le relazioni familiari.
- Mentoring e trasmissione delle conoscenze alle generazioni più giovani.
- Transizione dei 50 anni (50-55 anni): Questo periodo rappresenta una seconda opportunità per riflettere e apportare modifiche significative alla propria struttura di vita.
Sfide comuni:
- Adattarsi ai cambiamenti nella carriera o al pensionamento anticipato.
- Gestire la “sindrome del nido vuoto” quando i figli lasciano casa.
- Affrontare le preoccupazioni legate alla salute.
- Consolidamento della Mezza Età (55-60 anni): In questa fase, l’individuo tende a consolidare le scelte fatte e a trovare un senso di soddisfazione e realizzazione personale.
Compiti principali:
- Godere dei risultati raggiunti.
- Sviluppare interessi personali e sociali.
- Prepararsi alla transizione verso la tarda età adulta.
- Tarda Età Adulta (60 anni in poi)
La tarda età adulta rappresenta il periodo del ritiro dalla vita lavorativa attiva e il confronto con il processo di invecchiamento. Levinson vede questa fase non solo come un momento di declino, ma anche come una fase ricca di opportunità per la riflessione e la trasformazione personale.
Sottoperiodi della Tarda Età Adulta:
- Transizione verso la Vecchiaia (60-65 anni): Questo periodo è caratterizzato dall’adattamento al pensionamento e ai cambiamenti fisici legati all’invecchiamento.
Sfide comuni:
- Trovare nuove fonti di significato e realizzazione al di fuori del lavoro.
- Gestire il tempo libero e mantenere un ruolo attivo nella comunità.
- Affrontare le perdite di amici, partner o familiari.
- Stabilizzazione nella Vecchiaia (65 anni in poi): L’individuo che riesce ad affrontare con successo questa transizione può godere di una fase di pace e soddisfazione, con un maggiore focus sulla trasmissione delle proprie esperienze alle generazioni future.
Compiti principali:
- Mantenere relazioni sociali e familiari significative.
- Coltivare interessi personali e attività ricreative.
- Confrontarsi serenamente con la propria mortalità.
Il Concetto di “Sogno” e il Ruolo del Mentoring
Uno degli aspetti centrali della teoria di Levinson è il concetto di “sogno”, che rappresenta la visione personale del futuro, un insieme di aspirazioni e obiettivi che l’individuo cerca di realizzare durante la vita. Questo sogno può riguardare sia la carriera che la vita personale e familiare.
Il mentoring è un altro tema importante nella teoria di Levinson. Nella mezza età, molti adulti trovano soddisfazione nel guidare e supportare le generazioni più giovani, condividendo le proprie esperienze e competenze. Questo ruolo contribuisce a dare un senso di continuità e significato alla vita.
Critiche e Sviluppi della Teoria di Levinson
Nonostante la teoria di Levinson abbia avuto un grande impatto ha ricevuto alcune critiche:
- Bias di genere: Le prime ricerche di Levinson si concentravano principalmente sugli uomini, e solo successivamente ha esteso il suo lavoro alle donne, riconoscendo che i percorsi di vita femminili possono differire significativamente a causa di fattori culturali e sociali.
- Determinismo e rigidità: Alcuni critici ritengono che la teoria possa essere troppo rigida nel descrivere le transizioni come inevitabili e universali. Tuttavia, molte persone possono non vivere una “crisi di mezza età” o possono affrontare transizioni in modi molto diversi.
- Influenza culturale: La teoria è fortemente radicata nella cultura occidentale del XX secolo, e le sue applicazioni potrebbero non essere completamente valide in contesti culturali diversi.
Conclusione
La teoria delle stagioni della vita di Daniel Levinson ha aperto la strada a una comprensione più profonda dello sviluppo adulto, evidenziando che la crescita personale non si ferma dopo l’adolescenza, ma continua attraverso tutta la vita. Il modello di Levinson offre una struttura preziosa per analizzare le transizioni e le sfide che accompagnano ogni fase della vita, aiutando le persone a comprendere meglio i propri percorsi personali e professionali. Nonostante alcune critiche, la sua teoria rimane un punto di riferimento importante nella psicologia dello sviluppo e continua a influenzare la ricerca e la pratica clinica nel campo della psicologia del ciclo di vita.
Lo sviluppo della coscienza adulta secondo Roger Gould
Gli studi di Gold sono stati svolti alla fine degli anni 70 del secolo scorso con pazienti psichiatrici e pazienti normali. Gold esamina i cambiamenti del senso del tempo negli individui nelle varie fasi della loro vita. Durante l’adolescenza i giovani percepiscono il tempo come qualcosa di infinito. Alla fine dei vent’anni iniziano invece a pensare che il futuro non è infinito ed è necessario scegliere alcune alternative fra tutte quelle disponibili. Dai 35 ai 45 anni le persone avrebbero il senso del tempo che fugge 143 e si crea la consapevolezza della morte.
Secondo Gold nell’età adulta ci liberiamo dai vincoli interni che ci sono stati trasmessi in ambito familiare e scolastico e che dobbiamo sostituire da valori nostri personali 144. Gli assunti sono i seguenti:
- Apparterrò sempre ai miei genitori, crederò sempre nel loro mondo. Questo assunto viene messo in discussione quando lasciamo la casa dei genitori.
- seguire i dettami dei miei genitori mi porterà buoni risultati e se mi troverò in difficoltà loro verranno e mi aiuteranno questa concezione sarebbe propria dai 20 ai trent’anni.
- la vita è semplice e controllabile.
