Crisi occupazionale e strategie di ricerca di lavoro: da ‘Un po’ di tutto’ a ‘Preparazione approfondita in un settore specifico’

In che modo la crisi economica e occupazionale degli ultimi 5 anni  ha cambiato le modalità di ricerca di un lavoro qualificato?

Un effetto della crisi è che sono diminuiti i posti di lavoro disponibili e che probabilmente il numero delle persone in  cerca di lavoro è aumentato (dico probabilmente perché potrebbero essere aumentati anche gli scoraggiati che hanno smesso di cercare lavoro).

Per chi fa ricerca di  lavoro, cioè, il mondo è diventato più selettivo. Commentavamo ieri con una mia collega che in una situazione di questo tipo ogni singolo datore di lavoro riceve mediamente un numero maggiore di richieste di assunzione, e perciò quando ha necessità di personale, rispetto a prima  riesce a trovare candidati con una preparazione migliore.

In una situazione di questo tipo la strategia di imparare un po’ di tutto per proporsi con qualifiche diverse e in settori diversi risulta poco efficace. Imparare un po’ di tutto per proporsi in qualifiche e settori diversi è una strategia che può avere successo quando l’economia tira, ci sono settori in cui gli imprenditori fanno fatica a trovare personale qualificato, e sono giocoforza disponibili ad assumere persone da formare. In questo caso avere un’infarinatura aiuta ad essere preferiti a quelli che non ce l’hanno e averla in più di un settore aumenta le probabilità di essere assunti. Ma in una situazione in cui sono aumentate le persone in cerca di un lavoro qualificato questa strategia perde efficacia, e si rischia di arrivare sempre secondi (o decimi, o centesimi, dipende dalle proprie caratteristiche, dalle dimensioni dell’impresa e dalla zona in cui cerca lavoro, ad esempio nelle grandi città la competizione è maggiore).

Imparare un po’ di tutto può anche dipendere non da una scelta deliberata, ma da una mancata individuazione del proprio obiettivo professionale, da mancanza di creatività e intraprendenza al termine di un percorso di studi specifico, da una scarsa considerazione o conoscenza delle svariate possibilità di apprendimento informale (vedi il mio articolo Come promuovere e supportare l’apprendimento in autonomia).

In una situazione di questo tipo una strategia più efficace è specializzarsi per un settore professionale o, ancora meglio, una figura professionale specifica. Per settore professionale si intendono un gruppo di professioni che hanno caratteristiche comuni, ad esempio è un settore professionale quello dell’orientamento; al suo interno troviamo figure professionali quali consulente di orientamento e operatore di prima accoglienza. Una volta che ci siamo specializzati, il nostro profilo risulterà ai primi posti fra tutti quelli che si propongono.

Una mia collega, che lavora tutti i giorni all’interno di un Centro per l’Impiego, mi diceva che le persone che riescono a essere assunte per lavori qualificati hanno seguito una strategia di questo tipo. Nel contesto attuale è diventato così ancora più importante, se si desidera svolgere un lavoro qualificato, scegliere un settore o una figura professionale coerente con le proprie capacità e aspirazioni e con i dati disponibili sulle professioni più richieste attuali e future (vedi il mio articolo Consulenza alla scelta dell’obiettivo professionale: che peso dare alle statistiche?).

Meglio scegliere un settore o una figura professionale? Meglio una figura, perché solo scegliendo una figura specifica possiamo diventare molto qualificati. Tuttavia la conoscenza approfondita di un settore è il solo modo per capire quali sono le figure professionali al suo interno e che tipo di formazione richiedono, perciò iniziare a conoscere e a formarsi in un settore anche senza aver scelto con sicurezza una figura specifica è un buon primo passo di un percorso di specializzazione.

Una volta che abbiamo scelto una figura specifica e stiamo portando avanti un percorso di professionalizzazione mirato (con corsi, tirocini, affiancamento, studio individuale, etc., vedi il mio articolo Come promuovere e supportare l’apprendimento in autonomia) conviene comunque continuare a guardarsi intorno e essere pronti, se ci capitano delle occasioni lavorative, ad accettare anche lavori in figure limitrofe.

Nota bene: Queste considerazioni sono di tipo generale, e possono non valere per singoli settori, singole zone geografiche o, per la singola persona, a causa di eventi casuali e fortuiti. Inoltre buone capacità relazionali (socievolezza, simpatia, assertività, etc.) possono compensare almeno in parte una preparazione solo nella media, se si riesce a farsi conoscere di persona dal possibile datore di lavoro, vedi il mio articolo Ho inviato 1000 curricula e non mi ha risposto nessuno. Lista di controllo e direzioni di lavoro con i nostri utenti.

