Consulenti virtuali di persone reali: come l’IA sta disintermediando i servizi di orientamento

Introduzione

L’introduzione su larga scala dell’intelligenza artificiale generativa (IAG) sta trasformando profondamente anche il campo dell’orientamento professionale. Le persone possono oggi interagire direttamente con sistemi come ChatGPT, Claude, Gemini o Copilot e ricevere risposte immediate, articolate, pertinenti e spesso personalizzate su temi fondamentali dell’orientamento: la scelta di una professione, la redazione del curriculum, la preparazione a un colloquio, la ricerca di opportunità formative. Questo fenomeno non è futuro: è già presente.

Ci troviamo di fronte a una nuova disintermediazione dei servizi di orientamento, simile a quella avvenuta tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, quando internet e il web resero accessibili a tutti le informazioni su professioni, corsi e offerte di lavoro, riducendo il ruolo dell’orientatore come erogatore di contenuti informativi.

Oggi, la differenza è che non si tratta più solo di accedere a informazioni, ma di ricevere vere e proprie forme di consulenza orientativa automatizzata.

Una disintermediazione selettiva

Naturalmente, questa nuova disintermediazione non riguarda in modo uniforme tutta la popolazione. Ne beneficiano soprattutto:

  • utenti con un buon livello di alfabetizzazione digitale e informativa,
  • persone capaci di formulare domande articolate,
  • individui con una sufficiente capacità di autovalutazione e orientamento autonomo.

Per queste categorie, l’interazione con un sistema di IA può sostituire completamente (o ridurre drasticamente) il ricorso ai servizi di orientamento tradizionali. In particolare, è già evidente che una parte significativa dell’utenza non ha più bisogno di interagire con un operatore in carne ed ossa, trovando nella IA risposte più rapide, comode e in genere (se l’operatore non utilizza l’IA)  più efficaci.

Un’opportunità di equità territoriale

Un importante vantaggio della diffusione delle IA generative consiste nella possibilità di fornire orientamento anche a utenti che vivono in zone rurali, periferiche o montane, dove i servizi pubblici sono scarsi, poco qualificati o difficilmente raggiungibili. L’IA rende disponibile una forma di supporto che prima non esisteva o era fortemente inaccessibile. Questo contribuisce a riequilibrare (almeno in parte) il divario territoriale nell’accesso all’orientamento.

Perché una parte di utenti continuerà a preferire l’operatore umano

Nonostante questo, una quota non trascurabile di utenti continuerà a cercare l’interazione con un orientatore in carne ed ossa. Questo accade soprattutto per motivazioni quali:

  • insicurezza e bassa autoefficacia,
  • senso di smarrimento o demoralizzazione,
  • bisogno di conferma, rassicurazione e contenimento emotivo.

Queste persone, pur essendo digitalmente alfabetizzate, attribuiscono valore all’incontro umano, che percepiscono come spazio protetto, empatico e motivante. Tuttavia, è importante sottolineare che si tratta solo di una frazione del totale: per molte altre persone, l’interazione con l’IA risulta più che sufficiente per prendere decisioni operative.

La lentezza del sistema pubblico

Un ulteriore elemento da considerare è la lentezza del cambiamento dei servizi pubblici. In Italia, come in altri paesi, la maggior parte degli enti pubblici impiega tempi lunghi per adottare innovazioni tecnologiche e trasformare le proprie modalità operative. Questo vale anche per l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel lavoro quotidiano degli orientatori. Di conseguenza, molti cittadini che vogliono accedere a sussidi, percorsi GOL, corsi gratuiti o tirocini sono comunque obbligati a interagire con operatori umani, indipendentemente dalla disponibilità di consulenza online automatizzata.

L’operatore potenziato dall’intelligenza artificiale

Un altro punto da evidenziare è che l’operatore di orientamento che integra l’IA nel proprio lavoro, migliora notevolmente qualità e impatto. Utilizzare un sito di IA è come giocare a scacchi col supporto di un computer che conosce migliaia di mosse. L’individuazione della professione obiettivo, l’analisi di occupabilità, il reperimento di opportunità formative, la personalizzazione dei piani d’azione diventano attività assai più rapide e accurate.

In questo nuovo contesto, il valore del consulente dipende così dalla sua capacità di mediare fra utenti non in grado di utilizzare direttamente i siti di IA e dalla sua capacità di interagire con persone che, pur sapendo utilizzare i siti di IA, hanno comunque necessità di supporto umano.

Quali linee di azione

Di fronte a questa trasformazione del panorama dell’orientamento professionale, è possibile delineare alcune linee di azione strategiche:

  1. Riqualificare gli operatori: È essenziale formare gli orientatori all’uso efficace dell’IA come strumento di potenziamento della propria professionalità. L’operatore dovrà saper integrare l’intelligenza artificiale nel proprio lavoro, utilizzandola per migliorare la qualità e la personalizzazione dei servizi offerti.
  2. Ripensare l’erogazione dei servizi: I centri di orientamento dovrebbero riorganizzare la propria offerta, distinguendo tra servizi automatizzabili (che possono essere delegati all’IA) e servizi ad alto valore aggiunto umano, come il supporto emotivo, la motivazione e l’accompagnamento nei momenti di transizione complessa. Sarebbe utile attivare piattaforme ibride, che combinino l’efficienza dell’IA con momenti di interazione umana, permettendo all’utente di scegliere il livello di intermediazione desiderato a seconda delle proprie necessità.
  3. Educare gli utenti: Promuovere programmi di alfabetizzazione digitale che includano competenze specifiche per interagire efficacemente con i sistemi di IA nell’ambito dell’orientamento professionale.

E infine:

  1. Monitorare la qualità: Implementare sistemi di controllo per verificare l’accuratezza e l’appropriatezza delle consulenze fornite dall’IA, soprattutto in contesti delicati come la ricollocazione professionale o l’orientamento di categorie fragili.
  2. Fare ricerca: Studiare l’evoluzione del rapporto tra utenti e sistemi di IA nell’orientamento, per comprendere meglio quali bisogni vengono soddisfatti e quali richiedono ancora l’intervento umano.

Vedi anche:

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993 e di formazione dal 2004. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.