- non esiste male in me o morte nel mondo 149
La negazione di quattro assunti fondamentali permette la nostra autonomia 151
Le fasi dello sviluppo morale di Kohlberg
Kohlberg ha studiato lo sviluppo del giudizio morale presentando agli individui delle storie che affrontavano un dilemma morale chiedendo il loro parere 99. Anche gli stadi di Kohlberg hanno un ordine invariato e vengono seguiti da chiunque.
- Nel pensiero PRECONVENZIONALE i giudizi morali sono formulati sulla base di criteri esterni, ad esempio possibilità di una punizione o di una ricompensa.
- Nella fase del pensiero CONVENZIONALE il bambino formula giudizi non più sulla base delle conseguenze possibili personali ma sul concetto di giustizia 99, adottando i criteri seguiti da adulti significativi e successivamente da istituzioni come la scuola, la chiesa o la legge. Quando valuta un’azione il bambino considera anche l’intenzione alla base dell’azione 99
- Nella fase di pensiero POST CONVENZIONALE il bambino sviluppa delle convinzioni che sono indipendenti dalle posizioni di altre persone e dall’autorità esterna 100. Il criteri seguiti possono essere definiti sulla base del benessere della maggioranza ma oppure successivamente sulla base di principi etici scelti liberamente a livello personale 100
La studiosa Carol GILLIAN contesta la definizione di Kohlberg secondo cui il livello più elevato della moralità è basato su un‘etica della giustizia, mentre lei preferisce un’etica della cura 100: tutti dovrebbero essere trattati allo stesso modo contro nessuno deve subire azioni malevoli 102 Gillian sostiene che per le donne è fondamentale la costruzione di legami e considerano spaventoso l’isolamento, mentre per gli uomini è fondamentale l’autonomia e considerano minacciosa l’intimità 101. La differente impostazione fra uomini e donne è dovuta al fatto che le donne si prendono cura dei bambini. 103
- EGOCENTRISMO. Il primo stadio è la cura di sé per garantire la propria sopravvivenza. Vengono riconosciuti solo i propri bisogni 101
- RESPONSABILITÀ verso gli altri: nel secondo stadio viene prestate attenzione alla cura degli altri. considerare solo i propri bisogni come nello stadio precedente viene visto egoista 101
- Livello DELL’EQUILIBRIO tra Sé e gli Altri: L’individuo raggiunge una sintesi tra la cura per sé stesso e la cura per gli altri. Le decisioni morali tengono conto sia dei bisogni personali sia delle esigenze altrui, con un approccio equo e rispettoso delle relazioni. Il bene è visto come l’equilibrio tra i diritti di tutti, inclusi sé stessi. Questo stadio è definito dalla cura universale, un concetto che integra la giustizia con la compassione.
Cumming, Super, Maslow e Rogers, Kolb
CUMMING elabora la teoria del disimpegno secondo cui le persone anziane tendono a disimpegnarsi da molti ruoli in cui in precedenza erano stati attivi. Questa teoria è stata molto criticata dall’idea dell’ottimizzazione selettiva come compensazione. La teoria del disimpegno è stata formulata a seguito di indagini svolte negli anni 50 su un gruppo di tipici americani. La ricerca ha rilevato una riduzione dell’interesse e un disimpegno verso il mondo esterno a partire dai 65 anni e a supposto che questo fosse l’evoluzione normale 30 in realtà studi ulteriori hanno dimostrato che queste conclusioni erano sbagliate 30.
SUPER descrive lo sviluppo nella sfera lavorativa come un processo composto di 5 stadi 1. Crescita 0-15, 2. Esplorazione 15-25, 3. Stabilità 25-40, 4. Mantenimento 40-60, 5. Declino >60, 78 usando la metafora dell’arcobaleno. In questo percorso, la persona si trova a ricoprire vari ruoli: studente, coniuge, genitore, lavoratore, cittadino
Gli approcci umanistici allo sviluppo come MASLOW (autorealizzazione) e ROGERS (persona pienamene funzionante) presumono l’esistenza di un impulso fondamentale nell’uomo che li spinge verso la realizzazione del proprio potenziale 81, che però non si sviluppa in una sequenza a stadi.
KOLB divide l’evoluzione umana in tre grandi ere: acquisizione, specializzazione, integrazione 79 che sono influenzati dall’esperienza culturale. La fase della acquisizione va dalla nascita all’adolescenza e prevede l’acquisizione di strutture cognitive fondamentali e dallo sviluppo del senso di sé 79. La fase della specializzazione comprende l’istruzione formale e le prime esperienze di vita adulta in campo personale e lavorativo 80 81. Gli individui tendono a selezionare ambienti e relazioni professionali che ritengono compatibili con le proprie caratteristiche e adattarsi alle esigenze dell’ambiente in cui sono inseriti. Nella fase di integrazione (a cui non tutti arrivano) la persona integra le esperienze acquisite nei precedenti stadi per raggiungere una visione completa e armoniosa di sé e del mondo.
Paul Baltes e il Modello dello Sviluppo come Cambiamento Permanente
Il Modello dello Sviluppo come Cambiamento Permanente è stato elaborato da Paul Baltes all’interno della Psicologia del Ciclo di Vita (Lifespan Psychology). Questo modello supera l’idea che lo sviluppo umano avvenga solo nell’infanzia e nell’adolescenza, affermando che lo sviluppo è continuo, multidirezionale e influenzato da fattori biologici, psicologici e socioculturali.
