Ecco la definizione
Comincio subito con la definizione:
le competenze orientative sono quelle capacità che permettono di gestire il più possibile in autonomia le proprie scelte scolastiche e professionali.
Adesso ti spiego come arriviamo a questa definizione.
Il contesto delle competenze orientative
L’aiuto dell’orienamento
Innanzitutto l’orientamento è una disciplina che aiuta le persone a fare scelte corrette in ambito formativo (scuola, università, formazione professionale) e professionale. Scelte in ambito formativo sono quelle relative a quale scuola superiore e eventualmente percorso universitario scegliere, e a quali corsi di formazione seguire una volta conseguito un diploma o una laurea.
Scelte corrette in ambito professionale sono quelle relative a
- che professione scegliere,
- come fare una ricerca di lavoro per arrivare a svolgerla (scegliendo ad esempio i canali di ricerca di lavoro più efficaci),
- come gestire al meglio il proprio percorso professionale una volta che si è trovato un lavoro (scegliendo ad esempio di chiedere uno spostamento di reparto, un cambio di mansione, cambiando azienda, etc.).
Costruire una professionalità, trovare un lavoro, gestire il proprio percorso professionale richiedono una serie continue di scelte, col rischio, in caso di errori di scelta, di perdere tempo e denaro. Scelte sbagliate possono portare inoltre a cattive prestazioni lavorative e insoddisfazione professionale.
I servizi di orientamento
Per ridurre gli errori, le persone si rivolgono ai servizi di orientamento, che vengono erogati (o dovrebbero essere erogati) nelle scuole, nelle università, nei centri per l’impiego. Possono erogare servizi di orientamento, in convenzione coi servizi pubblici, anche agenzie per il lavoro e agenzie formative.
I servizi di orientamento possono erogare informazioni (per fare scelte è necessario conoscere quali sono le possibilità disponibili) oppure fare consulenza, dare cioè dei pareri e dei consigli esperti sulla base della situazione del singolo utente. I servizi di orientamento possono anche adoperarsi per aiutare le persone a sviluppare competenze orientative, cioè cercare di rendere le persone il più possibile autonome nel prendere decisioni legate a studio o lavoro.
Le attività di orientamento che mirano a sviluppare competenze orientative si chiamano orientamento formativo. Se adotto la prospettiva del coach, allora posso dire che sviluppare competenze orientative significa mettere in grado le persone di assumersi la responsabilità delle proprie azioni in ambito formativo e professionale. Vedi il mio articolo Coaching e orientamento: punti di contatto e differenze.
Come sviluppare competenze orientative?
Ti faccio alcuni esempi. Una persona va a uno sportello Informagiovani perché cerca informazioni sui corsi finanziati dalla Regione (cioè gratuiti) il cui avvio è previsto nel prossimo mese. L’operatore può semplicemente andare sul sito regionale dove sono indicati tutti i corsi finanziati, filtrare dall’elenco quelli il cui avvio è previsto entro il mese prossimo, stampare l’elenco e darlo all’utente. Un operatore che lavora anche per sviluppare competenze orientative spiegherà all’utente che c’è un sito regionale che elenca tutti i corsi finanziati, condividerà lo schermo e gli farà vedere come usare i filtri di ricerca, poi lo inviterà a filtrare da solo i corsi che gli interessano e a stampare l’elenco. In questo modo l’utente ha ottenuto non solo l’informazione che cercava, ma ha anche imparato a cercarsela da solo.
Ancora un esempio: una persona va a un centro per l’Impiego perché ha necessità di aggiornare il CV. L’operatore vede che il CV è impostato male, si mette a editarlo interamente, poi aggiunge le modifiche richieste, ne stampa una copia e la dà all’utente. L’orientatore che lavora anche per sviluppare competenze orientative farà vedere all’utente un modello di CV migliore, e gli chiederà di modificare il suo modello direttamente. L’operatore sarà presente, ma lascerà fare all’utente, intervenendo solo quando ce n’è bisogno. In questo modo l’utente torna a casa non solo col CV interamente aggiornato, ma ha anche imparato un formato migliore e come descrivere degli aggiornamenti.
