Accordi di Bretton Woods: vantaggi e motivi del passaggio ai cambi variabili

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Gli Accordi di Bretton Woods (1944): Cosa Prevedevano?

Gli Accordi di Bretton Woods furono firmati nel luglio del 1944 nella città di Bretton Woods (New Hampshire, USA) da 44 paesi con l’obiettivo di stabilire un nuovo ordine economico internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Obiettivi principali

  1. Stabilizzare l’economia globale dopo il caos delle guerre e della Grande Depressione.
  2. Evitare svalutazioni competitive delle valute, che avevano aggravato la crisi degli anni ’30.
  3. Facilitare il commercio internazionale creando un sistema monetario prevedibile e stabile.

Principali disposizioni degli Accordi di Bretton Woods

1. Creazione di un sistema di cambi fissi legato al dollaro USA

  • Il dollaro statunitense (USD) divenne la valuta di riferimento internazionale.
  • Tutte le altre valute furono agganciate al dollaro con tassi di cambio fissi, con una possibile oscillazione massima del ±1% rispetto al valore stabilito.
  • Gli stati erano obbligati a difendere il tasso di cambio della propria valuta intervenendo sui mercati valutari (acquistando o vendendo dollari e moneta locale).

2. Convertibilità del dollaro in oro

  • Gli Stati Uniti garantirono che il dollaro fosse convertibile in oro a un tasso fisso di 35 dollari per oncia d’oro.
  • Questo significava che il dollaro era “buono come l’oro” e diventava la valuta di riserva mondiale.
  • Gli altri paesi potevano convertire i loro dollari in oro direttamente con gli Stati Uniti.

3. Creazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI)

  • Il FMI (International Monetary Fund) fu istituito per:
    • Prestare denaro ai paesi in difficoltà economica per difendere il valore della propria moneta.
    • Supervisionare il sistema monetario internazionale e garantire la stabilità dei cambi.
    • Evitare politiche di svalutazione competitiva, che negli anni ’30 avevano aggravato la crisi globale.

4. Creazione della Banca Mondiale (IBRD – International Bank for Reconstruction and Development)

  • La Banca Mondiale fu creata per finanziare la ricostruzione dei paesi devastati dalla guerra e promuovere lo sviluppo economico.
  • In seguito, si concentrò sui prestiti ai paesi in via di sviluppo.

Come funzionava il sistema?

  • Ogni paese doveva mantenere stabile il tasso di cambio della propria valuta rispetto al dollaro.
  • Se una valuta si indeboliva troppo, il paese doveva intervenire usando le proprie riserve in dollari o, in caso di necessità, chiedere aiuto al FMI.
  • Se la crisi era grave, il paese poteva richiedere una svalutazione controllata della propria moneta, ma solo con l’approvazione del FMI.

Il Collasso del Sistema di Bretton Woods (1971)

Gli Accordi di Bretton Woods durarono fino al 1971, quando il presidente USA Richard Nixon dichiarò la fine della convertibilità del dollaro in oro (il cosiddetto Nixon Shock). Le cause principali furono:

  1. Inflazione e deficit USA – Gli Stati Uniti stavano finanziando la Guerra del Vietnam e i programmi sociali (Great Society), stampando troppi dollari.
  2. Perdita di fiducia nel dollaro – Francia e altri paesi iniziarono a chiedere la conversione dei dollari in oro, riducendo le riserve auree statunitensi.
  3. Difficoltà nel mantenere i cambi fissi – Le economie europee e il Giappone crescevano rapidamente e i loro tassi di cambio erano sempre meno sostenibili.

Nel 1973, si passò definitivamente ai cambi flessibili, dove il valore delle valute è determinato dal mercato anziché da un tasso fisso.


Conclusione: L’eredità di Bretton Woods

Successi:

  • Ha garantito stabilità economica internazionale per quasi 30 anni.
  • Ha favorito la crescita economica e il commercio internazionale nel dopoguerra.
  • Ha creato il FMI e la Banca Mondiale, che ancora oggi esistono e influenzano l’economia globale.