- I Principi Fondamentali del Modello di Baltes
Baltes propone sei principi chiave che descrivono lo sviluppo come un processo dinamico, plastico e contestuale:
- a) Lo sviluppo dura tutta la vita
- Non esiste un’età privilegiata per lo sviluppo: le persone continuano a cambiare e ad adattarsi in tutte le fasi della vita.
- L’infanzia non è l’unico momento di crescita, e anche la vecchiaia offre opportunità di apprendimento e trasformazione.
- b) Lo sviluppo è multidimensionale
- Non riguarda solo la crescita biologica, ma anche fattori cognitivi, emotivi, sociali e culturali.
- Ad esempio, una persona può migliorare le proprie abilità sociali anche in tarda età, mentre alcune funzioni cognitive possono declinare già nell’età adulta.
- c) Lo sviluppo è multidirezionale
- Non segue un’unica direzione di progresso, ma può includere avanzamenti, regressioni e cambiamenti qualitativi.
- Esempio: con l’età, si può perdere velocità nella memoria a breve termine, ma migliorare nel ragionamento basato sull’esperienza.
- d) Lo sviluppo è plastico
- Gli individui hanno capacità di adattamento e cambiamento, anche di fronte a difficoltà.
- Con il giusto contesto e supporto, è possibile sviluppare nuove abilità anche in età avanzata (es. apprendere una nuova lingua da adulti).
- e) Lo sviluppo è influenzato da fattori contestuali e storici
- Il contesto storico e culturale influisce sulle traiettorie di sviluppo.
- Es. Una persona nata durante la Seconda Guerra Mondiale avrà un’esperienza di sviluppo diversa rispetto a una persona nata nell’era digitale.
- f) Lo sviluppo è regolato dall’interazione tra crescita, mantenimento e perdita
- Con l’età, le persone devono bilanciare l’acquisizione di nuove abilità con la perdita di altre capacità.
- Es. Un anziano può compensare la perdita di memoria con strategie cognitive più efficienti (come l’uso di appunti e promemoria).
- Applicazioni del Modello di Baltes
- a) In Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione
- Il modello di Baltes ha rivoluzionato la didattica, promuovendo l’idea che l’apprendimento è possibile in ogni fase della vita.
- Ha dato impulso alla formazione continua e all’educazione degli adulti.
- b) In Psicologia dell’Invecchiamento
- Ha contribuito a superare la visione dell’invecchiamento come un declino inevitabile, enfatizzando la plasticità cognitiva.
- Ha portato alla nascita di programmi di stimolazione cognitiva e benessere per gli anziani.
- c) In Psicologia Clinica e Sociale
- Aiuta a comprendere come i fattori ambientali e culturali influenzino la salute mentale nel corso della vita.
- Sottolinea l’importanza della resilienza e dell’adattamento ai cambiamenti.
- Conclusione
Il Modello dello Sviluppo come Cambiamento Permanente di Baltes ha rivoluzionato la psicologia dello sviluppo, evidenziando che la crescita e il cambiamento non si fermano mai. Lo sviluppo umano è complesso, multidimensionale e influenzato dal contesto storico e culturale, offrendo opportunità di apprendimento e adattamento in ogni fase della vita.
Il Concetto di Ottimizzazione Selettiva con Compensazione (Baltes)
Il principio dell’Ottimizzazione Selettiva con Compensazione (SOC) è stato elaborato da Paul Baltes all’interno della Psicologia del Ciclo di Vita (Lifespan Psychology). Questo modello spiega come le persone gestiscono lo sviluppo e l’adattamento nel corso della vita, soprattutto di fronte a cambiamenti, perdite o limitazioni legate all’età.
- Definizione del Modello SOC
Il modello SOC descrive tre strategie fondamentali che le persone usano per adattarsi ai cambiamenti e mantenere un buon livello di funzionamento fisico, cognitivo ed emotivo nel tempo:
- Selezione (Selection) → Focalizzarsi su obiettivi e attività essenziali.
- Ottimizzazione (Optimization) → Massimizzare le risorse disponibili per migliorare la performance.
- Compensazione (Compensation) → Adattare strategie alternative per superare le difficoltà o limitazioni.
Queste strategie sono particolarmente importanti nell’invecchiamento, ma si applicano anche ad altre fasi della vita.
- Le Tre Componenti del Modello SOC
- a) Selezione → Focalizzarsi sulle priorità
- Poiché le risorse cognitive, fisiche ed emotive non sono illimitate, le persone devono scegliere su cosa concentrarsi.
- Ci sono due tipi di selezione:
- Selezione elettiva: Scelta consapevole di focalizzarsi su ciò che è più significativo (es. un anziano decide di investire più tempo nella famiglia piuttosto che in nuove attività).
- Selezione per perdita: Scelta forzata dovuta a limitazioni (es. una persona con problemi di mobilità smette di fare escursioni ma continua a camminare nel parco).
- b) Ottimizzazione → Migliorare ciò che funziona
- Le persone cercano di migliorare le loro prestazioni attraverso la pratica e l’uso efficiente delle risorse disponibili.
- Es. Un musicista invecchiando può esercitarsi più intensamente su pochi pezzi, invece di suonare un intero repertorio.
- c) Compensazione → Adattarsi alle difficoltà
- Quando una funzione si deteriora o diventa più difficile da eseguire, le persone possono trovare strategie alternative per compensare la perdita.
- Es. Un anziano con problemi di vista usa occhiali più potenti o audiolibri invece di leggere.
- Esempi Applicativi del Modello SOC
- a) Invecchiamento e Funzioni Cognitive
- Un anziano con una memoria più debole potrebbe prendere appunti dettagliati (compensazione), concentrarsi solo su informazioni essenziali (selezione) e ripetere attivamente le informazioni (ottimizzazione).
