Il problema
Negli ultimi anni, il panorama delle pubblicazioni scientifiche ha subito una trasformazione preoccupante. Come evidenziato da Enrico Bucci in un articolo su Il Foglio del 25 aprile 2025, il sistema delle riviste scientifiche è sempre più vittima di strategie predatorie che minano l’integrità della comunicazione scientifica .Il Foglio – Edizione OnlineIl Foglio – Edizione Online+4Il Foglio – Edizione Online+4Il Foglio – Edizione Online+4
Strategie predatorie e snaturamento editoriale
Alcune società commerciali, spesso con sede in paesi dove il controllo giuridico è debole, acquistano riviste scientifiche precedentemente rispettabili. Mantenendo l’apparenza formale—titolo, ISSN e talvolta parte del comitato editoriale—queste società ne cambiano radicalmente la gestione. Il nuovo modello editoriale mira alla produzione in serie: si moltiplicano i numeri pubblicati, si accettano articoli fuori tema, si aumentano drasticamente le tariffe per pubblicare (Article Processing Charges), e si elimina ogni freno editoriale che possa rallentare il flusso di denaro. Non si tratta di “riviste predatorie” nel senso tradizionale, ma di riviste “snaturate”, svuotate del loro ruolo originario e riempite con materiale pubblicabile solo a pagamento, spesso senza una revisione tra pari autentica .Il Foglio – Edizione Online+2Il Foglio – Edizione Online+2Il Foglio – Edizione Online+2
Impatto sulla comunità scientifica
Queste pratiche hanno conseguenze gravi. Alcune di queste riviste, almeno inizialmente, restano indicizzate in database autorevoli come Scopus e Web of Science, mantenendo un’apparente credibilità. Ciò le rende appetibili per studiosi sotto pressione, in particolare quelli provenienti da contesti accademici dove pubblicare è condizione per l’avanzamento di carriera o per ottenere fondi. L’articolo di Nature citato da Bucci riporta che più di 80 riviste acquistate da uno dei gruppi analizzati sono state rimosse dai principali database, ma solo dopo una lunga indagine. Nel frattempo, centinaia di articoli—molti dei quali di bassa qualità, ma apparentemente “peer-reviewed”—sono già entrati nel circuito citazionale, inquinando la letteratura con contenuti difficilmente reversibili .Il Foglio – Edizione Online+1Il Foglio – Edizione Online+1
Verso una comunicazione scientifica responsabile
Per contrastare questo fenomeno, Bucci propone diverse soluzioni:Il Foglio – Edizione Online+5Il Foglio – Edizione Online+5Il Foglio – Edizione Online+5
Comitati etici post-pubblicazione: valutare le riviste anche dopo la pubblicazione, non solo al momento della sottomissione.Il Foglio – Edizione Online
Archivi pubblici trasparenti: rendere accessibili informazioni sulle proprietà editoriali e sulla storia delle riviste.Il Foglio – Edizione Online
Alfabetizzazione scientifica: formare gli scienziati a riconoscere quando una rivista ha cambiato pelle.Il Foglio – Edizione Online+1Il Foglio – Edizione Online+1
In conclusione, la pubblicazione scientifica deve tornare a essere un atto di comunicazione responsabile, non un passaggio burocratico o un investimento a rendimento accademico. Solo così si potrà preservare l’integrità della scienza e la fiducia del pubblico nella ricerca.Il Foglio – Edizione Online+2Il Foglio – Edizione Online+2Il Foglio – Edizione Online+2
Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993 e di formazione dal 2004. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.