Limiti:

  • Ha dato troppo potere agli USA, che controllavano il sistema grazie alla centralità del dollaro.
  • Non era sostenibile a lungo termine, perché i cambi fissi impedivano ai mercati di autoregolarsi.
  • Ha reso difficile per i paesi gestire autonomamente la loro politica economica.

Oggi, il sistema di Bretton Woods è stato sostituito da un sistema di cambi flessibili, ma il dollaro USA rimane la valuta di riferimento internazionale, mantenendo l’eredità di quel sistema.

Perché i cambi fissi favoriscono gli scambi internazionali?

Un sistema di cambi fissi significa che il valore di una valuta è ancorato a un’altra valuta (ad esempio, il dollaro) o a una materia prima come l’oro (come nel sistema di Bretton Woods). Questo sistema offre diversi vantaggi per gli scambi internazionali:

  1. Stabilità e prevedibilità – Le imprese e gli investitori internazionali possono pianificare a lungo termine senza il rischio che le valute oscillino drasticamente.
  2. Riduzione dei costi di copertura valutaria – In un sistema di cambi flessibili, le aziende devono proteggersi dalle variazioni dei tassi di cambio con strumenti finanziari (hedging), aumentando i costi. Con i cambi fissi, questo rischio è molto ridotto.
  3. Facilitazione del commercio e degli investimenti esteri – Con valute stabili, le aziende sono più incentivate a investire e commerciare con altri paesi, poiché non rischiano perdite improvvise dovute a svalutazioni valutarie.
  4. Minore speculazione sui mercati valutari – Un cambio stabile scoraggia la speculazione sulle valute, che può creare instabilità finanziaria.

Tuttavia, i cambi fissi hanno anche svantaggi:

  • Limitano la politica monetaria interna, perché una banca centrale deve difendere il tasso di cambio invece di reagire alle condizioni economiche interne.
  • Possono portare a squilibri economici, perché impediscono alle valute di aggiustarsi in base alla domanda e all’offerta.

Perché gli Stati Uniti sospendono la convertibilità del dollaro nel 1971?

La decisione di Richard Nixon di sospendere la convertibilità del dollaro in oro il 15 agosto 1971 (Nixon Shock) fu motivata da diversi fattori:

  1. Deficit della bilancia dei pagamenti USA – Dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti avevano accumulato enormi riserve d’oro, ma negli anni ’60 iniziarono a registrare un deficit commerciale (importavano più di quanto esportavano), riducendo la loro capacità di mantenere il cambio fisso.
  2. Aumento della spesa pubblica – Gli USA avevano speso massicciamente per la Guerra del Vietnam e i programmi di welfare interni (Great Society di Lyndon Johnson), causando un aumento dell’inflazione e una perdita di fiducia nel dollaro.
  3. Speculazione contro il dollaro – Molti paesi, in particolare la Francia, iniziarono a convertire i loro dollari in oro per timore di una svalutazione del dollaro. Questo ridusse le riserve auree degli USA.
  4. Competizione economica con Europa e Giappone – Negli anni ‘60 e ‘70, Europa e Giappone divennero più competitive, erodendo la supremazia economica americana e aumentando la pressione sul dollaro.
  5. Impossibilità di difendere il valore del dollaro – Per mantenere la convertibilità con l’oro, gli USA avrebbero dovuto aumentare i tassi di interesse o ridurre la massa monetaria, misure che avrebbero potuto causare una recessione.

Conseguenze della sospensione della convertibilità del dollaro

  • La fine del sistema di Bretton Woods e il passaggio ai cambi flessibili nel 1973.
  • L’inflazione aumentò negli anni ‘70, portando alla stagflazione (alta inflazione e stagnazione economica).
  • Il dollaro divenne una valuta puramente fiat (cioè non ancorata all’oro), basata solo sulla fiducia nel governo degli Stati Uniti.
  • Maggiore volatilità nei mercati valutari, ma anche più flessibilità per i governi nella gestione della politica economica.