- b) Sport e Prestazioni Fisiche
- Un atleta più anziano può ridurre il numero di competizioni (selezione), allenarsi in modo più mirato (ottimizzazione) e usare tecniche di recupero più efficaci (compensazione) per rimanere competitivo.
- c) Carriera e Adattamento al Lavoro
- Un professionista vicino alla pensione può concentrarsi su mansioni strategiche (selezione), sfruttare la sua esperienza per migliorare il lavoro (ottimizzazione) e usare strumenti tecnologici per compensare la riduzione della velocità operativa (compensazione).
- Implicazioni Psicologiche e Sociali
- Il modello SOC spiega come le persone possono mantenere la qualità della vita nonostante il declino di alcune capacità.
- Aiuta a comprendere l’invecchiamento attivo e positivo, mostrando che l’adattamento è possibile attraverso scelte consapevoli.
- È utilizzato in psicologia clinica, gerontologia, coaching e sviluppo personale.
- Conclusione
L’Ottimizzazione Selettiva con Compensazione (SOC) di Baltes mostra come lo sviluppo umano sia un processo di adattamento continuo, in cui le persone possono selezionare le priorità, ottimizzare le risorse e compensare le difficoltà per mantenere il benessere e la funzionalità nel tempo. Questo approccio promuove una visione positiva e proattiva dello sviluppo, anche in situazioni di sfida o cambiamento.
La Teoria Ecologica dello Sviluppo di Bronfenbrenner
Lo sviluppo è il risultato dell’interazione fra individuo e ambiente. Bronfenbrenner inserisce l’individuo al centro di vari cerchi concentrici (4+1) 23 Microsistema: Ambienti immediati e diretti (famiglia, scuola, amici). Mesosistema: Connessioni tra i microsistemi (ad esempio, il rapporto tra famiglia e scuola). Esosistema: Contesti indiretti che influenzano l’individuo (es. lavoro dei genitori, politiche locali). Macrosistema: Valori culturali, norme sociali, sistemi economici e ideologie che permeano gli altri sistemi. Cronosistema: Aggiunto successivamente, rappresenta il cambiamento e la continuità nel tempo, sia a livello personale (es. età, eventi della vita) sia storico (es. cambiamenti sociali o tecnologici).
- Lo sviluppo è radicato nel contesto storico e culturale che si modifica secondo traiettorie proprio che influenzano l’individuo 25 e coorti di individui che hanno la stessa età e che per questo motivo hanno vissuto esperienze simili 25
- lo sviluppo del ciclo di vita è un campo di studio multidisciplinare, a cui concorrono antropologia, storia, sociologia, psicologia sociale, psicologia, biologia
COSTA E McCRAE e la coerenza nel corso della vita
Altri studiosi sostengono invece che dopo il periodo iniziale di crescita la personalità dell’individuo è stabilmente consolidata 82 Costa e McCrae che usano il modello del big five per mostrare come la personalità nel corso della vita rimanga sostanzialmente la stessa 82, almeno negli ambiti del Big five: stabilità emotiva, energia, apertura mentale, amicalità, coscienziosità. Secondo questi autori certo cambiano i ruoli, ma la personalità rimane la stessa 84. Si distingue fra
- coerenza di livello vale a dire la persistenza della forza di un fenomeno nel corso del tempo 82,
- coerenza strutturale che si riferisce alla continuità della natura del fenomeno oggetto di studio,
- coerenza processuale: riguarda la regolarità del cambiamento,
- coerenza ipsativa indica la stabilità nella forza relativa degli attributi di una persona 83
La teoria della continuità nel corso della vita di Atchley
Atchley parla di continuità dinamica in cui la struttura fondamentale dell’individuo sussiste nel tempo 184. L’autore distingue fra strutture interne ed esterne che gli individui nel corso della vita cercano di preservare conservare. Questo permette di mantenere il senso della nostra identità.
La continuità esterna è la tendenza a vivere in ambiente a noi familiari continuando a esercitare abilità che già ci riconosciamo vedi ad esempio la teoria di Holland sugli interessi professionali coerenti con la personalità. L’autore distingue fra continuità dell’ambiente, vale a dire lavoro e luogo di vita, continuità delle relazioni, abbiamo poi le aspettative che l’ambiente (famiglia, lavoro, organizzazioni di cui facciamo parte) ha su di noi 187
La continuità interna è assicurata dalla memoria e del fatto che alcune nostre caratteristiche personali sono relativamente stabili nel tempo 188
La continuità esterna è maggiormente a rischio a causa di cambiamenti di natura economica 188, oppure anche dal fatto che andiamo in pensione. Possiamo avere invece rotture della continuità interna nel caso di gravi malattie 190. In ogni caso una certa quantità di cambiamento rende la vita meno monotona 191. Addirittura, Gergen suggerisce che il nostro livello di soddisfazione relativo alla vita dipenda dalla densità degli eventi 191
Il corso della vita come narrazione
La funzione della narrazione
In generale, la narrazione serve a A costruire la propria identità e B. costruire una visione del mondo condivisa. La narrazione delle storie personali permette di portare ordine negli eventi della propria vita e aiuta a sviluppare e tenere un senso di identità 195. Le storie degli altri invece ci permettano di conoscere meglio il mondo e i comportamenti e le motivazioni degli altri 196. Questo filone di ricerca studia l’aspetto A, vale a dire come le persone costruiscono la propria identità raccontando la propria vita.
