L’impatto dell’Intelligenza Artificiale Generativa sul Pensiero Critico: un’analisi del sondaggio sui lavoratori della conoscenza

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale generativa (GenAI) ha trasformato profondamente il mondo del lavoro, in particolare per coloro che operano nei cosiddetti “knowledge work”. Tuttavia, il suo utilizzo solleva interrogativi importanti sull’impatto che potrebbe avere sul pensiero critico. Questo articolo si propone di sintetizzare e commentare i risultati dello studio condotto da Hao-Ping (Hank) Lee e colleghi, pubblicato nell’ambito della conferenza CHI 2025: The Impact of Generative AI on Critical Thinking: Self-Reported
Reductions in Cognitive Effort and Confidence Effects From a
Survey of Knowledge Workers

L’obiettivo dello studio

Lo studio si basa su un sondaggio condotto su 319 lavoratori della conoscenza per comprendere come e quando il pensiero critico venga messo in atto durante l’uso della GenAI. Gli autori hanno raccolto 936 esempi pratici di utilizzo dell’IA nel lavoro quotidiano e hanno analizzato il livello di impegno cognitivo richiesto per le attività assistite dall’IA.

Le domande principali dello studio erano:

  1. Quando e come i lavoratori della conoscenza percepiscono di esercitare il pensiero critico utilizzando la GenAI?
  2. Quando e perché la GenAI influisce sull’impegno richiesto per il pensiero critico?

Principali risultati

1. GenAI e il ruolo del pensiero critico

Lo studio evidenzia che l’uso della GenAI tende a spostare il pensiero critico da un’attività di produzione di contenuti a un’attività di verifica e integrazione delle informazioni fornite dall’IA. I lavoratori della conoscenza adottano un approccio critico principalmente per:

  • Ottimizzare le richieste (prompting): formulare correttamente una richiesta all’IA per ottenere risposte più pertinenti.
  • Valutare la qualità delle risposte: verificare se i contenuti generati soddisfano determinati criteri qualitativi.
  • Verificare l’accuratezza delle informazioni: incrociare i dati generati con fonti esterne per identificare eventuali errori o bias.
  • Integrare le risposte nel proprio lavoro: adattare e modificare i contenuti generati dall’IA per renderli più coerenti con il proprio stile o le proprie esigenze professionali.

2. La riduzione dello sforzo cognitivo

Dallo studio emerge che i lavoratori percepiscono una riduzione dell’impegno richiesto per il pensiero critico quando utilizzano la GenAI. Tuttavia, tale riduzione non è uniforme:

  • I lavoratori con maggiore fiducia nelle proprie capacità tendono a esercitare più pensiero critico.
  • Coloro che hanno maggiore fiducia nell’IA tendono a esercitarne meno, mostrando una certa propensione all’affidamento cieco alle risposte generate.
  • Il tempo e la pressione lavorativa giocano un ruolo importante, riducendo la motivazione a pensare in modo critico in situazioni di urgenza.

3. Meccanismi di attivazione del pensiero critico

Secondo l’analisi qualitativa dello studio, il pensiero critico si attiva nei lavoratori della conoscenza attraverso tre principali modalità:

  • Processo di interrogazione: formulazione di domande più precise per ottenere risultati migliori.
  • Monitoraggio e verifica: confronto delle informazioni fornite dalla GenAI con fonti esterne e conoscenze personali.
  • Modifica e integrazione: adattamento del contenuto generato per renderlo più appropriato al contesto lavorativo.

Questi meccanismi dimostrano che la GenAI può essere un valido strumento di supporto, ma solo se utilizzata in modo consapevole e attivo.

4. Opportunità e rischi della GenAI per il pensiero critico

L’IA generativa offre opportunità significative per aumentare l’efficienza lavorativa, ma il suo utilizzo può portare a un’eccessiva dipendenza, con il rischio di una progressiva riduzione delle capacità cognitive umane. Gli autori evidenziano che, sebbene la GenAI aiuti i lavoratori a eseguire compiti in modo più rapido ed efficace, può anche ridurre la loro capacità di pensiero critico se non vengono attuate strategie adeguate per mantenere un livello attivo di valutazione e giudizio.

Commento e riflessioni

Lo studio di Lee e colleghi fornisce un quadro chiaro degli effetti della GenAI sul pensiero critico e suggerisce la necessità di un utilizzo consapevole di queste tecnologie. Come educatori e formatori, è essenziale sviluppare strategie per favorire un uso critico della GenAI, ad esempio attraverso:

  • Formazione sull’uso della GenAI: insegnare ai lavoratori a interrogare in modo più efficace gli strumenti di IA e a interpretare criticamente le loro risposte.
  • Promozione della verifica delle fonti: incoraggiare i professionisti a incrociare i dati generati dall’IA con altre fonti affidabili.
  • Sviluppo di competenze di supervisione dell’IA: aiutare i lavoratori a trasformarsi da meri utenti passivi a “steward” della GenAI, capaci di guidare e correggere l’output generato.
  • Approccio riflessivo e personalizzazione dell’uso dell’IA: implementare un uso strategico che migliori il processo decisionale senza sostituirlo del tutto.

In conclusione, la GenAI rappresenta uno strumento potente che può migliorare la produttività e facilitare il lavoro intellettuale. Tuttavia, affinché non diventi un ostacolo allo sviluppo del pensiero critico, è necessario accompagnare il suo utilizzo con un’adeguata educazione e una costante attenzione ai rischi di una sua applicazione acritica. L’adozione di strategie mirate può garantire che l’IA diventi un vero alleato del pensiero critico, piuttosto che un suo sostituto.

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.