In sintesi, gli USA sospesero la convertibilità del dollaro per evitare una crisi economica e finanziaria, ma questo segnò la fine del sistema di cambi fissi di Bretton Woods e l’inizio di una nuova era economica basata sui tassi di cambio fluttuanti.

1. Limitano la politica monetaria interna

Un sistema di cambi fissi richiede che la banca centrale di un paese mantenga il valore della sua moneta stabile rispetto a un’altra valuta o a un paniere di valute. Questo significa che la banca centrale deve dare priorità alla stabilità del tasso di cambio, spesso a scapito delle condizioni economiche interne.

Esempio pratico:

Immaginiamo che un paese abbia un cambio fisso con il dollaro a un rapporto di 1 unità di valuta locale = 1 dollaro.

  • Se l’economia del paese sta entrando in recessione, la soluzione ideale sarebbe che la banca centrale abbassasse i tassi di interesse per incentivare i prestiti e i consumi.
  • Ma se il paese ha un cambio fisso, un abbassamento dei tassi potrebbe far perdere valore alla moneta locale rispetto al dollaro, spingendo gli investitori a vendere la valuta locale e comprare dollari.
  • Per evitare che il cambio si svaluti, la banca centrale deve intervenire, aumentando i tassi di interesse o usando le sue riserve di valuta estera per acquistare la propria moneta sul mercato.
  • Questo significa che il paese non può usare la politica monetaria per stimolare la crescita interna, perché deve mantenere stabile il cambio.

In pratica, in un sistema di cambi fissi la politica monetaria è subordinata alla difesa del tasso di cambio, limitando la capacità della banca centrale di reagire a crisi economiche, inflazione o recessione.


2. Possono portare a squilibri economici

In un sistema di cambi flessibili, il valore di una moneta si aggiusta automaticamente in base alla domanda e offerta sul mercato valutario. Se un paese esporta molto, la sua moneta si apprezza; se importa molto, la sua moneta si deprezza, riequilibrando l’economia.

In un sistema di cambi fissi, invece, questo meccanismo di auto-correzione non funziona.

Esempio pratico di squilibrio economico:

Immaginiamo due paesi, Paese A e Paese B, che hanno un cambio fisso 1 A = 1 B.

  • Il Paese A diventa molto più produttivo e competitivo rispetto al Paese B.
  • Questo porta a un aumento delle esportazioni del Paese A e un aumento delle importazioni del Paese B.
  • In un sistema di cambi flessibili, la moneta del Paese A si apprezzerebbe e quella del Paese B si svaluterebbe, riducendo automaticamente il deficit commerciale del Paese B (perché i suoi beni diventerebbero più competitivi all’estero).
  • In un sistema di cambi fissi, però, il tasso di cambio rimane invariato, quindi il Paese B continua a comprare sempre di più dal Paese A, accumulando debiti e riducendo la sua competitività.
  • Questo può portare a crisi economiche, perché il Paese B non può svalutare la propria moneta per riequilibrare l’economia.

Caso reale: l’eurozona

Un esempio attuale di questo problema è l’Eurozona. Paesi come la Germania hanno un’economia molto più competitiva rispetto a paesi come la Grecia o l’Italia. Se questi ultimi avessero una propria moneta, potrebbero svalutarla per rendere le loro esportazioni più convenienti. Ma essendo nell’euro (che funziona come un cambio fisso tra i paesi dell’Eurozona), non possono farlo, e quindi devono accettare misure di austerità per riequilibrare l’economia.


Conclusione

  • Cambi fissi e politica monetaria: Le banche centrali non possono abbassare o alzare i tassi liberamente per stimolare l’economia, perché devono difendere il cambio.
  • Cambi fissi e squilibri economici: Se un paese perde competitività, non può svalutare la moneta per compensare, portando a deficit commerciali e crisi economiche.