Il pensiero narrativo in Jerome Bruner. Bruner distingue tra:
- Pensiero paradigmatico o logico-scientifico – basato su categorie, logica formale e principi di causa-effetto, tipico delle scienze e della matematica.
- Pensiero narrativo – centrato sulle storie, sull’esperienza umana e sulla costruzione del significato attraverso il racconto.
Il pensiero narrativo, secondo Bruner, è il modo in cui gli esseri umani danno senso al mondo attraverso la costruzione di storie. Alcuni elementi chiave di questa modalità di pensiero includono: Temporalità: le narrazioni si sviluppano nel tempo, presentano una sequenza di eventi con un prima e un dopo. Azione e intenzionalità: le storie sono animate da personaggi con intenzioni, desideri e motivazioni. Contestualizzazione: il pensiero narrativo si basa su contesti specifici e non su generalizzazioni astratte.
L’emplotment è il processo nel quale la persona inserisce se stessa come protagonista in una narrazione significativa 191. La costruzione delle storie è influenzata da convenzioni letterarie, norme sociali, obiettivi personali 191.
La NARRAZIONE è un insieme di eventi o esperienze che sono collegate fra loro sulla base di un tema e portano verso un punto finale 88. Le storie di vita sono centrate sulla persona che racconta la storia. Abbiamo narrazioni progressive in cui le cose migliorano nel tempo regressiva in cui accade il contrario oppure stabile 88 questi momenti costituiscono il vocabolario di base e all’interno delle storie di vita si fondono assieme disegnando una linea più complessa. 88
Le caratteristiche della narrazione
Secondo COHLER la narrazione della propria vita viene continuamente riorganizzata sulla base delle esperienze successive 198. Inoltre, la narrazione viene modificata nel passaggio fra le varie fasi di vita 198
FRYE Identifica alcune forme tipiche della narrazione: la commedia dove si supera una sfida una minaccia ottenendo un lieto fine, il romanzo dove il protagonista supera una serie di sfide, la tragedia dove l’esito finale è negativo, la satira ugualmente negativa 200. Il formato prescelto dipenderebbe dalla fase della vita che attraversiamo, ad esempio i bambini adotterebbero sempre il formato della commedia 200. Tutte queste valutazioni sembrano dimenticare che la tonalità emotiva della storia dipende dal tipo di esperienza che la persona ha vissuto. Una persona che nella vita ha vissuto uno o più lutti significativi ovviamente racconterà una storia della propria vita con una tonalità diversa rispetto a chi non ha subito queste esperienze.
ELSBREE individua 5 trame generali. Fondare e costruire una casa prova a dire mettere le radici, impegnarsi per una vita più organizzata. Impegnarsi in un contesto in raggiungere un determinato obiettivo 207 intraprendere il viaggio, riferito al percorso di vita. Sopportare la sofferenza. Costruire il finale 208 a volte questi temi si intrecciano in una sola storia 209
Dan McAdams
Dan P. McAdams, psicologo dello sviluppo e della personalità, ha elaborato il Life Story Model of Identity, secondo cui la narrazione è il mezzo attraverso cui le persone costruiscono e mantengono la propria identità nel corso della vita. La sua teoria si basa sull’idea che l’identità umana si sviluppa come un racconto autobiografico che evolve nel tempo, riflettendo le esperienze, i valori e le trasformazioni personali. 122
- La Narrazione come Costruzione dell’Identità
Secondo McAdams, la narrazione:
- Integra il passato, il presente e il futuro in una storia coerente.
- Aiuta le persone a dare senso agli eventi della vita e a costruire una direzione esistenziale.
- Si sviluppa attraverso diverse fasi evolutive, con elementi strutturali e tematici che cambiano nel tempo.
- Struttura Evolutiva della Narrazione
La costruzione narrativa dell’identità segue uno sviluppo in tre livelli:
- a) Primo livello: Disposizioni temperamentali (Infanzia e Prima Infanzia)
- Nei primi anni di vita, il bambino sviluppa tratti di personalità stabili e biologicamente influenzati (es. estroversione, timidezza, impulsività).
- Questi tratti non sono ancora organizzati in una narrazione coerente, ma gettano le basi per lo sviluppo del Sé.
- b) Secondo livello: Motivazioni, Valori e Ruoli (Adolescenza ed Età Adulta)
- Durante l’adolescenza e l’inizio dell’età adulta, emergono obiettivi di vita, valori e aspirazioni personali.
- La persona inizia a raccontarsi attraverso episodi significativi (es. successi, fallimenti, momenti di svolta).
- Questa fase è legata alla teoria dello sviluppo psicosociale di Erikson (Identità vs. Confusione), in cui i giovani cercano di definire il proprio ruolo nella società.
- c) Terzo livello: La Storia della Vita (Età Adulta e Vecchiaia)
- L’adulto sviluppa una narrazione più complessa e coerente della propria esistenza.
- La storia personale assume una struttura con temi ricorrenti, svolte e significati profondi.
- Il racconto può enfatizzare la continuità o la trasformazione, a seconda di come l’individuo interpreta la propria evoluzione.
- In età avanzata, la narrazione spesso si orienta verso un bilancio della vita (life review), unendo le esperienze in un quadro più ampio.
- Elementi Strutturali della Narrazione
McAdams identifica alcuni elementi chiave che caratterizzano le narrazioni autobiografiche:
- a) Episodi Nucleari
- Eventi significativi che definiscono l’identità (es. una grande decisione, un trauma, un successo importante).
- Questi episodi plasmano la visione di sé e il modo in cui l’individuo si racconta agli altri.