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Un caso reale:

Marco ha 30 anni una laurea specialistica in lettere e una grande passione per la scrittura. Fino a oggi ha esperienze (e sta cercando lavoro) come:

  1. operatore in biblioteca
  2. scrittura testi. Ha lavorato nella redazione e editing per una rivista mensile di un’associazione turistica
  3. operatore con coop sociale. Ha lavorato nel supporto scolastico e insegnamento dell’italiano a giovani stranieri)
  4. docente supplente nelle scuole medie.

Ha inoltre svolto altre attività quali cameriere, commesso in negozio di dischi, etc….

Marco è una persona intraprendente, con ottime abilità sociali. Proprio per questo in qualsiasi lavoro abbia fatto dal 2008 ad oggi ha ricevuto apprezzamenti. Non di meno, nella ricerca che va conducendo da febbraio non riesce ad avere risultati. Non c’è dubbio che il periodo [2013] è difficile ma proprio per questo deve migliorare la sua strategia.

L’errore di Marco è continuare a puntare su tutti i 4 settori. In situazione di crisi di mercato una ricerca di lavoro efficace richiede di definire e investire (in termini di ricerca, di costruzione di una rete e di formazione) su una o massimo due professioni obiettivo. Marco deve concentrarsi sull’ambito della comunicazione, perché dal colloquio è emerso che questo è il settore che gli interessa maggiormente.

Marco può continuare a inviare CV a case editrici e redazioni (cosa che ha fatto finora con scarsi risultati), ma soprattutto deve modificare la sua ricerca di lavoro:

  • individuare altre tipologie di datori di lavoro potrebbero avere un interesse per la sua figura, ad esempio consorzi sociali o associazioni che hanno un’area comunicazione o grandi aziende impegnate in campagne di comunicazione con al loro interno un ufficio comunicazione.
  • cercare contatti diretti con responsabili risorse umane delle imprese di interesse (invece di semplicemente inviare dei CV via email)
  • cercare occasioni di formazione o autoapprendimento per aumentare la propria preparazione in ambito comunicazione, e studiare progetti e iniziative in ambito comunicazione che potrebbe proporre agli interlocutori. Vale la pena di non limitarsi solo alla scrittura di testi, ma anche migliorare le conoscenze di WordPress e di un programma di grafica perché potrebbero essergli richiesti anche questi compiti.

Se invece Marco vuole investire prioritariamente nell’insegnamento dovrebbe concentrare le sue energie su altro. Ad esempio:

  • Conoscere a quali classi di insegnamento potrebbe accedere con la sua laurea
  • verificare se deve sostenere alcuni esami che non ha sul curriculum universitario per accedere a più di una classe di insegnamento
  • cercare di accedere al TFA Tirocinio Formativo Attivo in maniera da conseguire l’abilitazione scolastica
  • candidarsi direttamente presso scuole di recupero scolastico
  • prendere la certificazione DITALS per insegnare italiano a stranieri,
  • provare a contattare agenzie formative per docenze sui moduli di cultura generale all’interno dei corsi di formazione professionale per giovani in diritto – dovere
  • approfondire le sue conoscenze sulla didattica attiva rivolta a giovani a rischio di dispersione
  • continuare a proporsi a coop e associazioni che intervengono sul sostegno extrascolastico

È facile capire che l’obiettivo professionale prioritario porta piani di azione diversi e consente, a distanza di mesi (non di settimane) di specializzarsi maggiormente, aumentando le possibilità in un mercato del lavoro molto competitivo.

Nel caso di Marco, vale la pena restare anche aperti anche ad altre possibilità ad esempio bibliotecario per una cooperativa di servizi bibliotecari. Tuttavia se assieme a Marco si candida qualcuno che ha impostato una strategia di professionalizzazione approfondita in questo settore probabilmente gli sarà preferito il concorrente.

In sintesi, per lavorare in ruoli dove c’è molta concorrenza (perché ci sono molti candidati e/o c’è una crisi di mercato. Come quelli che interessano a Marco) è necessaria una specializzazione elevata. In ruoli dove le imprese fanno fatica a trovare dipendenti / collaboratori o quando l’economia è in fase espansiva si ottengono risultati anche con esperienze o formazione limitate in più di un settore.

FORMAZIONE GRATUITA PER ORIENTATORI

 

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. Il caso di Marco è stato scritto da una mia Collega. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica.

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