Questi sono i motivi per cui i cambi fissi possono creare rigidità e problemi economici nel lungo periodo, soprattutto in economie con dinamiche molto diverse tra loro.

L’Incontro di Rambouillet (15-17 novembre 1975)

L’incontro di Rambouillet (Francia), tenutosi dal 15 al 17 novembre 1975, è stato il primo vertice del G6, un gruppo di sei tra le maggiori economie mondiali dell’epoca:

  • Francia (Valéry Giscard d’Estaing)
  • Germania Ovest (Helmut Schmidt)
  • Italia (Aldo Moro)
  • Giappone (Takeo Miki)
  • Regno Unito (Harold Wilson)
  • Stati Uniti (Gerald Ford)

Decisioni principali dell’incontro di Rambouillet

  1. Nuovo ordine monetario internazionale – Dopo il crollo del sistema di Bretton Woods (1971-73), i leader accettarono l’adozione di un sistema basato su tassi di cambio flessibili, abbandonando definitivamente la convertibilità del dollaro in oro e il sistema dei cambi fissi.
  2. Coordinamento economico – Si concordò una maggiore cooperazione tra le principali economie industrializzate per affrontare la crisi economica globale, caratterizzata da alta inflazione (stagflazione), crescita debole e instabilità dei mercati valutari.
  3. Energia e crisi petrolifera – Si discusse l’impatto del secondo shock petrolifero e la necessità di ridurre la dipendenza dall’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio).
  4. Istituzionalizzazione degli incontri tra le grandi economie – L’incontro di Rambouillet diede origine al G7, con l’ingresso del Canada nel 1976, che divenne uno dei principali fori per la governance economica globale.

Rapporto con gli Accordi di Bretton Woods

Il sistema di Bretton Woods (1944-1971) stabiliva:

  • Un sistema di cambi fissi, in cui il valore delle valute era ancorato al dollaro USA, che a sua volta era convertibile in oro (a un tasso fisso di 35 dollari per oncia d’oro).
  • Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale per garantire la stabilità finanziaria.

Nel 1971, il presidente statunitense Richard Nixon sospese la convertibilità del dollaro in oro (Nixon Shock), portando alla fine del sistema di Bretton Woods. Nel 1973, si passò a un regime di cambi flessibili, ma l’instabilità economica mondiale richiedeva un nuovo quadro di cooperazione.

L’incontro di Rambouillet rappresentò quindi un passaggio cruciale:

  • Accettazione definitiva della fine di Bretton Woods e del nuovo sistema di cambi flessibili.
  • Coordinamento tra le potenze industrializzate per gestire le nuove sfide economiche globali senza un sistema monetario rigido.
  • Inizio del G7, che diventò un meccanismo permanente di governance economica internazionale.

In sintesi, Rambouillet segnò il definitivo superamento del sistema di Bretton Woods, sostituendolo con un sistema di governance economica più flessibile e adattabile alle nuove condizioni globali.

Esempi di Maggiore Coordinamento Economico dopo l’Incontro di Rambouillet (1975)

L’incontro di Rambouillet (15-17 novembre 1975) segnò l’inizio del coordinamento economico tra le principali economie industrializzate per affrontare le sfide globali, come la stagflazione, la crisi petrolifera e l’instabilità dei mercati valutari.

Dopo Rambouillet, il G6 (poi G7 e G8) si trasformò in un forum permanente di cooperazione economica. Ecco alcuni esempi concreti di coordinamento economico che seguirono il vertice:


1. Accordi del Plaza (1985) – Cooperazione sui tassi di cambio

  • Nel 1985, Stati Uniti, Giappone, Germania Ovest, Francia e Regno Unito firmarono il Plaza Accord per correggere il valore del dollaro, che si era eccessivamente apprezzato.
  • Il G5 coordinò una strategia di intervento congiunto nei mercati valutari per svalutare il dollaro e riequilibrare il commercio globale.
  • Questo accordo fu un esempio concreto di come il coordinamento monetario tra le grandi economie potesse evitare squilibri economici.