- b) Temi Ricorrenti
- Le storie personali spesso ruotano attorno a temi esistenziali fondamentali, come:
- Agency (autodeterminazione) → La persona si vede come protagonista attivo della propria vita.
- Communion (relazioni e connessioni) → L’identità è costruita attraverso i legami con gli altri.
- c) Struttura Narrativa
- Alcune storie di vita seguono un arco progressivo (crescita, successo, trasformazione positiva), mentre altre possono essere regressive (fallimenti, crisi irrisolte).
- Il modo in cui una persona costruisce il proprio racconto influisce sul proprio benessere psicologico.
- d) immagini è il termine indicato per descrivere la natura dei protagonisti delle storie, classificata sulla base di agentività e comunione. Hanno agentività alta (il valore fra parente si si riferisce invece a comunione): Guaritore (+), insegnante (+), guerriero (-), saggio (-). Hanno bassa agentività amico (+) caregiver (+), sognatore (-), superstite (-). 120
- La Narrazione e il Benessere Psicologico
McAdams evidenzia che la qualità della narrazione ha un impatto significativo sul benessere:
- Narrazioni redentive → Storie in cui le difficoltà vengono superate e trasformate in crescita personale (es. “Ho vissuto un trauma, ma mi ha reso più forte”). Queste storie favoriscono un’identità positiva e resiliente.
- Narrazioni contaminanti → Storie in cui esperienze negative oscurano i successi e il senso della vita (es. “Avevo tutto, ma poi ho perso tutto”). Queste storie sono associate a maggiore sofferenza psicologica.
Le persone che costruiscono narrazioni di crescita e significato tendono ad avere maggiore benessere e adattamento nel corso della vita.
- Conclusione
La teoria di McAdams mostra che lo sviluppo dell’identità è un processo narrativo in continua evoluzione, che integra esperienze, valori e trasformazioni personali. Attraverso la costruzione e la revisione della propria storia, gli individui danno significato alla loro esistenza e affrontano le sfide della vita con maggiore consapevolezza.
La raccolta dei dati sulla vita delle persone
Per raccogliere i dati sul ciclo di vita è possibile utilizzare varie metodologie, ad esempio, l‘osservazione naturalistica e controllata, le testimonianze dirette dei partecipanti raccolte con interviste, questionari e test standardizzati 38, oppure anche indirettamente tramite diari, letteratura, racconti. È possibile usare un approccio quantitativo o qualitativo 36.
L’osservazione naturalistica può essere basata su descrizioni diaristiche vale a dire il racconto di quello che emerge dall’interazione quei soggetti studiati durante incontri periodici, descrizioni di specimen, vale a dire di sequenze di comportamento, campionatura temporale, vale a dire l’osservazione intermittente di comportamenti a brevi intervalli, rilevazione di eventi specifici 37. L’osservazione naturalistica è poco utile per raccogliere i dati su eventi che si verificano raramente all’interno dell’ambiente naturale di partecipanti. In altri casi si preferisce l‘osservazione in studio che però riduce la validità ecologica 38
Le interviste possono essere più o meno strutturate, a seconda degli obiettivi. Nell’intervista biografica di Levinson ogni partecipante svolge fino a 10 colloqui video registrati 39. Nei questionari si richiede ai soggetti di fornire risposte scritte a una serie di domande predefinite. I test standardizzati misurano costrutti psicologici 40.
La triangolazione consiste nell’uso di vari tipi di dati sullo stesso argomento 41 si distingue tra
- triangolazione delle fonti (ad esempio intervistare anche i familiari sui ricordi da bambino),
- triangolazione del ricercatore, vale a dire l’uso di ricercatori diversi,
- triangolazione metodologica che usa varie tecniche di indagine
- triangolazione teorica vale a dire l’utilizzo di diverse prospettive teoriche,
- triangolazione interdisciplinare che utilizza teorie, metodi, fonti di più discipline 42
Riguardo ai disegni di ricerca possiamo usare ricerca LONGITUDINALE, nel quale un gruppo di soggetti viene seguito nel tempo, studiando i cambiamenti delle caratteristiche prese in esame 43 Il problema è la generalizzabilità dei risultati. Inoltre, una distorsione viene creata dal fatto di sapere di essere oggetto di studio, e inoltre il numero dei soggetti nel gruppo si riduce col tempo.
Nella ricerca TRASVERSALE nello stesso momento vengono esaminate persone di diversa età 45. Anche in questo caso ci sono problemi di generalizzabilità.
Nella ricerca A INTERVALLO TEMPORALE si considerano invece persone della stessa età provenienti da corti diverse, ad esempio, di trentenni nati nel 1930 con i trentenni nati nel 1950; questo metodo però richiede tempi molto lunghi 45. Vedi anche gli altri sistemi a pagina 46
Vari tipi di campionamento:
- casuale in cui ogni individuo facente parte della popolazione esaminata ha uguale possibilità di essere selezionato 48
- rappresentativo comprende la stessa percentuale di persone per età e sesso e provenienti da vari background culturali etnici e socioeconomici educativi eccetera della popolazione da cui il campione viene selezionato. Le variabili considerate dipendono dal tema della ricerca 48
- mirato i ricercatori scelgono come soggetti persone che possono ricoprire il ruolo di testimoni esperti 51.
- di convenienza si includono persone che sono facili da coinvolgere 51
I criteri che seguono si riferiscono a ricerca all’interno della tradizione ipotetico deduttiva 52
- La validità interna è la misura in cui le variazioni di una variabile indipendente possono essere attribuite alle variazioni della variabile indipendente 52
- la validità esterna si riferisce alla generalizzabilità 52
- l’affidabilità riguarda la replicabilità dei risultati della ricerca
- l’obiettività si riferisce alla neutralità del ricercatore 53
Nella ricerca naturalistica (o, secondo Lincoln e Guba, costruttivistica) sono stati sviluppati dei criteri di valutazione delle ricerche paralleli a quelli appena elencati.
