Donald Trump, gli immigrati e gli anni Venti negli Stati Uniti: un ritorno al passato

L’articolo di Matteo Sanfilippo su Neodemos propone una lettura storica delle politiche migratorie e isolazioniste adottate dagli Stati Uniti nel primo quadrimestre del 2025 sotto la presidenza di Donald Trump, mettendole in parallelo con quanto avvenne un secolo fa, negli anni Venti del Novecento121.

Un secolo fa: restrizioni, paura e xenofobia

Negli anni Venti del Novecento, gli Stati Uniti adottarono politiche fortemente restrittive verso l’immigrazione, motivate dal timore di infiltrazioni terroristiche e dall’ondata xenofoba seguita alla prima “Red Scare”. Furono introdotte norme come il Literacy Test (1917), che limitava l’ingresso a chi non sapeva leggere, e leggi come l’Emergency Quota Act (1921) e l’Immigration Act (1924), che ridussero drasticamente le quote di immigrati e vietarono l’ingresso da Asia e Africa. Queste misure erano accompagnate da una retorica che dipingeva gli immigrati come minaccia sociale e politica1.

2025: nuove restrizioni, vecchie paure

Il quadro attuale, secondo Sanfilippo, richiama fortemente quello di un secolo fa, pur con alcune differenze. Oggi il bersaglio delle politiche restrittive sono soprattutto i migranti provenienti dall’America Latina e dai Caraibi, considerati pericolosi non per motivi politici ma per l’ingresso illegale e il presunto legame con la criminalità organizzata. Trump ha fatto della lotta all’immigrazione “criminale” il fulcro della sua campagna, alimentando la paura e il risentimento sia tra i “bianchi poveri” sia tra le precedenti generazioni di immigrati ispanici, che vedono nei nuovi arrivati dei concorrenti sul mercato del lavoro e una fonte di disordine121.

Le misure adottate includono:

• Rastrellamenti e deportazioni di migranti, anche con status legale
• Rifiuto della cittadinanza a chi nasce negli USA senza almeno un genitore cittadino
• Rafforzamento dei controlli alle frontiere con Messico e Canada
• Potenziamento dell’agenzia federale ICE
• Proposta di riduzione delle spese militari e diplomatiche, in favore di un ritorno all’autarchia economica e al dominio sulle Americhe121

Un ciclo storico ricorrente

L’articolo sottolinea come l’isolazionismo e la chiusura agli immigrati siano tratti ricorrenti della storia statunitense, che si ripresentano soprattutto dopo guerre e pandemie. Così come dopo la Grande Guerra e la Spagnola, anche oggi – dopo il conflitto afghano e il Covid-19 – la società americana tende a richiudersi, spinta da shock sociali ed economici. Periodi di apertura e accoglienza si alternano ciclicamente a fasi di chiusura e restrizione121.

Conclusione

Sanfilippo invita a riconoscere questa ciclicità nella storia americana, evitando letture consolatorie o semplicistiche. Le politiche di Trump non sono un’eccezione, ma il riemergere di una costante della storia degli Stati Uniti: la tensione tra apertura e chiusura, tra accoglienza e paura dell’altro, che periodicamente si ripropone in forme nuove ma con radici antiche121.