2. Accordi del Louvre (1987) – Stabilizzazione valutaria

  • Dopo il Plaza Accord, il dollaro si stava svalutando troppo rapidamente. Nel Louvre Accord (1987), le stesse potenze decisero di intervenire per stabilizzare i tassi di cambio.
  • Fu uno dei primi tentativi di gestire congiuntamente le politiche monetarie globali.

3. G7 e risposta alla crisi petrolifera e inflazionistica

  • Dopo Rambouillet, il G6 (diventato G7 nel 1976 con il Canada) iniziò a coordinare le politiche energetiche per ridurre la dipendenza dall’OPEC.
  • Vennero concordate misure per aumentare la produzione di energia alternativa e ridurre il consumo di petrolio, favorendo politiche di efficienza energetica.
  • Il G7 divenne un forum chiave per la gestione delle crisi economiche globali, come il secondo shock petrolifero del 1979.

4. Cooperazione per la gestione delle crisi finanziarie (anni ‘90 e 2000)

  • Il G7 ebbe un ruolo attivo nel coordinamento delle risposte alle crisi finanziarie:
    • Crisi finanziaria messicana (1994-1995) → Intervento del FMI e prestiti d’emergenza coordinati dai paesi del G7.
    • Crisi asiatica (1997-1998) → Il G7 coordinò gli aiuti per stabilizzare Thailandia, Indonesia e Corea del Sud.
    • Crisi russa (1998) → Il G7 discusse strategie per ridurre l’impatto globale.

5. Coordinamento nella lotta alla crisi finanziaria globale (2008)

  • Dopo il crollo di Lehman Brothers (2008), il G7 e il G20 (ormai più influente) coordinarono piani di stimolo economico e salvataggi bancari.
  • Le banche centrali (Fed, BCE, Banca del Giappone) intervennero con tagli ai tassi di interesse e quantitative easing, in un’azione congiunta senza precedenti.

Conclusione: il lascito di Rambouillet

Dopo il 1975, il coordinamento economico tra le potenze industrializzate divenne una pratica regolare per gestire crisi economiche, squilibri valutari e shock globali.
L’incontro di Rambouillet fu il primo passo verso il G7/G20 come forum di governance economica globale, che ancora oggi gioca un ruolo centrale nelle decisioni macroeconomiche mondiali.

Gestione attuale del sistema dei cambi internazionali

Oggi il sistema dei cambi internazionali non è più regolato da un accordo globale come Bretton Woods, ma è basato su una combinazione di regimi di cambio flessibili e fissi, con le banche centrali e le istituzioni internazionali che intervengono per stabilizzare il mercato valutario.

1. Cambi flessibili (floating exchange rates)

Nella maggior parte dei paesi sviluppati, i tassi di cambio sono determinati dal mercato in base a domanda e offerta di valute. Questo sistema è usato da valute come:

  • Dollaro USA (USD)
  • Euro (EUR)
  • Sterlina britannica (GBP)
  • Yen giapponese (JPY)
  • Dollaro canadese (CAD)
  • Dollaro australiano (AUD)

Come funziona?

  • Se un paese ha una crescita economica forte, attrae investitori e la sua valuta si apprezza.
  • Se ha un deficit commerciale elevato o incertezza politica, la sua valuta si deprezza.
  • Le banche centrali possono intervenire per evitare oscillazioni eccessive, ma il tasso di cambio varia in base alle forze di mercato.

Vantaggi:

  • Permette agli stati di avere una politica monetaria indipendente.
  • Evita crisi legate alla difesa artificiale di un cambio fisso.

Svantaggi:

  • Può portare a volatilità e incertezza per il commercio internazionale.