- Invece della validità interna abbiamo la credibilità, vale a dire quanto la visione dei ricercatori corrisponde a quella dei soggetti della ricerca.
- La trasferibilità è facilitata da una descrizione dettagliata dei risultati della ricerca che permettono a soggetti esterni di valutarne la trasferibilità ad altri contesti.
- L’affidabilità è sostituita l’aderenza che viene valutata grazie alla disponibilità di informazioni pertinenti sulla ricerca svolta.
- L’obiettività è sostituita dalla confermabilità che viene raggiunta e rendendo espliciti e tracciabili il processo di elaborazione delle informazioni
Esistono varie strategie per favorire e verificare la credibilità dei dati:
- impegno prolungato di ricercatori con i partecipanti alla ricerca,
- l‘osservazione continuativa nel tempo,
- la discussione dei risultati della ricerca con pari grado,
- l’analisi dei casi negativi,
- la registrazione del processo di sviluppo delle idee da parte del ricercatore, in modo che sia verificabile anche da parte di altri ricercatori,
- la verifica continua dell’ipotesi dei dati insieme ai soggetti della ricerca,
- la triangolazione vale a dire l’uso di fonti multiple 55
Lincoln e Guba sostengono che la ricerca deve raggiungere l’equità. Questo è possibile includendo equamente tutte le prospettive di ricerca, e tutte le parti interessate alla ricerca. In questa prospettiva
- equità ontologica è la misura in cui le cognizioni tutte le parti in causa vengono migliorate e ampliate 57
- equità educativa è la misura in cui gli individui partecipanti ampliano la comprensione di persone al di fuori della propria cerchia.
- equità catalitica e la misura in cui le conoscenze generate dalla ricerca portano modifiche nei comportamenti dei vari soggetti coinvolti
- equità tattica è il grado in cui le parti interessate aumentano il proprio potere di azione 57
L’etica della ricerca. Secondo la British Psychological Society ogni ricerca dovrebbe considerare il punto di vista e rispettare la dignità di tutti i partecipanti. A questo scopo è necessario
- ottenere il consenso informato dei soggetti che saranno utilizzati nella ricerca,
- evitare inganni sulle finalità della ricerca
- fornire informazioni sulla ricerca ai partecipanti,
- permettere ai partecipanti alla ricerca di ritirarsi,
- assicurare la riservatezza delle informazioni relative ai partecipanti
- proteggere i partecipanti da ogni danno fisico o morale,
- informare e ottenere l’autorizzazione da tutti i soggetti coinvolti nella ricerca osservazionale,
- aiutare i partecipanti a ottenere supporto in caso ne abbiano bisogno,
- assicurare che tutti i ricercatori rispettino queste norme etiche 59
L’intervento
Approccio evolutivo contro approccio patologico. Possiamo considerare le difficoltà individuali derivanti da una necessità di evoluzione o da un deficit 212
- L’approccio patologico agli eventi e alle transazioni di vita considererà queste esperienze come momenti di crisi e di stress. L’intervento prevede perciò azioni mirate a eliminare e ridurre lo stress 212
- L’approccio evolutivo invece considera gli eventi della vita come condizioni di disequilibrio che precedono la crescita e possono favorirla 212 l’obiettivo dell’intervento non è la prevenzione degli eventi critici della vita ma il miglioramento della capacità del singolo di affrontarle 212
La natura degli interventi di aiuto
L’intervento è un tentativo programmatico di cambiamento 228 e può basarsi su varie teorie e vari meccanismi di funzionamento dell’individuo. Gli interventi terapeutici possono aver luogo prima, durante o dopo l’evento 230. Si distingue fra 329:
- prevenzione primaria diretta a ridurre l’incidenza di un disordine all’interno della comunità,
- prevenzione secondaria che mira a ridurre la durata dei disordini che si verificano,
- la prevenzione terziaria che aspira a ridurre il deterioramento che risulta dai disordini 229.
Livelli di intervento. Gli interventi terapeutici possono avvenire:
- a livello individuale, e si cerca in questi casi di modificare l’individuo.
- al piccolo gruppo e centrati sulle dinamiche interpersonali invece che intrapersonali 230.
- a livello organizzativo dentro le organizzazioni,
- a livello sociale cercando di modificare legge regolamenti 231.
Le modalità di erogazione dell’intervento possono essere diverse, in alcuni casi sono i pazienti che contattano l’esperto. Nella modalità di ricerca è invece il professionista che si sforza di raggiungere i potenziali utenti 234.
Le fonti di aiuto non strutturato
AUTOAIUTO INDIVIDUALE. La prima fonte di aiuto è il potenziamento del sé 219. Esistono molte risorse libri o video dedicati all’auto miglioramento. Questo approccio è stato molto criticato perché la persona potrebbe sbagliare l’autodiagnosi è inoltre probabile che i programmi non vengano portati a termine nella maggioranza dei casi 220. Altri autori vedono invece questo approccio in modo positivo.
