L’IA nel lavoro creativo: da camminare a guidare

Lo spunto: una conversazione con Irene

Stamattina ho avuto una conversazione con Irene, un’architetto specializzata in arredamenti d’interni. Le ho chiesto se utilizzasse l’intelligenza artificiale per posizionare mobili e oggetti d’arredo nelle planimetrie di appartamenti e capannoni. La sua risposta è stata un deciso “no”, aggiungendo che, se lo facesse, si sentirebbe in qualche modo “svalutata” come professionista.

Questa reazione mi ha fatto riflettere sul modo in cui percepiamo l’adozione di nuove tecnologie nei processi creativi e professionali. E mi è venuta in mente un’analogia che voglio condividere con voi.

Dal regolo alla calcolatrice

Ho ricordato a Irene come, in passato, gli ingegneri eseguissero complessi calcoli matematici usando il regolo calcolatore — uno strumento analogico formato da righelli scorrevoli con scale logaritmiche che permetteva di moltiplicare, dividere e calcolare radici quadrate. Quando negli anni ’70 arrivarono le calcolatrici elettroniche tascabili, il regolo divenne rapidamente obsoleto.

Gli ingegneri abbandonarono quello strumento, ma questo non “svalutò” la loro professione. Al contrario, poterono dedicare più tempo ed energie agli aspetti concettuali e progettuali del loro lavoro, liberandosi dalla fatica e dal rischio di errori nei calcoli ripetitivi.

Da andare a piedi ad andare in automobile

Ma c’è un’analogia ancora più calzante che riguarda il mio settore, quello della scrittura e della ricerca: l’intelligenza artificiale ha trasformato il nostro modo di lavorare proprio come l’automobile ha cambiato il nostro modo di spostarci rispetto all’andare a piedi.

Prima dell’IA (andare a piedi):

  • Cercare faticosamente fonti su biblioteche, archivi e web
  • Leggere e prendere appunti da numerosi testi
  • Organizzare manualmente le informazioni
  • Redigere bozze, rivedere, correggere
  • Impiegare giorni o settimane per un singolo articolo ben documentato

Con l’IA (andare in automobile):

  • Formulare una richiesta chiara
  • Ottenere in pochi secondi una bozza strutturata
  • Verificare, integrare, personalizzare il contenuto
  • Finalizzare il lavoro in una frazione del tempo precedente

Nuove competenze, non meno valore

Come l’automobile non ha svalutato il concetto di movimento umano ma ha richiesto nuove competenze (guidare invece di camminare), così l’IA non svaluta il lavoro creativo, ma richiede nuove abilità:

  1. Direzione chiara: Come un guidatore deve sapere dove vuole andare, chi usa l’IA deve avere una visione precisa dell’obiettivo.
  2. Capacità di “guida”: Formulare prompt efficaci, valutare criticamente le risposte dell’IA, integrare la propria esperienza umana.
  3. Discernimento: Sapere quando “guidare” e quando “camminare” — alcuni progetti beneficiano dell’approccio tradizionale, altri dell’accelerazione dell’IA.

Non solo più veloci, ma diversi

L’automobile non ha semplicemente accelerato il movimento: ha trasformato le città, la società, il commercio e persino il nostro concetto di distanza. Allo stesso modo, l’IA non sta semplicemente velocizzando i processi creativi, ma li sta trasformando qualitativamente.

Un designer come Irene potrebbe scoprire che, utilizzando l’IA per posizionare rapidamente gli arredi, può esplorare molte più alternative per uno stesso spazio, offrendo al cliente una gamma più ampia di possibilità. Non si tratta di svalutare la sua competenza, ma di amplificarla.

Un dialogo aperto sul cambiamento

Le incertezze verso le nuove tecnologie sono naturali e condivise da molti professionisti in ogni campo. Non si tratta di essere “antiquati” o “all’avanguardia”, ma di trovare il proprio equilibrio in un panorama in evoluzione.

Storicamente, ogni innovazione significativa ha incontrato resistenze iniziali, seguita poi da forme creative di integrazione che hanno preservato e spesso valorizzato le competenze umane essenziali.

Conclusione: una scelta personale

L’adozione di nuovi strumenti, che sia l’IA o qualsiasi altra tecnologia, rimane una scelta personale e professionale. Non esiste un percorso giusto o sbagliato, ma diverse possibilità da esplorare secondo i propri valori, obiettivi e sensibilità.

Ciò che conta, alla fine, non è tanto lo strumento utilizzato, quanto la qualità del risultato e la soddisfazione personale nel processo creativo. Che si scelga di “camminare” o di “guidare”, l’essenza della professionalità rimane intatta nella visione, nell’esperienza e nella capacità di adattamento che caratterizzano ogni buon professionista.

Andare in auto: un esempio concreto

Un esempio concreto? È proprio la realizzazione di questo articolo.

