Adolescenti fuori controllo. In che modo genitori ed insegnanti possono affrontare comportamenti inappropriati

Adolescenti che non riescono a controllarsi

Numerose evidenze scientifiche confermano che gli adolescenti non sono pienamente padroni dei propri comportamenti. La cosiddetta ‘tempesta ormonale’ e il processo di potatura sinaptica tipici di questa fase dello sviluppo portano gli adolescenti a sperimentare con maggiore frequenza rispetto agli adulti instabilità emotiva e comportamenti inappropriati. Ad esempio:

  • Parlare o fare battute durante le lezioni, interrompendo l’insegnante o i compagni
  • Rispondere con aggressività o sarcasmo a un insegnante per una critica o una nota disciplinare
  • Alzarsi dal banco senza permesso o abbandonare la classe durante una discussione accesa
  • Litigare verbalmente o fisicamente con i compagni per motivi banali
  • Urlare o insultare genitori o insegnanti in risposta a un rifiuto o contro regole considerate ingiuste
  • Prendere decisioni avventate, come fuggire da casa dopo una lite senza pensare alle conseguenze
  • Distruggere oggetti (ad esempio, lanciare il cellulare o rompere qualcosa)
  • Adottare comportamenti ribelli o rischiosi, ad esempio fumare, far uso di alcol e droghe illegali, correre in moto
  • Postare contenuti inappropriati o rispondere impulsivamente a messaggi o post con insulti o accuse.

Un ulteriore fattore che contribuisce a tali atteggiamenti è l’inesperienza: gli adolescenti stanno esplorando un mondo complesso e spesso non sanno come comportarsi adeguatamente in contesti sociali che per loro sono nuovi e sconosciuti.

Come dovrebbero agire genitori e educatori?

Il metodo tradizionale per promuovere comportamenti positivi o per ridurre quelli negativi è basato su premi e punizioni. Genitori, insegnanti e educatori reagiscono a comportamenti negativi con voti insufficienti, note disciplinari o manifestando disapprovazione attraverso rabbia, critiche, sarcasmo o in alcuni casi offese verbali e (genitori) percosse. I comportamenti positivi vengono invece incentivati con voti alti, sorrisi, premi materiali o atteggiamenti di approvazione.

La strategia premia e punisci si rivela inadeguata con quegli adolescenti che manifestano comportamenti negativi con maggiore frequenza. L’adolescente, nonostante lo desideri, non riesce a controllarsi. La continua applicazione di punizioni o feedback negativi e la mancanza di feedback positivi, uniti alla necessità di tutelare la propria autostima porta l’adolescente a sviluppare una ‘anestesia’ verso le critiche e un atteggiamento di risentimento o indifferenza verso l’adulto, con il rischio di compromettere irrimediabilmente il processo educativo. La continua successione di osservazioni negative trasforma la famiglia e la scuola in ambienti ostili e inospitali, portando l’adolescente a una ricerca di evasione immergendosi nel mondo dei pari o nella realtà parallela dei videogiochi, rallentando e rendendo problematico l’inserimento in altri contesti che caratterizzano la vita adulta (ad esempio il mondo del lavoro).

Come rompere il circolo vizioso

Gestire i comportamenti adolescenziali non è semplice. Le azioni impulsive o inappropriate dell’adolescente suscitano spesso reazioni emotive negative nei genitori e negli educatori, spingendoli istintivamente verso l’uso di punizioni e lo sviluppo di un costante atteggiamento negativo verso i propri figli o gli studenti maggiormente impulsivi.

Per evitare tale dinamica, è fondamentale pensare che i comportamenti negativi siano i sintomi di una malattia che il genitore e l’educatore devono contribuire a curare. Questo approccio aiuta a adottare un approccio più equilibrato, basato sui comportamenti che seguono.

Controllare le proprie emozioni: Genitori e educatori devono gestire le proprie reazioni emotive, evitando di trasformare le punizioni in attacchi personali. Quando il genitore o l’educatore dà un feedback negativo o comunica una punizione, deve mantenere un tono neutro, senza cattiveria, per evitare di trasformare la punizione in una disputa di potere tra adulto e adolescente.

Separare il comportamento dalla persona: Quando un genitore o un educatore deve fornire un feedback negativo, è essenziale descrivere i comportamenti inadeguati come aspetti esterni all’adolescente. Questo approccio riduce l’impatto negativo sulla sua autostima e permette di mantenere un dialogo costruttivo. Utilizzare frasi come Oggi non sei riuscito a controllarti o La rabbia ha preso il sopravvento aiuta a spostare l’attenzione sul comportamento specifico, senza identificare l’adolescente con l’errore commesso.

Al contrario, sono da evitare affermazioni che iniziano con Sei, come Sei un soggetto difficile o Sei [termine svalutativo o offensivo], poiché rischiano di etichettare la persona in modo negativo, compromettendo la relazione e la motivazione al miglioramento. L’obiettivo è comunicare che il comportamento può essere corretto senza mettere in discussione il valore personale dell’adolescente.