RETE SOCIALE. Un’altra fonte di aiuto è data dalla propria rete sociale amici e parenti 221. Ad esempio, spesso forniscono aiuto informale le parrucchiere 221 Alcuni studiosi hanno sviluppato il concetto del convoglio di supporto sociale, nel senso che c’è una rete di persone che si muove accanto a noi nel nostro percorso di vita. Alcuni componenti del nostro convoglio di potenziale rete di supporto sono legati a noi strettamente, ad esempio amici intimi e coniugi. All’esterno troviamo altri familiari, parenti, altri amici. Nel terzo cerchio troviamo colleghi di lavoro, famiglia estesa, figure professionali, vicini di casa 222. Le relazioni di aiuto all’interno di un convoglio di supporto sociale possono essere reciproche 223.
Forme di aiuto strutturato
MUTO AIUTO. È possibile ricorrere a gruppi di mutuo e autoaiuto composti da persone che hanno lo stesso problema 224 All’interno dei gruppi di auto e mutuo aiuto troviamo persone che vivono la stessa situazione ma in fasi diverse. 224 Possiamo distinguere fra gruppi di auto e mutuo aiuto:
- organizzati intorno all’esperienza di una crisi e di una transizione specifica ad esempio la disoccupazione, un divorzio, un determinato intervento chirurgico, la nascita di un figlio, la pensione.
- gruppi destinati a persone che vivono una situazione di stigma ad esempio omosessuali.
- gruppi composti da persone prigioniere di dipendenze e aiutano le persone a comportarsi in modo diverso.
- gruppi di familiari o amici di persone che hanno determinati problemi.
- gruppi organizzati per la lotta specifici problemi o pericoli 226
Altre forme di aiuto NON PROFESSIONALE sono svolte da operatori volontari, caregiver della comunità e figure para professionali 226 la differenza coi sistemi di auto e mutuo aiuto é che gli operatori non hanno necessariamente vissuto l’esperienza dell’utente. In queste categorie rientrano anche gli insegnanti, e i poliziotti e religiosi.
Il sistema di aiuto STUTTURATO PROFESSIONALE è svolto da persone che si occupano di aiutare professionalmente dopo una formazione specifica: psichiatri psicologi educatori assistenti sociali infermieri dei reparti psichiatrici 227
La classificazione dei livelli di aiuto di Beattie
BEATTIE classifica gli interventi di aiuto sulle basi di due variabili fondamentali: la modalità di intervento autoritaria / paternalistica oppure negoziata / partecipativa e il focus dell’intervento individuale o collettivo.
- autoritario a livello individuale è basato sulla persuasione e prevede consigli, interventi a favore del cambiamento e campagne tramite mass media.
- autoritario a livello collettivo prevede leggi e regolamenti e controllo sanitario.
- partecipativa a livello individuale prevede lo sviluppo personale, ad esempio, counseling educazione e gruppi di auto e mutuo aiuto.
- partecipativa a livello collettivo prevede attività di sviluppo comunitario quali lobbying, formazione 235
Il modello di Egan
Modello PM-OD problem management and opportunity development Secondo EGAN La gestione di situazioni problematiche può essere svolta nei seguenti stadi:
- comprendere lo scenario attuale. Domande: Cosa sta accadendo? Di quali tematiche vogliamo occuparci? Questo stadio può essere suddiviso nella fase di esplorazione e poi di focalizzazione
- definire lo scenario preferito. Domande: Cosa vorremmo che accadesse al posto della situazione attuale? Come sarebbero le cose se fossero migliori? Anche questo stadio può essere diviso in due fasi quella di ristrutturazione e quella di impostazione dell’obiettivo.
- sviluppare un piano d’azione. Domande: Che cosa dobbiamo fare per passare dall’attuale scenario alla situazione desiderata? Le due fasi comprendono l’analisi del programma e la scelta del programma.
- mettere in atto e valutare il progresso. Domanda: Come sta andando? Questa fase è divisa nella fase di implementazione e in quella di valutazione.
La prima fase di ogni stadio è dedicata alla raccolta dei dati mentre la seconda fase prevede un processo decisionale sulla base dei dati raccolti 238 il modello è cumulativo nel senso che gli stadi finali avranno successo solo se gli stadi precedenti sono stati affrontati correttamente. È necessario evitare di accelerare i tempi e saltare le prime fasi. Una critica al modello è formulata dallo stesso autore è che la valutazione avviene solo alla fine mentre in realtà la valutazione formativa deve svolgersi durante ogni fase 23
Le attribuzioni di responsabilità nella psicoterapia
Secondo Brickman possiamo distinguere gli interventi di natura psicologica a seconda se i pazienti sono considerati responsabili oppure non responsabili della situazione problematica e se il compito è loro o non è loro risolverlo 213. Mettendo insieme queste quattro possibilità abbiamo quattro modelli tipici:
- nel modello morale la responsabilità per la soluzione del problema appartiene all’utente. La soluzione è basata sulla motivazione al cambiamento
- Nello speculare modello medico la responsabilità per l’insorgere e per la soluzione del problema non appartiene all’utente, e ci si aspetta che l’utente segue il consiglio dell’esperto
- Nel modello compensatorio la responsabilità del problema non viene attribuita all’utente mentre invece l’utente ha responsabilità per la soluzione del problema. Ci si aspetta così che l’utente compensi col proprio impegno le difficoltà in cui si trova; è necessario aiutare i soggetti a far sì che aiutino se stessi.
- Nel modello chiarificatore l’utente ha un’alta responsabilità per la genesi il problema non ha la responsabilità per la sua soluzione 214 le persone sono responsabili dei problemi che le tormentano ma sono prive di risorse per trovare soluzioni. In questa visione il consulente for illustra cliente la natura del problema e insegna loro come agire per affrontarlo 216. Questo ultimo modello viene seguito ad esempio in alcuni gruppi di auto e mutuo aiuto. 216
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Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.