Questo articolo sintetizza il contenuto di una presentazione di Pietro Ichino scaricabile da questo link.
Che lavoro faremo nel futuro? Il ruolo dell’innovazione e della flexsecurity
Il futuro del lavoro è una delle questioni più dibattute nell’era dell’Intelligenza Artificiale (IA) e della trasformazione digitale. Molti temono che le macchine possano sostituire l’uomo, portando a un aumento della disoccupazione. Tuttavia, la storia ci insegna che il progresso tecnologico non ha mai eliminato il lavoro, ma lo ha trasformato, creando nuove opportunità.
Perché non dobbiamo temere i robot?
All’inizio del ‘900, mestieri come lavandaie, maniscalchi e cocchieri erano diffusissimi. Con l’arrivo della lavatrice, delle automobili e di altre innovazioni, queste professioni sono scomparse, ma al loro posto ne sono nate molte altre. Questo fenomeno si è ripetuto con ogni grande cambiamento tecnologico.
Anche oggi, l’automazione sta rivoluzionando diversi settori, ma i dati mostrano che dove c’è più tecnologia, il tasso di disoccupazione è più basso. Ad esempio, la Corea del Sud, uno dei paesi con la più alta densità di robot per lavoratore, ha un tasso di disoccupazione del 4%, inferiore a quello di molti altri paesi.
Le sfide del mercato del lavoro: skill shortage e mismatch
Se il problema non è la scomparsa dei lavori, allora qual è? Una delle principali sfide attuali è il cosiddetto skill shortage, ovvero la difficoltà delle aziende a trovare personale qualificato. Secondo Unioncamere, settori come la meccatronica, i servizi informatici e la sanità hanno difficoltà a reperire talenti. La domanda di operai specializzati, ingegneri, esperti informatici e tecnici è in crescita, ma l’offerta di lavoratori con queste competenze non è sufficiente.
Questa situazione è aggravata dalla crisi demografica: il numero di persone in età lavorativa in Italia sta diminuendo, rendendo ancora più urgente colmare il gap di competenze con formazione mirata e orientamento professionale efficace.
Quali saranno i lavori del futuro?
Il progresso tecnologico e la globalizzazione stanno creando nuove professioni, alcune delle quali solo pochi anni fa erano impensabili. Tra queste troviamo:
- Professionisti della cybersecurity per proteggere dati e sistemi informatici.
- Esperti di sostenibilità per garantire il rispetto delle normative ambientali.
- Specialisti in assistenza remota per servizi medici, educativi e consulenziali.
- Nuove figure nel commercio digitale, come progettisti di marketplace online e consulenti per acquisti su e-commerce.
Inoltre, settori tradizionali come sanità, educazione e assistenza agli anziani continueranno a richiedere sempre più personale.
Come restare competitivi nel mondo del lavoro?
Per affrontare le sfide del futuro, è essenziale puntare su tre aspetti fondamentali:
- Formazione continua: scegliere percorsi di studio e aggiornamento basati sulle richieste del mercato. Strumenti come Eduscopio possono aiutare a individuare le scuole e i corsi con i migliori risultati occupazionali.
- Mobilità: allargare il proprio raggio di ricerca aumenta le opportunità. Chi è disposto a spostarsi ha più possibilità di trovare un’occupazione adatta.
- Orientamento professionale: ricevere supporto per identificare le proprie competenze e le migliori strategie per inserirsi nel mondo del lavoro.
Conclusione
Il lavoro non scomparirà, ma cambierà forma. Per affrontare questa transizione con successo, è necessario investire in competenze, restare aggiornati sulle evoluzioni del mercato e sfruttare le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Il futuro del lavoro è nelle mani di chi saprà adattarsi e cogliere le nuove sfide con spirito di innovazione e apertura al cambiamento.
Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.