Ambedue gli utenti hanno sviluppato competenze orientative, il primo la competenza orientativa di trovare corsi di formazione finanziati, il secondo di aggiornare un CV.
Quanto allargare l’ambito delle competenze orientative?
E’ ovvio che per gestire al meglio le proprie scelte formative e professionali è necessario sviluppare capacità di natura più generale. Ad esempio capacità di osservazione, di sintesi, di scrittura, di videoscrittura (utili nella stesura di un CV), oppure capacità di analisi, decisionali e di resistenza allo stress (utili per fare delle scelte scolastiche o professionali). Possiamo chiamare queste competenze necessarie per la vita in generale competenze di vita, mentre scrivere in word è una capacità tecnica. Vale la pena di definire capacità così generali e determinate capacità tecniche, ancorché utili a fini orientativi, come competenze orientative?
La proposta di M. L. Pombeni
Flavia Marostica, in un suo articolo, cita M. L. Pombeni che divide le competenze orientative in due grandi categorie:
- competenze orientative generali
- competenze orientative specifiche.
Secondo Pombeni (come citata da Marostica) le competenze orientative generali sono «finalizzate principalmente ad acquisire una cultura ed un metodo orientativo» (orientamento personale) e sono propedeutiche allo sviluppo di competenze specifiche.
Le competenze orientative specifiche sono «finalizzate alla risoluzione di compiti definiti e circoscritti che caratterizzano le diverse esperienze personali (orientamento scolastico e professionale)»; sono relative a «una sfera di vita specifica, hanno a che fare con il superamento di compiti contingenti e progettuali».
Sempre secondo Pombeni, all’interno delle competenze orientative specifiche si possono ulteriormente individuare:
- competenze di monitoraggio che consistono nella capacità di fare un bilancio delle esperienze formative, lavorative, esistenziali pregresse o in corso, di «tenere sotto controllo l’andamento della situazione personale al fine di prevenire disagi e insuccessi», di sapersi orientare nella continuità,
- competenze di sviluppo dell’esperienza formativa e lavorativa personale che consistono nella capacità di costruirsi una prospettiva e «di progettare l’evoluzione della propria esperienza, compiendo delle scelte», di sapersi orientare autonomamente, di elaborare e realizzare un piano per il futuro.
Se capisco bene, nella classificazione della Pombeni le competenze orientative generali e le competenze orientative specifiche caso A sono quelle che io ho chiamato competenze di vita. Solo il caso B sembra riferirsi a quelle capacità che servono espressamente per scelte formative e professionali e che secondo me sono le uniche che dovrebbero chiamarsi competenze orientative.
Esempi di competenze orientative
Provo a fare un elenco di alcune competenze orientative:
- capire quali sono le materie scolastiche che preferisco e spiegarne i motivi
- capire quali sono le materie scolastiche dove riesco meglio / peggio e spiegare le mie difficoltà
- capire il collegamento fra determinati percorsi scolastici e determinate aree professionali o professioni
- capire la coerenza fra determinati percorsi di studio medie superiori e determinati percorsi universitari
- mettere a punto gli strumenti di ricerca di lavoro: CV, messaggio di accompagnamento, profilo LinkedIn
- scegliere i canali di ricerca più adatti al lavoro cercato e saperli usare
Competenze orientative e competenze di vita
Secondo me non è utile inglobare nelle competenze orientative anche le competenze di vita. Spiego i motivi in dettaglio nel mio articolo L’orientamento come educazione alla vita e l’orientamento formativo, a cui rimando per un approfondimento.
Qui ripeto in breve che:
- lo sviluppo delle competenze orientative (come le ho definite io) e delle competenze alla vita richiede professionalità diverse
- lo sviluppo di competenze orientative e di competenze di vita è finanziato da normative e fonti di finanziamento diversi.
Proviamo a immaginare. Manderemo una persona con uno o più deficit in queste competenze di vita: concentrarsi, leggere velocemente, sintetizzare, prendere decisioni, programmare, analizzare, seguire un programma prestabilito, resistere allo stress, (etc.) e che non ha un problema orientativo a migliorare i propri deficit facendo colloqui con operatori del centro per l’impiego?
Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore © Leonardo Evangelista. Leggi Informativa privacy, cookie policy e copyright.