Novità: Google fornisce risposte generate dall’intelligenza artificiale direttamente nei risultati di ricerca
Negli ultimi mesi, Google ha iniziato a integrare risposte generate dall’intelligenza artificiale direttamente nei risultati di ricerca, soprattutto per le query complesse o articolate. Un esempio concreto: alla domanda “Ho 40 anni e finora ho lavorato come brigadiere dei carabinieri. Ho una laurea in giurisprudenza: che lavoro posso fare?”, la risposta che compare in cima alla pagina è un riassunto generato dall’IA, che sintetizza opportunità di carriera in ambito legale, aziendale e nella pubblica amministrazione.
Al contrario, domande più dirette e semplici, come “Come si diventa carabiniere?”, ricevono una risposta “tradizionale”: una lista di link a siti ufficiali o informativi, come quello dell’Arma dei Carabinieri.
Un cambiamento sottile ma rilevante
Questa doppia modalità di risposta rappresenta molto più di una semplice scelta tecnica: è il segnale di un equilibrio delicato tra innovazione e sostenibilità economica. Google sta cercando di rimanere competitivo rispetto ai nuovi strumenti di intelligenza artificiale conversazionale (come ChatGPT o Perplexity.ai), che forniscono risposte complete senza obbligare l’utente a visitare altri siti. Ma al tempo stesso, Google ha un modello di business basato proprio sul traffico verso quei siti – spesso legati ad annunci sponsorizzati (Google Ads).
L’intelligenza artificiale mina il cuore del modello economico di Google
Fornire direttamente le risposte con l’IA significa, per l’utente, non avere più bisogno di cliccare su link esterni. Questo riduce drasticamente:
Il traffico verso i siti web, inclusi quelli che acquistano pubblicità per apparire in cima ai risultati.
La visibilità degli annunci sponsorizzati, che rappresentano il principale canale di guadagno di Google.
In sintesi, l’intelligenza artificiale rende l’esperienza utente più efficiente… ma meno redditizia per Google.
La soluzione temporanea: una via di mezzo
Per ora, Google sembra adottare una strategia ibrida:
AI Overview per le query complesse e “da esperto”: dove c’è bisogno di sintesi, analisi, confronto di opzioni – tutte attività che l’IA svolge bene e che migliorano la user experience.
Link tradizionali per le domande dirette: dove la risposta può essere ottenuta da fonti autorevoli già presenti online, spesso in forma istituzionale.
In questo modo, Google mantiene ancora un certo livello di traffico verso i siti web, ritarda la cannibalizzazione del proprio ecosistema pubblicitario, ma resta al passo con la concorrenza dell’AI generativa.
Il futuro della ricerca? In bilico
Questo approccio “a metà” è probabilmente solo una fase di transizione. Le sfide principali per Google saranno:
Trovare un nuovo modello economico sostenibile nell’era dell’AI.
Integrare l’intelligenza artificiale senza alienarsi gli editori di contenuti.
Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993 e di formazione dal 2004. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.