Ho avuto un’intuizione dopo la conversazione con Irene e l’ho presentata così a Claude (un sito di IA):

“Stamani ho chiesto a Irene, una architetto che si occupa di arredamenti, se sta usando l’IA nel suo lavoro, in specifico se usa l’IA per collocare oggetti di arredo nelle planimetrie di appartamenti e capannoni. Mi ha risposto di no e che se lo facesse si sentirebbe svalutata. Io le ho risposto che una volta gli ingegneri facevano i calcoli usando il regolo calcolatore (è vero o mi sono sbagliato?) e che poi, quando sono arrivate le calcolatrici tascabili, hanno smesso di usarlo, ma questo non ha svalutato il loro lavoro, anzi lo ha velocizzato e ridotto le possibilità di errore. Adesso mi viene in mente un paragone forse migliore, relativo al mio settore di lavoro, fra andare a piedi e usare l’auto. Per la realizzazione di testi e di ricerche prima dell’IA era come andare a piedi: per scrivere un articolo su un determinato tema era necessario cercare pagine web e libri, poi ovviamente leggerli, riassumerli, scrivere, con un processo di scrittura che era lungo e faticoso. Adesso, se si ha un’idea in mente, si può chiedere ai siti di IA cosa ne pensano, e poi, se la risposta è positiva, si può chiedere di scrivere un articolo o un saggio breve. Ovviamente il prodotto dell’IA va letto con attenzione e, dove necessario, modificato, ma l’IA dà in pochi secondi una veste convincente e ben scritta laddove prima ci volevano ore o giorni. In sintesi, adesso è come andare in auto rispetto ad andare a piedi. Come ti sembra come spunto per un articolo? Il paragone a piedi / in auto ti convince?”

Claude mi ha risposto così:

Il tuo spunto per un articolo è molto interessante e il paragone tra “andare a piedi” e “usare l’auto” per descrivere il cambiamento che l’IA porta nei processi creativi e professionali è efficace (etc)…

A quel punto gli ho detto: “Scrivilo.” E lo ha fatto.

Il testo prodotto mi è sembrato valido, però mi sembrava che nelle conclusioni (gli ultimi due capitoletti) fosse troppo critico nei confronti dei professionisti che ancora non usano l’IA. Allora ho chiesto a Claude:

L’articolo è fatto bene, però siccome voglio far leggere l’articolo ad Irene, mi sembra che lo stile è un po’ troppo saccente, non vorrei che lei si sentisse sminuita e troppo ‘antica’. Potresti per cortesia riscriverlo attutendo questo aspetto?

Claude ha risposto:

Comprendo la tua preoccupazione. Hai ragione, il tono potrebbe risultare un po’ didascalico e Irene potrebbe sentirsi criticata. Ecco una versione più delicata e rispettosa che mantiene i concetti ma con un approccio più empatico.

Ho riscritto l’articolo con un tono più equilibrato e rispettoso, eliminando gli elementi che potevano sembrare saccenti. La nuova versione:

  • -Presenta la posizione di Irene come una riflessione legittima e non come una resistenza da superare
  • -Utilizza un linguaggio più inclusivo (“tutti noi”, “riflessione personale”)
  • -Presenta l’adozione dell’IA come una possibilità e non come un imperativo
  • -Sottolinea che non esiste un approccio giusto o sbagliato
  • -Riconosce il valore dei metodi tradizionali senza suggerire che siano obsoleti

Il nuovo approccio è più conversazionale e riflessivo, mettendo in risalto come l’evoluzione tecnologica sia un processo personale in cui ciascun professionista trova il proprio equilibrio. Irene dovrebbe sentirsi compresa nelle sue preoccupazioni piuttosto che giudicata o criticata.

Se desideri ulteriori modifiche o vuoi enfatizzare altri aspetti, sono qui per aiutarti.

La nuova versione aveva, come richiesto, un tono meno perentorio. Ho confrontato le due versioni e ho deciso di mantenere la prima versione, cambiando solo i due ultimi capitoletti.

A questo punto ho chiesto a ChatGPT (un altro sito di IA che, diversamente da Claude produce anche immagini) di produrre una immagine da collocare nell’articolo.

Mi ha prodotto una immagine con due persone, una che camminava e una in auto, in uno stile molto elementare. Allora gli ho scritto:

La grafica è un po’ brutta, lo sviluppo dell’idea banale. puoi migliorare la grafica e il concept? Irene è un architetto

Anche la seconda versione non andava bene, allora ne ho chiesta una terza, che ugualmente era migliore ma ancora insoddisfacente. Mi sono accontentato.