Limitare le punizioni e i feedback negativi: oltre un certo limite, punizioni e feedback negativi smettono di fare effetto. Vanno usati con parsimonia per evitare di arrivare a questo livello. Lo scrivo in due righe, ma questo è estremamente importante.

Fornire feedback positivi: i feedback negativi vanno bilanciati con premi e feedback positivi. Il genitore e l’educatore devono valorizzare i comportamenti positivi, anche minimi, e creare occasioni dove l’adolescente possa ottenere risultati positivi e ottenere feedback positivi. Ad esempio: Grazie, sei andato tu a fare la spesa, io ero proprio stanco e mi stava pensiero uscire. Oppure: Oggi sei riuscito a seguire la lezione senza giocare col telefonino, ottimo!

Sdrammatizzare le offese verbali: le offese verbali degli adolescenti devono essere contestualizzate e sdrammatizzate. È importante ricordare che queste espressioni, per quanto inadeguate, rappresentano reazioni emotive immediate a una situazione percepita come frustrante o minacciosa, piuttosto che attacchi personali mirati. Ad esempio, quando uno studente risponde in modo aggressivo a un insegnante con frasi come Ma che cazzo vuoi? o ancora peggio Zitta, puttana! è utile concentrarsi sul significato sottostante, reagendo con un approccio empatico e riflessivo, anziché con rabbia o punizioni immediate. Alcune possibili risposte dell’insegnante:

  • Non ti piace essere ripreso davanti a tutti
  • La mia osservazione ti ha fatto arrabbiare
  • Pensi che la mia critica/osservazione sia ingiusta
  • Perché la mia critica/osservazione ti fa arrabbiare?
  • Cos’è della mia osservazione che ti fa arrabbiare?

Questo tipo di comunicazione non giustifica il comportamento, ma lo reinterpreta come un’opportunità per aiutare l’adolescente a riflettere sulle proprie reazioni.

Individuare e valorizzare l’aspetto positivo degli accadimenti negativi. Riconoscere e enfatizzare gli aspetti positivi di un comportamento, anche quando è presente una componente negativa, aiuta l’adolescente a concentrarsi sui propri progressi e a sentirsi incoraggiato a migliorare. Questo approccio corrisponde a “vedere il bicchiere mezzo pieno”, valorizzando ogni passo avanti, per quanto piccolo. Ad esempio: (studente che è sbottato contro l’insegnante) “Oggi sei riuscito a mantenere la calma per gran parte della lezione, e questo è positivo” o “Oggi hai risposto male solo una volta”. Studente distratto che usa il telefonino a lezione: È positivo che finora sei riuscito a stare attento.

Promuovere un ambiente positivo: Un contesto che stimola comportamenti positivi può prevenire molte situazioni problematiche. Ad esempio, lezioni scolastiche coinvolgenti, attività stimolanti e un clima relazionale sereno riducono la probabilità di comportamenti negativi. Se le lezioni scolastiche risultano noiose perché basate in gran parte su interrogazioni e lezioni frontali, ci sarà una maggiore frequenza di atteggiamenti di disturbo e disinteresse, e questo a sua volta incrementa feedback negativi e punizioni.

Modalità di intervento

Per identificare e ridurre i comportamenti inappropriati, è possibile agire a più livelli.

Livello dirigente scolastico

Il dirigente scolastico può tenere una statistica dei docenti che prendono il maggior numero di provvedimenti disciplinari. Questi docenti dovrebbero essere coinvolti in attività formative rivolte a migliorare le loro tecniche didattiche e la loro gestione dei comportamenti inadeguati.

Sono utili anche momenti di confronto fra insegnanti che hanno classi in comune ma prendono un numero diverso di provvedimenti disciplinari.

Livello singolo insegnante

Il singolo insegnante può tenere una tabella dove, accanto a ogni studente, riporta la frequenza di comportamenti inadeguati. Per ciascuno degli studenti che hanno la maggiore frequenza di comportamenti inadeguati, deve segnare la quantità di feedback e provvedimenti negativi e quelli positivi. Il docente deve sforzarsi nel tempo di aumentare feedback e provvedimenti positivi in relazione a quelli negativi, usando le tecniche descritte in questo articolo.

Livello classe

A livello di singola classe, è utile utilizzare alcune ore di lezione per aumentare la consapevolezza degli studenti relativa alle cause dei comportamenti inappropriati e individuare strategie per ridurli.

Livello studente

Il singolo studente può essere incoraggiato a tenere un diario dove registra la frequenza dei comportamenti inappropriati, i motivi scatenanti, le possibili strategie per ridurli. Sono utili incontri periodici con uno psicologo o un educatore per monitorare la frequenza degli episodi e l’efficacia delle strategie adottate.

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Chiedimi un preventivo per svolgere nel tuo Istituto un intervento per ridurre la frequenza di comportamenti inappropriati. Il progetto, rivolto agli insegnanti e svolto a distanza via webinar, prevederà:

  • una prima parte dedicata a come i docenti possono rendere la didattica maggiormente coinvolgente
  • una seconda parte su come gestire i comportamenti inadeguati
  • una serie di incontri di condivisione e monitoraggio della messa in opera delle diverse soluzioni.

 

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993 e di formazione dal 2004. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.