2. Cambi fissi (fixed exchange rates)

Alcuni paesi ancorano la loro valuta a un’altra valuta forte (di solito il dollaro USA o l’euro). Questo sistema è usato da:

  • Hong Kong (HKD legato al dollaro USA)
  • Arabia Saudita (SAR legato al dollaro USA)
  • Danimarca (DKK legato all’euro con banda di oscillazione)
  • Paesi con economie molto dipendenti dalle esportazioni di materie prime (es. paesi del Golfo con il petrolio).

Come funziona?

  • Il governo usa le riserve di valuta estera per mantenere il cambio fisso.
  • Se la domanda della valuta locale cala, la banca centrale compra la propria moneta per mantenerne il valore.

Vantaggi:

  • Stabilità per il commercio internazionale e gli investimenti.
  • Riduzione del rischio valutario.

Svantaggi:

  • La banca centrale deve avere grandi riserve di valuta estera.
  • Se l’economia cambia, mantenere il cambio fisso può essere insostenibile (come la crisi del peso argentino nel 2001).

3. Cambi gestiti (managed floating)

Molti paesi usano un sistema ibrido, dove la valuta fluttua, ma la banca centrale interviene per evitare oscillazioni eccessive. Esempi:

  • Cina (CNY – renminbi controllato dalla banca centrale)
  • India (INR)
  • Russia (RUB)

Come funziona?

  • La banca centrale stabilisce una banda di oscillazione per il cambio.
  • Se la valuta si avvicina ai limiti della banda, interviene con acquisti o vendite di valuta.

Vantaggi:

  • Maggiore flessibilità rispetto al cambio fisso.
  • Minore volatilità rispetto al cambio flessibile puro.

Svantaggi:

  • Se il mercato non crede nella sostenibilità del sistema, possono verificarsi attacchi speculativi (es. crisi asiatica del 1997).

Ruolo delle istituzioni internazionali

Il sistema valutario attuale è regolato da istituzioni come:

  • Fondo Monetario Internazionale (FMI): monitora i sistemi valutari e interviene nelle crisi.
  • Banche centrali (es. Federal Reserve, BCE, Banca del Giappone): intervengono per stabilizzare i mercati valutari.
  • Accordi regionali: l’Unione Europea ha adottato l’euro come moneta comune per eliminare il rischio di cambio tra gli stati membri.

Conclusione

Oggi il sistema valutario globale è misto:

  • La maggior parte dei paesi usa cambi flessibili.
  • Alcuni paesi mantengono cambi fissi per stabilità economica.
  • Altri usano regimi intermedi per controllare la volatilità.

Questo sistema offre maggiore flessibilità rispetto a Bretton Woods, ma espone i mercati a crisi valutarie e speculazione finanziaria.

Il Gold Standard Basato sulla Sterlina: Origini e Funzionamento

Prima che il dollaro statunitense diventasse la valuta di riferimento mondiale con gli Accordi di Bretton Woods (1944), il sistema economico internazionale era dominato dal Gold Standard basato sulla sterlina britannica.


1. Cos’è il Gold Standard?

Il Gold Standard è un sistema monetario in cui il valore della moneta è direttamente legato all’oro. In pratica:

  • Ogni unità di valuta aveva un valore fisso in oro.
  • Le banche centrali erano obbligate a convertire la valuta in oro a un tasso prestabilito.
  • La quantità di moneta in circolazione dipendeva dalle riserve auree del paese.

2. Il Gold Standard basato sulla sterlina britannica

Periodo d’oro: 1816-1914

La Gran Bretagna adottò il Gold Standard ufficialmente nel 1816 e divenne il centro del commercio e della finanza globale durante il XIX secolo. Il sistema si diffuse in altri paesi e venne riconosciuto come lo “Standard Britannico”.