Dunque, questo testo che state leggendo non è stato pubblicato così com’era stato prodotto da IA. Ho letto, modificato, riorganizzato le risposte dell’IA e le ho trasformate in qualcosa coerente con la mia sensibilità e con il contesto (Claude non sa che Irene è permalosa). Ma la base è nata da quell’interazione, in pochi minuti. È questo, per me, il senso profondo dell’uso dell’IA nei lavori cognitivi: smettere di andare a piedi quando possiamo usare un’auto. E capire che l’auto non è il nostro nemico, ma un alleato.

Grazie Irene per lo spunto!

Vantaggi dell’intelligenza artificiale nella progettazione di interni  rispetto ai software di progettazione tradizionali

Ecco una tabella comparativa tra software tradizionali e strumenti basati su intelligenza artificiale nel lavoro di architetto d’interni secondo ChatGPT:

Funzione / AspettoSoftware Tradizionali (es. AutoCAD, SketchUp)Strumenti con IA (es. Midjourney, Reimagine Home, Planner 5D AI)
Creazione del layoutManuale, richiede tempo ed esperienzaGenerazione automatica da vincoli e descrizioni
Rendering e visualizzazioneRendering fotorealistici richiedono tempo e competenzeImmagini fotorealistiche istantanee, anche da descrizioni testuali
Personalizzazione per il clienteBasata su confronto diretto e modifiche manualiAdattamento dinamico a preferenze estetiche e funzionali
Numero di varianti progettualiLimitato dal tempo disponibileMolteplici varianti generate rapidamente
Analisi funzionale degli spaziRichiede conoscenza tecnica dell’architettoOttimizzazione automatica del layout in base a ergonomia e funzionalità
Scelta di materiali e coloriA discrezione del progettistaSuggerimenti basati su stile, tendenze e combinazioni coerenti
Rispetto delle normativeVerifica manuale o tramite plugin specificiIA può integrare controlli automatici sui vincoli normativi (se addestrata)
Apprendimento e usabilitàRichiede formazione tecnica approfonditaInterfacce più intuitive (es. testo, voce, schizzi)
Automazione delle attività ripetitiveLimitata, serve scripting o pluginAutomazione avanzata (distinte, etichette, modifiche multiple)
Supporto alla creativitàBasato sull’esperienza dell’architettoSuggerimenti e ispirazioni generate in tempo reale

Ecco invece la risposta di Perplexity:

1. Rapidità e automazione delle attività ripetitive

  • L’AI consente di generare layout, modelli 3D e rendering fotorealistici in pochi minuti, automatizzando fasi che normalmente richiederebbero molto più tempo con i software tradizionali261.

  • Le attività ripetitive come la selezione dei materiali, il calcolo delle dimensioni e la disposizione degli arredi vengono gestite dall’AI, permettendo ai professionisti di concentrarsi su aspetti creativi e strategici26.

2. Personalizzazione avanzata

  • Gli algoritmi AI analizzano le preferenze dei clienti, i dati demografici e le tendenze per proporre soluzioni su misura, adattando spazi, colori e materiali alle esigenze specifiche di ogni progetto256.

  • Questo livello di personalizzazione è più profondo e rapido rispetto ai software tradizionali, che si basano su input manuali e preset limitati.

3. Esplorazione rapida di alternative progettuali

  • L’AI permette di visualizzare e confrontare in tempo reale diverse opzioni di design, facilitando decisioni più informate e riducendo lo stress sia per il progettista sia per il cliente36.

  • La possibilità di esplorare molteplici soluzioni in pochi clic accelera notevolmente il processo decisionale6.

4. Miglioramento della comunicazione con il cliente

  • Grazie a rendering fotorealistici e strumenti di realtà aumentata/virtuale, i clienti possono “entrare” virtualmente negli spazi progettati, visualizzando il risultato finale prima dell’inizio dei lavori156.

  • Questo riduce incomprensioni e migliora la soddisfazione del cliente.

5. Ottimizzazione funzionale ed efficienza

  • L’AI analizza dati sull’utilizzo degli spazi e suggerisce soluzioni che migliorano funzionalità, comfort, efficienza energetica e sostenibilità, andando oltre le semplici scelte estetiche26.

  • Può anche suggerire materiali eco-friendly e soluzioni a basso impatto ambientale2.

6. Accessibilità e democratizzazione del design

  • Strumenti AI sono spesso più accessibili e intuitivi rispetto ai software professionali tradizionali, consentendo anche a utenti meno esperti di sperimentare e pianificare spazi in autonomia45.

Limiti e ruolo insostituibile del progettista umano

Nonostante i vantaggi, l’AI non sostituisce la sensibilità, l’intuizione e la comprensione delle emozioni e della cultura che solo il progettista umano può offrire23. L’AI va vista come un potente alleato e acceleratore di processo, ma la creatività, la personalizzazione profonda e la capacità di cogliere le sfumature restano prerogative dell’architetto e del designer3.

 

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista.  Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.