La normativa rigida contro i licenziamenti, pur proteggendo i lavoratori già occupati, può generare effetti negativi significativi sul mercato del lavoro, in particolare per chi cerca di entrare o reinserirsi nel mondo del lavoro. Ecco un’analisi degli effetti più critici:
Effetto disincentivante sulle nuove assunzioni
Le imprese, di fronte all’impossibilità o estrema difficoltà di licenziamento, tendono a:
- Valutare con maggiore cautela ogni nuova assunzione: quando il costo di un eventuale “errore” di selezione è molto elevato, le aziende diventano estremamente selettive, preferendo non assumere piuttosto che rischiare.
- Allungare i periodi di prova e valutazione: le imprese tendono a prolungare fasi di selezione e test, ritardando l’effettiva stabilizzazione.
- Limitare la crescita dimensionale: alcune aziende scelgono deliberatamente di rimanere sotto determinate soglie dimensionali per evitare l’applicazione di norme più restrittive sui licenziamenti.
Polarizzazione del mercato del lavoro
La rigidità normativa contribuisce alla creazione di un mercato del lavoro “duale” caratterizzato da:
- Insider protetti: lavoratori con contratti a tempo indeterminato e forti tutele contro il licenziamento.
- Outsider penalizzati: disoccupati, giovani, donne rientranti nel mercato del lavoro e lavoratori precari che faticano ad accedere a posizioni stabili.
Questa situazione genera una distribuzione diseguale delle tutele, concentrandole su chi già ne beneficia mentre le nega a chi è escluso dal mercato.
Proliferazione di contratti atipici e precari
Per aggirare i vincoli sui licenziamenti, le imprese tendono a:
- Ricorrere a contratti temporanei: anche quando l’esigenza sarebbe a lungo termine, ma l’azienda non vuole assumere il rischio di un contratto permanente.
- Utilizzare forme contrattuali alternative: come collaborazioni occasionali, partite IVA “mascherate”, contratti a progetto o stage, anche quando si tratta di posizioni che dovrebbero essere inquadrate come lavoro dipendente.
- Aumentare il turnover di contratti a termine: con ripetuti rinnovi anziché stabilizzazioni, creando un’area di precarietà permanente.
Inefficienze produttive e riduzione della competitività
La rigidità nel mercato del lavoro può comportare:
- Mismatch tra competenze e posizioni: l’impossibilità di rinnovare il personale quando necessario mantiene in posizione lavoratori non più adatti al ruolo.
- Minori investimenti nella formazione: le imprese investono meno su lavoratori temporanei, che però difficilmente vengono stabilizzati.
- Ridotta mobilità lavorativa: chi ha un posto “sicuro” tende a non lasciarlo, anche quando potrebbe trovare opportunità migliori altrove, riducendo l’efficienza allocativa del mercato.
Evidenze empiriche nel contesto italiano
In Italia, questi effetti sono stati particolarmente evidenti:
- Post-articolo 18 e Jobs Act: gli studi sulla riforma del mercato del lavoro hanno mostrato come la moderazione di alcune rigidità abbia portato a un aumento delle assunzioni a tempo indeterminato.
- Divario generazionale: la protezione degli insider ha creato significative disparità generazionali, con tassi di disoccupazione giovanile molto più elevati rispetto alla media europea.
- Diffusione del lavoro sommerso: l’eccessiva rigidità ha spinto parte del mercato verso l’economia informale, dove manca qualsiasi tutela.
il blocco dei licenziamenti durante la pandemia: durante il blocco dei licenziamenti imposto in Italia per proteggere i lavoratori a tempo indeterminato, la crisi si è scaricata principalmente sui lavoratori precari e sui giovani, che sono stati i primi a perdere il lavoro e hanno avuto maggiori difficoltà a essere riassunti5. Precari e autonomi hanno comunque ottenuto un contributo.
In sintesi, una normativa molto rigida contro i licenziamenti protegge chi è già occupato ma riduce la propensione delle imprese ad assumere, danneggiando soprattutto gli outsider che restano esclusi o confinati in lavori precari24610
Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.