Caratteristiche principali:

  • La sterlina britannica (GBP) era direttamente convertibile in oro.
  • Altri paesi fissavano le loro valute alla sterlina o all’oro, creando un sistema di cambi fissi globale.
  • Londra era il cuore della finanza internazionale, con la Bank of England che garantiva la stabilità del sistema.

Perché la sterlina?

  • La Gran Bretagna era la prima potenza industriale e coloniale.
  • Il commercio britannico era dominante e la sterlina era la valuta più accettata al mondo.
  • La stabilità politica e finanziaria del Regno Unito rendeva la sterlina affidabile.

L’Età d’Oro del Gold Standard (1870-1914)

Tra il 1870 e il 1914, quasi tutti i principali paesi industrializzati aderirono al Gold Standard, tra cui:

  • Stati Uniti (1879)
  • Germania (1871)
  • Francia (1878)
  • Italia (1883)

Il sistema garantiva stabilità nei cambi internazionali e favoriva gli investimenti e il commercio globale.


3. Il declino del Gold Standard basato sulla sterlina

Il sistema iniziò a indebolirsi per diversi motivi:

❌ La Prima Guerra Mondiale (1914-1918)

  • I paesi coinvolti nella guerra sospesero la convertibilità della moneta in oro per finanziare le spese militari.
  • La Gran Bretagna abbandonò temporaneamente il Gold Standard nel 1914 per evitare il collasso finanziario.
  • Dopo la guerra, la sterlina aveva perso valore e la Gran Bretagna si trovava in difficoltà economica.

❌ Il ritorno al Gold Standard (1925) e il fallimento

  • Nel 1925, Winston Churchill (all’epoca Cancelliere dello Scacchiere) riportò la sterlina al Gold Standard al valore pre-bellico.
  • Tuttavia, la sterlina era sopravvalutata, danneggiando l’industria britannica e aumentando la disoccupazione.
  • L’economia globale era cambiata: gli Stati Uniti erano ora una potenza finanziaria e la Gran Bretagna non poteva più sostenere il ruolo di leader.

❌ La Grande Depressione (1929-1931)

  • La crisi finanziaria del 1929 rese insostenibile il Gold Standard.
  • Nel 1931, la Gran Bretagna abbandonò definitivamente il Gold Standard, svalutando la sterlina.
  • Altri paesi seguirono l’esempio e il sistema crollò completamente entro la fine degli anni ‘30.

4. Il passaggio al sistema del dollaro (Bretton Woods, 1944)

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti erano la nuova superpotenza economica con le più grandi riserve d’oro mondiali.
Gli Accordi di Bretton Woods (1944) sancirono il passaggio dalla sterlina al dollaro come valuta di riferimento globale.
✔ Il dollaro divenne la valuta dominante, sostituendo la sterlina nel commercio internazionale.


5. Conclusione: Eredità del Gold Standard basato sulla sterlina

✔ Ha creato il primo vero sistema monetario internazionale basato sulla stabilità dell’oro.
✔ Ha favorito il commercio internazionale e la crescita economica nel XIX secolo.
✔ Ha stabilito Londra come centro finanziario globale, ruolo che mantiene ancora oggi.

❌ Tuttavia, il sistema si è rivelato rigido e insostenibile, contribuendo alla crisi economica globale degli anni ‘30.
❌ Il crollo del Gold Standard ha dimostrato i limiti di un sistema basato sull’oro senza margini di flessibilità.

Oggi non esiste più un Gold Standard, ma il dollaro USA ha ereditato il ruolo della sterlina come valuta dominante nel sistema economico globale.

In che modo il mercato determina il tasso di cambio?

Il tasso di cambio di una valuta rispetto a un’altra è determinato principalmente dalle forze di domanda e offerta sul mercato valutario (Forex – Foreign Exchange Market). Se una valuta è molto richiesta, il suo valore aumenta; se la domanda cala, il valore scende.

