Il Ceto Medio Italiano in trappola: troppo ricco per gli aiuti, troppo povero per costruirsi un futuro

Sintesi del Secondo Rapporto Cida-Censis

Il secondo Rapporto Cida-Censis, pubblicato nel maggio 2025, dipinge un quadro allarmante della condizione del ceto medio in Italia. Una fascia sociale un tempo solida e portante, oggi appare intrappolata in una spirale di fragilità economica, marginalità politica e sfiducia diffusa. Il titolo del rapporto è eloquente: “Ceto medio: troppo ricco per ricevere aiuti, troppo povero per costruire futuro”.

Una classe sociale in affanno

Il ceto medio è oggi schiacciato tra due polarità: da un lato non ha accesso ai sussidi pubblici pensati per i più poveri, dall’altro non dispone più di risorse sufficienti per progettare serenamente il proprio futuro. Secondo la ricerca, l’80% di questa fascia non ha mai ricevuto alcuna forma di supporto diretto durante l’attuale fase di crisi, nonostante l’aumento del costo della vita.

Erosione del potere d’acquisto

Il rapporto sottolinea come il potere d’acquisto del ceto medio si sia eroso progressivamente. In dieci anni, la spesa per beni alimentari, bollette e carburante è aumentata in media del 30%, mentre gli stipendi sono rimasti sostanzialmente fermi. L’accesso a servizi essenziali come sanità, istruzione e trasporti è diventato più oneroso, acuendo il senso di esclusione.

Sfaldamento della fiducia e blocco delle scelte di vita

Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dal rapporto è il sentimento di smarrimento: il 66% degli intervistati afferma di non avere fiducia né nello Stato né nei partiti, e il 55% ritiene che i propri figli vivranno peggio di loro. Questo si traduce in una paralisi delle scelte esistenziali: i giovani rinviano matrimonio, figli e acquisto della casa, mentre i quarantenni e cinquantenni temono per la propria pensione.

Una trappola socio-economica

Il concetto centrale del rapporto è quello di “trappola del ceto medio”: si tratta di famiglie troppo “benestanti” per rientrare nei parametri dell’assistenzialismo, ma troppo povere per investire nel proprio futuro. Non è solo una questione di reddito, ma anche di rappresentanza e di narrazione pubblica: il ceto medio è ormai invisibile nel dibattito politico e nelle priorità dell’agenda pubblica.

Conclusioni

Il secondo rapporto Cida-Censis lancia un allarme chiaro: senza un sostegno mirato e sistemico, il ceto medio rischia di implodere, trascinando con sé un pezzo fondamentale della coesione sociale italiana. Il rilancio passa per politiche fiscali più eque, accesso ai servizi, incentivi alla natalità e al lavoro femminile, e investimenti nelle infrastrutture sociali.

Per approfondire: Cida e Censis – Rapporto 2025 sul ceto medio