1. Fattori principali che influenzano il tasso di cambio

✅ a) Differenziali di tasso di interesse

  • Se un paese offre tassi di interesse più alti, gli investitori internazionali saranno attratti dai suoi titoli di stato e depositi bancari, aumentando la domanda per la sua valuta.
  • Ad esempio, se la Federal Reserve (FED) aumenta i tassi di interesse negli USA, gli investitori comprano dollari per investire in obbligazioni americane, facendo salire il valore del dollaro (USD) rispetto ad altre valute.

✅ b) Inflazione e potere d’acquisto

  • Se un paese ha un’inflazione bassa e stabile, la sua valuta tende a rafforzarsi, perché il suo potere d’acquisto rimane solido nel tempo.
  • Se invece l’inflazione è alta, la valuta perde valore rispetto ad altre.
  • Ad esempio, se l’Eurozona ha un’inflazione più bassa rispetto agli USA, è probabile che l’euro (EUR) si apprezzi rispetto al dollaro (USD).

✅ c) Bilancia commerciale e domanda di valuta

  • Se un paese esporta più di quanto importa, le aziende straniere devono comprare la sua valuta per pagare i beni e servizi, aumentando la domanda per quella moneta.
  • Se invece un paese ha un deficit commerciale (importa più di quanto esporta), la domanda per la sua valuta diminuisce, causando una possibile svalutazione.
  • Ad esempio, il Giappone ha spesso un surplus commerciale, quindi lo yen (JPY) tende a essere forte.

✅ d) Crescita economica e fiducia degli investitori

  • Se un paese ha una forte crescita economica, attira investimenti stranieri, aumentando la domanda della sua valuta.
  • Se ci sono instabilità politica o crisi economiche, gli investitori cercano valute più sicure (fuga verso la qualità), come il dollaro USA (USD) o il franco svizzero (CHF).

✅ e) Interventi delle banche centrali

  • Le banche centrali possono intervenire per influenzare il tasso di cambio, acquistando o vendendo la propria valuta sul mercato.
  • Ad esempio, la Banca Centrale Europea (BCE) potrebbe vendere euro e comprare dollari per indebolire l’euro e favorire le esportazioni europee.

2. Tipi di tassi di cambio basati sul mercato

a) Cambio fluttuante (floating exchange rate)

  • Il valore della valuta è determinato solo dalla domanda e offerta sul mercato, senza intervento governativo.
  • Esempi: Dollaro USA (USD), Euro (EUR), Yen giapponese (JPY), Sterlina britannica (GBP).

b) Cambio gestito (managed float)

  • La banca centrale interviene occasionalmente per evitare fluttuazioni estreme.
  • Esempi: Yuan cinese (CNY), Rupia indiana (INR), Real brasiliano (BRL).

c) Cambio fisso (fixed exchange rate)

  • Il governo mantiene il valore della valuta stabile rispetto a un’altra valuta (di solito il dollaro USA).
  • Esempi: Riyal saudita (SAR legato al dollaro), Dirham degli Emirati Arabi (AED).

3. Esempio pratico: come cambia il valore dell’euro rispetto al dollaro?

Immaginiamo che il tasso di cambio EUR/USD sia 1,10 (1 euro = 1,10 dollari).

Scenario 1: La BCE alza i tassi di interesse

  • Gli investitori vogliono comprare più euro per approfittare dei rendimenti più alti.
  • La domanda per l’euro aumenta → L’euro si apprezza (es. EUR/USD diventa 1,15).

Scenario 2: L’economia europea entra in recessione

  • Gli investitori vendono euro e comprano dollari come bene rifugio.
  • La domanda per l’euro cala → L’euro si deprezza (es. EUR/USD diventa 1,05).

Conclusione

Il tasso di cambio è determinato dal mercato valutario in base a fattori economici, politici e monetari. Le valute si apprezzano o si deprezzano a seconda della domanda e dell’offerta, ma possono essere influenzate anche da interventi delle banche centrali.

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993 e di formazione dal 2004. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.